venerdì 8 dicembre 2017
Il Consiglio di Stato ha confermato il commissariamento del paese di don Camillo e Peppone per infiltrazione dei clan calabresi
Confermato lo scioglimento di Brescello per 'ndrangheta
COMMENTA E CONDIVIDI

Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso presentato dall'ex sindaco di Brescello, Marcello Coffrini, e di alcuni componenti della sua giunta, contro lo scioglimento del Comune del Reggiano in seguito all'accertamento di forme di condizionamento della vita
amministrativa da parte della 'Ndrangheta.
Il paese noto per le avventure di Peppone e don Camillo era stato sciolto il 20 aprile 2016 dal Consiglio dei Ministri: inizialmente per 18 mesi, è stato prorogato fino ad aprile 2018. Si tratta del primo caso in Emilia-Romagna.

Coffrini aveva fatto un primo ricorso al Tar del Lazio, respinto a marzo, e poi si era rivolto al Consiglio di Stato. I giudici amministrativi sottolineano, tra l'altro, come "non è credibile che il primo cittadino non fosse informato delle vicende giudiziarie di Francesco Grande Aracri", dell'omonimo clan di Cutro e residente nel paese.

A Brescello, poco più di cinquemilacinquecento abitanti nella bassa reggiana, sono "state accertate forme di condizionamento della vita amministrativa da arte della criminalita' organizzata". La sintesi era nel comunicato del Consiglio dei Ministri che aveva accolto la proposta dell'allora ministro dell'Interno, Angelino Alfano, a propria volta sollecitato in questa direzione dalla relazione conclusiva della commissione di accesso prefettizia. Da allora Brescello non è più solo il paese dei film che hanno portato sullo schermo le opere di Giovanni Guareschi, ma il primo Comune sciolto per mafia nella storia dell'Emilia-Romagna. La mafia in Emilia, come accertato dalle inchieste della Dda di Bologna, è la 'Ndrangheta, in particolare le ramificazioni della cosca Grande Aracri. A Brescello vive Francesco, fratello del boss Nicolino e condannato in via definitiva per mafia. Una persona "gentile, educata e che ha sempre vissuto a basso livello", disse di lui l'ex sindaco Marcello Coffrini (Pd). Parole che furono riprese in un filmato della web tv Cortocircuito e che a settembre 2014 scatenarono un forte clamore, tanto che Coffrini rassegnò figurativamente le sue dimissioni, sapendo che la sua maggioranza non le avrebbe accolte. Nel giorno della discussione in consiglio comunale, il 29 settembre, fu organizzata una manifestazione in piazza a sostegno del primo cittadino. Si rivelerà un autogol: proprio l'iniziativa rappresenterebbe un elemento a favore dello scioglimento. In piazza, infatti, comparvero anche i figli di Francesco Grande Aracri e molti parenti.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: