martedì 1 ottobre 2019
La specialità bolognese ripiena di carne di pollo anziché di maiale per la festa di San Petronio ha scatenato polemiche strumentali. Il comunicato di monsignor Zuppi: normale regola di accoglienza
Il tortellino anti-tradizione? Così la diocesi smonta la fake news
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Un vero e proprio boomerang per chi ha fatto girare (e ha commentato) una notizia falsa. Non c’è nessun caso tortellini a Bologna, eppure incredibilmente la notizia ha tenuto banco per ventiquattr’ore, in città e fuori. A chiudere le polemiche, in serata, ci ha pensato la diocesi di Bologna, in una nota che ricostruisce tutta la vicenda.

Cos’era successo? A creare scalpore era stata la notizia della nascita, a Bologna, del "tortellino dell’accoglienza", rivisitazione a base di pollo della ricetta tradizionale, depositata alla Camera di Commercio, che prevede l’utilizzo di lombo di maiale, mortadella e prosciutto e che sarà distribuito venerdì 4 ottobre in occasione delle celebrazioni per San Petronio, Patrono della Città.

Si sono scatenati i puristi della tradizione, che nel tortellino ripieno di pollo hanno letto un attacco ai valori della cristianità e un ammiccamento all’islam. Sotto accusa era finita anche la Chiesa di Bologna, che una volta sgonfiato il caso ha messo i puntini sulle "i". «L’arcivescovo Matteo Zuppi ha appreso la notizia del tortellino con carne di pollo solo dai media. Era all’oscuro dell’iniziativa annunciata dal Comitato cittadino per le manifestazioni petroniane» che aveva previsto, accanto ai quintali di tortellini conformi alla ricetta depositata, anche la preparazione di pochi chilogrammi senza maiale per chi non può mangiarne per diversi motivi.

Poi il comunicato si concede una battuta "Nella città in cui il cardinal Farnese nel 1661 emise il bando contro la contraffazione della mortadella con tanto di pene pecuniarie e corporali per i trasgressori, il prossimo cardinale Zuppi non poteva certo cambiare la tradizione".

«È sorprendente – continua la diocesi – che una fake news sia utilizzata per confondere bolognesi e italiani e tanto più che una normale regola di accoglienza e di riguardo verso gli invitati sia interpretata come offesa alla tradizione. Infatti la preoccupazione è che tutti possano partecipare alla festa, anche chi ha problemi o altre abitudini alimentari o motivi religiosi».

«La notizia non esiste, si tratta solo di una strumentalizzazione» aveva già osservato nel suo intervento Alfredo Caltabiano, presidente del Forum delle associazioni familiari dell’Emilia Romagna, che organizza la festa insieme al Comitato per le manifestazioni petroniane, di cui fanno parte Comune e Diocesi. «Il tema delle celebrazioni di quest’anno è "Famiglia è accoglienza" – ricorda Caltabiano –. Dunque ci siamo immaginati un desco a cui tutti i membri della famiglia potessero prendere parte. Abbiamo pensato a dei laboratori per bambini, perché potessero imparare dalle sfogline a chiudere i tortellini nel modo caratteristico – prosegue – e abbiamo pensato agli anziani, che, spesso, per motivi di salute non possono mangiare carne di maiale e alimenti troppo ricchi di grassi».

Nessun motivo religioso alla base delle scelte del Forum, dunque, «solo la volontà di riprodurre in termini concreti la parola "accoglienza" che è nel titolo dell’evento». D’altra parte, a fronte di quasi 500 chili di tortellini tradizionali già pronti e un altro quintale che verrà prodotto in diretta in Piazza Maggiore durante la festa, «saranno forse due o tre chili quelli che verranno con il ripieno alternativo» spiega don Marco Baroncini, che del Comitato organizzatore è presidente. Una fake news dunque, cavalcata con intento strumentale. «I tortellini senza carne di maiale? È come dire il vino rosso in Umbria senza uva, per rispetto. Stanno cercando di cancellare la nostra storia» diceva Matteo Salvini, segretario della Lega, prima che il caso venisse chiarito. Laconica la risposta di Romano Prodi, bolognese doc. «Le nostre sono tradizioni di libertà, ma se Salvini dice che con la libertà si offendono le tradizioni...». A chiudere la vicenda, ci ha pensato la diocesi. «Alcune polemiche e strumentalizzazioni non sono accettabili, neanche in campagna elettorale».

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