lunedì 13 novembre 2023
Nella Capitale 25mila persone hanno bussato alla porta della Caritas lo scorso anno, il numero più alto di sempre
Una mensa Caritas

Una mensa Caritas - Ansa

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Roma delle disuguaglianze, coi poveri sempre più poveri, e sempre di più, con le famiglie costrette a indebitarsi per i consumi quotidiani, che non trovano casa o la perdono, che non riescono a curare le malattie. Così sempre più vanno a bussare alla porta della Caritas. Ben 25mila sono state lo scorso anno le persone che hanno fatto richiesta di aiuto, il numero più alto di sempre. Richieste drammaticamente concrete e infatti per 11.800 di esse sono stati avviati programmi organici di aiuto.
È un quadro allarmante, una situazione “che si avvicina a quella di 50 anni fa”, quello descritto dalla sesta edizione del rapporto “La povertà a Roma: un punto di vista” della Caritas diocesana, intitolato quest’anno “Le città parallele”. «Roma - sottolinea nella presentazione don Benoni Ambarus, vescovo ausiliare per l’ambito della carità - è una città in cui ancora in tanti, troppi, dormono e muoiono in strada; molti di più quelli che vivono con lavori in nero e contratti precari, alcuni al limite dello sfruttamento. Una città in cui “mettere su famiglia” per molti è ancora un sogno, così come lo è trovare un’abitazione».

Eppure nel 2022 il reddito medio dei romani è aumentato di 1.100 euro rispetto al 2021, arrivando a 28.600. Roma terza nella classifica delle grandi città, dopo Milano e Bologna. Ma, avverte il direttore della Caritas, Giustino Trincia, il potere d’acquisto dei romani è diminuito dello 0,6%, mentre cresce l’indebitamento, con un aumento dei prestiti del 4,1%, addirittura del 5,7% i “crediti al consumo non finalizzati”, quelli che non finanziano uno specifico acquisto, ma la vita di tutti i giorni. E ancora più preoccupante è la crescita del 9,7% della cessione del quinto dello stipendio, una sorta di “ultima spiaggia”. Anche perché se il tasso di occupazione è del 70,6%, un dato di oltre 5 punti superiore alla media nazionale e a quella regionale, c’è una forte prevalenza di lavori instabili, il 18,8% lavoratori atipici (17% in Italia) e il 13,5% con “bassa paga” (10,4% in Italia). Non c’è dunque da stupirsi se la principale richiesta ai centri Caritas, ben il 69,7%, riguarda il sostegno alimentare. Nelle tre Mense sociali nel 2022 sono stati distribuiti 319.387 pasti e accolte 9.148 persone, 4.092 per la prima volta. Con alcuni dati sorprendenti: la presenza di 698 minori, soprattutto minori stranieri non accompagnati, e il crescente numero di stranieri, l’81% del totale, richiedenti asilo e protetti internazionali, evidentemente espulsi dal sistema di accoglienza. Ma gli italiani restano ancora un numero molto alto, 1.698, il 18,5%. Un numero che cresce tra gli utenti dei 5 Empori della solidarietà.Nel corso di 15 anni sono state rilasciate 11.469 tessere alle famiglie per 39.229 persone, con 18.285 minori. Metà sono italiani. Non meno pressante la richiesta di aiuto per pagare le bollette: in soli tre mesi, tra il 2022 e il 2023, è andato esaurito il fondo di 130mila euro istituito dalla Diocesi e gestito dalla Caritas per aiutare le famiglie.

E l’emergenza bollette ci porta al dramma della casa: 18 sfratti ogni giorno a Roma, 6.591 nel 2022, triplicati rispetto al 2021, il 90% per morosità incolpevole, un terzo eseguito con le forze dell’ordine. Case che si perdono e case che non si trovano: 14mila le famiglie in graduatoria per un alloggio popolare, con un’attesa media di 10 anni; mille persone vivono nei residence per “l’emergenza abitativa” che costano alle casse comunali oltre 25 milioni di euro l’anno; 4mila le famiglie che vivono in occupazioni informali e organizzate. E, ultimi tra gli ultimi, i “senza dimora”, 23.420 nell’Area metropolitana di Roma, la maggior parte nella Capitale. Eppure a Roma ci sono 110mila case sfitte. Infine sono 29.270 le famiglie che al 30 settembre hanno chiesto al Comune di ricevere un contributo, al massimo 2mila euro, per pagare l’affitto, oltre il doppio rispetto al 2019 (12.999). Ma per i fondi disponibili l’aiuto non potrà andare oltre i 750 euro a richiedente. Servirebbero altre risorse ma la misura non è stata rifinanziata a livello nazionale e regionale, e non potrà essere più utilizzata già dal 2023. Ma chi bussa alla porta della Caritas? La classe di età più rappresentata è quella dei “giovani-adulti” (35-49 anni) con il 34%, seguita dagli adulti (50-64 anni) con il 30,8%, dai “giovani” (18-34 anni) 20% e dagli ultra 65 con 15,2%, il 2,8% con oltre 80 anni. Gli italiani, con 4.994 presenze (42,6% del totale), continuano ad essere la nazionalità più rappresentata. La condizione di povertà incide anche sulle cure mediche. Nel 2022 sono state erogate direttamente 25.548 prestazioni sanitarie (+5% rispetto al 2021), a oltre 3.400 persone provenienti da 100 nazioni. Invece 417 persone (55% italiani, 36% senza documenti per l’assistenza sanitaria) sono state seguite presso il servizio Ostello. Con un forte aumento delle patologie mentali.

Infine nell’ambito del progetto “Ferite invisibili” per le vittime di violenza e tortura, sono stati presi in carico 42 pazienti di cui 24 nuovi con 349 sedute di psicoterapia. Questo l’impegno della Caritas ma non basta. “C’è la necessità - è l’appello di don Benoni - di consolidare sempre più le misure strutturali, piuttosto che la logica delle piccole elemosine istituzionali; non si contrasta la povertà con la moltiplicazione dei piccoli contributi ai quali, per accedere, bisogna inseguire in modo tortuoso e lento il miraggio di una tantum, e rimettersi alla caccia di una nuova piccola occasione di “boccata d’ossigeno sociale””. Per questo il Rapporto, conclude il vescovo, “contribuisce ad indicarci quali sono i punti su cui, come comunità, dobbiamo lavorare per condividere i valori che da sempre hanno fatto di Roma una città che sa accogliere e includere”.

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