giovedì 23 luglio 2020
Il ragazzino partecipava a un campo estivo parrocchiale. L'incidente letale durante una gara di Orienterig: la grata che copriva la cavità ha ceduto. La sofferenza dell'arcivescovo Redaelli
Il luogo della tragedia. I vigili del fuoco non hanno potuto fare nulla, al loro arrivo il ragazzino era già morto in fondo al pozzo

Il luogo della tragedia. I vigili del fuoco non hanno potuto fare nulla, al loro arrivo il ragazzino era già morto in fondo al pozzo - Ansa

COMMENTA E CONDIVIDI

Giocava, tranquillamente, insieme a 6 piccoli amici, in quel parco della città che è méta di centinaia di goriziani ogni giorno, tanto è sicuro. Un parco, il Coronini Cronberg, dove spesso ci si incontra per le sfide di Orientering. Stefano, durante la caccia al tesoro che tanto appassiona i piccoli, si è arrampicato su un pozzo, coperto da una grata. Ed è finito dentro. L’hanno recuperato a 30 metri di profondità ormai morto. Non c’era nemmeno l’acqua ad attutire il colpo. Ad assistere alla tragedia tre suoi coetanei. Gli altri 4 giocavano a pochi metri, con l’assistente che li sorvegliava. La città è sprofondata nel dolore, anche perché la famiglia del ragazzino è molto nota, a Gorizia, ed il campo estivo era organizzato dalle parrocchie. Subito sono stati allertati i soccorsi. Un pompiere del Saf si è calato nel pozzo, un diametro di 1,5 metri; all’esterno lo sgomento, perché dalla cavità non arrivava alcuna risposta. «In tutta la mia carriera non ho mai assistito a una scena così straziante» ha pianto uno dei soccorritori. La Procura di Gorizia ha disposto il sequestro della zona ed il sostituto Laura Collina ha aperto un fascicolo. Oggi saranno sentiti i testimoni. Si indaga, soprattutto, sul motivo per cui hanno ceduto il supporto di copertura e la grata, verificati di recente. Il sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna, anche lui sul posto, era scioccato e non è riuscito ad avvicinare i genitori per esprimere la vicinanza della città. «Ci proverò magari al telefono – ha spiegato – ma in quell’istante, prima di tutto come papà, non me la sono sentita di violare l’intimità familiare di questo dolore immenso». Il sindaco ha proclamato il lutto cittadino. Per quanto riguarda il centro estivo, ha aggiunto, «ho già parlato con le parrocchie per fornire eventuale supporto psicologico per il tramite delle strutture comunali».
(Francesco Dal Mas)

L'arcivescovo di Gorizia: «Grande dolore»​

Monsignor Redaelli, quali i sentimenti della Chiesa goriziana in questo momento?
Proviamo un sentimento di grande dolore e di grande sofferenza soprattutto perché questo incidente è capitato ad un bambino: ma sentiamo anche una vicinanza solidale alla famiglia di Stefano, ai suoi compagni, agli animatori e responsabili dei Centri estivi. Il dolore si accompagna però alla fiducia nel Signore: ci affidiamo a Lui anche in un momento di grande angoscia come questo che stiamo vivendo.

È stato deciso di non sospendere l’attività dei Centri estivi parrocchiali nella città di Gorizia. Quale il significato di questa scelta?
Abbiamo cercato di non dare ai ragazzi e ai bambini l’impressione di essere abbandonati. I Centri estivi continueranno anche se in tono "minore": una scelta diversa avrebbe significato lasciare i loro partecipanti da soli a confrontarsi con questa disgrazia, con questo grande mistero. Vogliamo, invece, essere vicini a quei bambini e a quelle famiglie che in tutta libertà decideranno di proseguire questa esperienza: desideriamo ascoltare le loro domande, intuire i loro sentimenti e proporre un’occasione di condivisione con loro, senza la pretesa di offrire grandi risposte, ma favorendo un clima di attenzione.

Cosa si sente di dire ai genitori che affidano i loro bambini ai Centri che le parrocchie organizzano, anche in un momento così particolare come l’attuale segnato dal Covid-19?
Certamente quest’anno l’organizzazione è stata ancora più complessa che in passato: c’è stata la massima attenzione alla sicurezza, con l’impegno degli animatori per predisporre tutto al meglio. Anche in questa occasione non posso non ringraziare le famiglie per la fiducia che ci dimostrano e certamente assicuro la massima attenzione a tutte le situazioni, anche di difficoltà, che dovessero proporsi.

E agli animatori così direttamente toccati e sconvolti da questa esperienza?
A loro ho ribadisco il "grazie" della nostra Chiesa per la vicinanza che hanno ai ragazzi. Dico loro che dopo aver pianto per quello che è avvenuto, potranno continuare nel loro impegno, stando ancora una volta vicino ai bambini e ai ragazzi. Ci penserà il Signore ad ispirare le loro parole. (Mauro Ungaro)




© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: