mercoledì 29 febbraio 2012
​Il sostituto procuratore di Agrigento non ha ancora deciso se disporre l'autopsia sul bimbo di 4 anni morto ieri all'ospedale di Licata, dov'era giunto in gravi condizioni. Secondo il racconto dei genitori, al piccolo era stata poco prima praticata in casa l'iniezione di un farmaco a base di cortisone.
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Il sostituto procuratore della Repubblica di Agrigento Santo Fornasier si è riservato alcune ore prima di decidere se disporre o meno l'autopsia sul bimbo di 4 anni morto ieri all'ospedale San Giacomo d'Altopasso di Licata, dov'era giunto in gravi condizioni. Secondo il racconto dei genitori, che vivono a Palma di Montechiaro, al piccolo era stata poco prima praticata in casa l'iniezione di un farmaco a base di cortisone. Non è ancora chiaro se la puntura sia stata fatta su indicazione del pediatra o se sia stata decisa autonomamente dai genitori. Sul caso indaga la polizia delcommissariato di Licata, che è giunta in ospedale avvertita dal personale medico. Il piccolo, Alessandro Pesce, avrebbe compiuto 5 anni il prossimo 12 marzo. Il padre, un operatore scolastico, e la madre, casalinga, hanno riferito al personale del pronto soccorso che il bimbo si era sentito male subito dopo la somministrazione per via intramuscolare di una dose di Bentelan, farmaco a base di cortisone, e di Rocefin, un antibiotico. I genitori avrebbero fatto la puntura su indicazione del pediatra che seguiva il bambino, affetto da bronchite. La polizia ha sequestrato la cartella clinica e oltre ai genitori ha sentito anche il pediatra. Il sostituto procuratore della Repubblica di Agrigento Santo Fornasier ha aperto un'inchiesta e nelle prossime ore disporrà l'autopsia sul corpo del bambino.  
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