lunedì 23 giugno 2025
Massima sorveglianza sui possibili bersagli di attentati. Ma c'è preoccupazione anche per i militari in Medio Oriente e la Marina dispiegata nel Mar Rosso. Da Sigonella parte un aereo senza pilota.
Basi e ambasciate: ecco i possibili obiettivi in Italia
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La crisi iraniana fa salire l’allerta anche in Italia, ora impegnata a prevenire le minacce su ben tre fronti. Prima di tutto quello interno: monumenti, sedi diplomatiche americane e israeliane, luoghi di culto e altri obiettivi sensibili sono da domenica mattina, se possibile, ancora più sorvegliati di prima. Ma la tensione è alta anche attorno alle basi militari statunitensi, e in quelle dei contingenti italiani dispiegati in Medio Oriente. Dall’Iraq, una parte dei nostri soldati (sono più di mille a Baghdad e dintorni) è stata trasferita nel meno turbolento Kuwait. "Abbiamo già iniziato dall'altro ieri a prendere delle misure di protezione per mettere in sicurezza i contingenti italiani che non sono coinvolti e non sono neanche un obiettivo nella risposta iraniana. Ci siamo limitati a spostare quelli la cui vicinanza a possibili obiettivi americani poteva destare problemi" ha spiegato il ministro della Difesa, Guido Crosetto.

Potenzialmente sotto tiro potrebbe trovarsi però anche la nostra Marina, impegnata con alcune unità nel Mar Rosso e già protagonista di un’azione bellica nel marzo 2024, quando la nave Duilio fu costretta ad abbattere due droni lanciati dagli houthi. Proprio il fronte yemenita potrebbe surriscaldarsi a breve: le unità italiane, che vigilano sullo stretto di Bab el-Mandeb guidando la missione Aspides, potrebbero trovarsi a fronteggiare nuove situazioni critiche.

A livello interno, il timore riguarda possibili attentati o azioni violente condotte da “lupi solitari”. Nelle scorse ore si è riunito il Comitato strategico antiterrorismo e pianificazione delle attività nel Comitato nazionale sull'ordine e sicurezza presieduto dal Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, a cui hanno partecipato i vertici delle forze dell'ordine, delle agenzie di intelligence e delle strutture della cyber sicurezza. "Durante la riunione sono stati presentati gli esiti delle recenti attività investigative e definite le nuove direttrici operative per far fronte ai potenziali impatti sulla sicurezza nazionale derivanti dalla crisi in Medio Oriente e dal deterioramento del quadro geopolitico internazionale", spiegano dal Viminale.

Massima sorveglianza dunque per le basi americane nel nostro Paese, che potrebbero svolgere un ruolo ponte nel trasferimento di aerei – o anche truppe e altri mezzi - verso l’area calda. Aviano in Friuli è di fatto già in prima linea, ma anche Camp Darby in Toscana e Sigonella sono al massimo livello operativo in queste ore. Dalla base siciliana, più che mai strategica, si è alzato in volo nelle prime ore di questa mattina un RQ-4, velivolo di ricognizione senza pilota: si è diretto al largo di Israele e lì è rimasto per monitorare eventuali nuovi atti ostili da parte dell’Iran o dei suoi alleati nella zona.

Non mancano le prime reazioni critiche verso un possibile coinvolgimento indiretto del nostro Paese nella crisi. La Rete Italiana Pace Disarmo, partner della Campagna Internazionale per l'Abolizione delle Armi Nucleari, "condanna gli attacchi degli Stati Uniti a tre impianti nucleari in Iran. Questa azione sconsiderata avvicina il mondo al disastro nucleare e sottolinea l'urgente necessità di rifiutare le armi nucleari e la copertura che esse forniscono alle aggressioni militari", si legge in una nota. "Chiediamo al governo italiano di escludere immediatamente qualsiasi supporto logistico a queste operazioni, anche negando il permesso ai bombardieri statunitensi B-2 stealth o B-52 che attaccano l'Iran di transitare sullo spazio aereo italiano o rifornirsi nelle nostre basi. L'Italia non deve facilitare, assistere o consentire questi attacchi - direttamente o indirettamente”.

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