venerdì 8 marzo 2019
Poche a Roma (nel governo e in Parlamento) pochissime sul territorio (una sola presidente di Regione su 20): è la fotografia della distanza che ancora c’è tra il potere e i percorsi in rosa
Fotogramma

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Le donne italiane non amano la politica o viceversa? Detta in altro modo: sono le donne a stare alla larga dalla politica o perlomeno da 'certa' politica, evidentemente non idonea al pensiero e all’identità femminile, oppure è la politica così com’è, cioè maschile, a non fare spazio alle donne? Disimpegno femminile o sbarramento maschile, insomma? La storia e i dati parlano chiaro: in Italia non c’è mai stata una donna a capo del governo.

Nell’attuale esecutivo, sono uomini il presidente, i 2 vicepresidenti e i 3 sottosegretari alla presidenza. Tra i ministri, 9 sono uomini e appena 2 sono donne. Equilibrio perfetto (3 a 3) invece tra i ministri senza portafogli (non è un caso: sono quelli che «pesano» meno...). Le rappresentanti del gentil sesso costituiscono il 35% dei parlamentari, leggermente al di sopra della media Ue (30%). Scendendo di un livello nella scala del potere si rasenta il comico: 19 Regioni su 20 sono governate da signori e una sola, l’Umbria, da una signora, Catiuscia Marini.

Ma il 2018 ha visto emergere qualche novità sulla scena pubblica: le cosiddette 'Madamìn' Sì-Tav di Torino, che hanno segnato una tappa importante dell’impegno civico femminile (qui raccontiamo la storia di una di loro). E intanto oggi in tutto il mondo si celebra lo sciopero globale contro la violenza sulle donne. A rilanciarlo in Italia sono i sindacati di base e il movimento femminista Non una di meno, con una serie di scioperi e manifestazioni in decine di città.

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