lunedì 24 gennaio 2022
L'autista del pullman, che ha detto di non aver potuto evitare l'auto, ha dato subito l'allarme ed è ora in ospedale in stato di shock. La vettura era stata prestata ai ragazzi da un loro amico.
I cinque giovani morti nello scontro con un bus a Rezzato in provincia di Brescia

I cinque giovani morti nello scontro con un bus a Rezzato in provincia di Brescia - Ansa

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Si chiamano Dennis Guerra, 20 anni di Sabbio Chiese , El Harram Imad, anche lui ventenne, di Preseglie, Natiq Imad, 20 anni, di Pertica Bassa e Natiq Salà, 22enne di Vestone, che erano cugini, e Irene Sala, 17 anni, appena compiuti, di Villanuova sul Clisi le cinque vittime dell'incidente avvenuto poco prima della mezzanotte di ieri a Rezzato, in provincia di Brescia.

I giovani erano a bordo di un'auto che si è scontrata frontalmente contro un pullman che proveniva dal senso di marcia opposto lungo la 45bis che porta al Lago di Garda. L'auto viaggiava in direzione Brescia. I cinque giovani sono morti sul colpo. Non ha riportato ferite, invece, il conducente del pullman di 58 anni che viaggiava senza passeggeri e che ha detto di essersi trovato davanti l'auto e di non essere riuscito ad evitarla mentre invadeva la corsia opposta. L'uomo, che è stato trasportato in ospedale sotto shock, è stato il primo a dare l'allarme.

Nessuno dei cinque giovani aveva la patente. Alla guida c'era il ventiduenne Salah Nadiq, il più grande del gruppo. Il padre ha spiegato al Giornale di Brescia: "Mio figlio non aveva la patente e nemmeno suo cugino che era a bordo dell'auto e anche il terzo amico marocchino". Non aveva ovviamente la patente Irene Sala, che aveva solo 17 anni, e nemmeno il 19enne Dennis Guerra che, nel 2007, aveva perso un cugino di 18 anni morto anche lui in incidente stradale.

L'auto era stata prestata ai giovani da un amico, un coetaneo che viaggiava su un'altra vettura, a pochi metri di distanza, sulla stessa strada. Il ragazzo è arrivato sul luogo dell'incidente quando ormai non c'era più nulla da fare. Sulla dinamica dello schianto non ci sarebbero più dubbi. Chi guidava ha fatto tutto da solo, un tragico errore che ha tolto la vita ai cinque ventenni che viaggiavano da Valsabbia verso Brescia dove volevano concludere la serata. La Procura di Brescia ha già disposto il nullaosta per la sepoltura e le salme sono state restituite alle famiglie.

Straziante il dolore delle famiglie, avvisate dagli amici e dai parenti, che si sono trovate davanti i figli strappati alla vita appena ventenni. "Erano ragazzi come tutti, nati e cresciuti in Valsabbia. Ora per noi è davvero dura" dice un parente di Imad e Salah Natiq. "Non ci sono parole per descrivere il dolore causato da questa tremenda tragedia. A nome di tutta la comunità esprimo cordoglio e un abbraccio di profonda vicinanza alle famiglie delle giovani vittime" scrive il sindaco di Sabbio Chiese, Onorio Luscia, su Facebook.

Poco ore dopo il tragico incidente di Rezzato, si è registrata un'altra vittima sulle strade bresciane. A Torbole Casaglia, nel pomeriggio, è infatti morto l'imprenditore 34enne Alberto Bergomi, che, con la sua Porsche, si è scontrato con un'altra vettura.

Per le strade della Lombardia è stato un fine settimana nero. Alle sei vittime bresciane si aggiunge infatti un uomo di 63 anni, investito e ucciso da un'auto la notte scorsa a Gravedona, sul lago di Como. L'investitore, un 26enne, è rimasto a sua volta ferito ed è stato arrestato dai carabinieri per omicidio stradale. Dai primi accertamenti non avrebbe potuto essere alla guida in quanto la patente gli era stata ritirata. È poi risultato positivo all'alcol e all'uso di cannabinoidi.

Il 26enne era alla guida dell'auto del padre e lungo la statale Regina, all'uscita da una curva, ha perso il controllo dell'auto e ha travolto l'uomo che era dipendente di una pizzeria di Gravedona ed era appena uscito dal ristorante per lasciare i sacchi della spazzatura. L'uomo si trovava sul ponte del torrente Liro, vicino ai cassonetti, e l'urto lo ha fatto precipitare nel greto, circa tre metri più sotto.

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