mercoledì 21 giugno 2023
Identificati dai Carabinieri attraverso le telecamere e i profili social. Entrambi sono sedicenni e vivono a Pomigliano, uno dei due forse di origine romena. L'accusa: omicidio volontario aggravato
Il luogo in cui è stato ucciso il clochard a Pomigliano

Il luogo in cui è stato ucciso il clochard a Pomigliano - ANSA

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Decisiva è stata la collaborazione della città. Famiglie, condomini, commercianti e imprese di Pomigliano d'Arco hanno aiutato al massimo i Carabinieri del Comando di Castello di Cisterna e della stazione cittadina, che in meno di 72 ore sono riusciti a individuare e arrestare in via cautelare i due minorenni indiziati di aver massacrato di botte, nella notte tra domenica e lunedì, Frederick Akwasi Adofo, 43enne senza dimora ghanese, poi deceduto all'ospedale di Nola. Ad aiutare i militari i filmati delle telecamere private di via Principe di Piemonte, dove è avvenuto il pestaggio, e dei quartieri limitrofi in cui i due adolescenti hanno scorazzato per alcune ore della notte, prima e dopo l'azione efferata contro Frederick. Entrambi i fermati sono sedicenni e vivono a Pomigliano. Uno dei due sarebbe di origine romena. La procura per i minori di Napoli, che ha emesso il fermo, contesta il reato di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dalla crudeltà. Secondo fonti locali, i due sedicenni farebbero parte di una gang che da tempo semina terrore nella "movida" di Pomigliano.

Nel comunicato, la procuratrice Maria de Luzenberger Milnernsheim conferma le modalità efferate dell'aggressione "improvvisa e immotivata". "I due, dopo aver colpito al volto l’uomo, hanno continuato a sferrare calci e pugni, la maggior parte dei quali indirizzati al capo, quando ormai la vittima era immobile a terra". Decisiva, per la definitiva individuazione dei due indiziati, "il successivo raffronto con i contenuti multimediali pubblicati dai medesimi sui propri profili social network". Dalla visione dei profili social, infatti, "è emersa la presenza di contenuti che esaltano la violenza, con immagini di coltelli e bastoni retrattili".

La storia di Frederick, e il barbaro pestaggio che l'ha portato alla morte, hanno sconvolto l'opinione pubblica. Arrivato a Pomigliano dalla Libia circa 10 anni fa, la vittima era stata ben accolta dalla comunità e con l'aiuto di diverse associazioni di volontariato aveva anche preso la licenza media. Scivolato progressivamente verso la marginalità, passava la gran parte delle sue giornate nei pressi di un noto supermercato della città, a pochi metri dal luogo in cui è stato picchiato. Lì guadagnava qualche spicciolo aiutando a portare il carrello della spesa. Proprio tra il supermercato e un frequentato parco pubblico c'era la panchina dove era consuetudine trovare Frederick. Anche nelle ultime ore nei pressi della panchina continuano a recarsi cittadini, in particolare anziani, giovani e bambini, per portare un fiore e un biglietto. Il 43enne ghanese era assistito per le necessità primarie dalla Caritas della parrocchia San Francesco d'Assisi, ma né la parrocchia né il titolare del supermercato sono mai riusciti a smuoverlo dalla decisione di vivere in strada. Nelle ultime ore si è discusso molto anche di presunte precedenti violenze a danno di Frederick, sempre ad opera di ragazzini della zona. Episodi che se denunciati forse avrebbero potuto salvare la vita al 43enne.

Presso la "panchina di Frederick" si riuniscono per momenti di silenzio e preghiera le associazioni della città, mentre domani, si svolgerà la marcia organizzata dalle parrocchie della città. I parroci e il vescovo di Nola, Francesco Marino, hanno annunciato l'iniziativa con un comunicato stampa in cui si esprime "dolore e indignazione per la brutale aggressione che ha causato la morte del nostro fratello Frederik". "Siamo tutti coinvolti e responsabili dell’accaduto, nessuno escluso - proseguono i sacerdoti -. Prima ancora che segno di una scarsa sicurezza sul nostro territorio, questa tragedia è sintomo di uno smarrimento di autentica umanità. Questo episodio deve risvegliare le nostre coscienze e spingerci per un’appartenenza sempre più convinta al nostro essere comunità, per uscire dalle nostre indifferenze e prestare più attenzione agli invisibili della città".

Il sindaco di Pomigliano, Lello Russo, ringrazia le Forze dell'ordine "per la rapidità di intervento e per aver individuato i presunti responsabili di un delitto atroce e che ha traumatizzato tutta la nostra comunità. Ora che la giustizia faccia il proprio corso". I funerali, conferma il sindaco, saranno a spese del Comune. Si valuta se proclamare, nel giorno dei funerali, il lutto cittadino.

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