martedì 16 marzo 2021
Il Consiglio di Stato dà ragione al ministero dei Beni culturali. Il vescovo: ora sia restituita al popolo di Dio e alla collettività
La Certosa di Trisulti

La Certosa di Trisulti - Ansa / Wikipedia

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I sovranisti di Steve Bannon, il guru della prima campagna elettorale di Donald Trump, dovranno lasciare la Certosa di Trisulti, lo storico complesso religioso-monumentale in provincia di Frosinone e in diocesi di Anagni-Alatri. Lo ha deciso il Consiglio di Stato, accogliendo il ricorso del ministero dei Beni culturali e di alcune associazioni, ribaltando le sentenze che invece avevano dato ragione alla "Dignitatis Humanae Institute", l’associazione dell’inglese Benjamin Harnwell che qui avrebbe voluto aprire una scuola per il sovranismo europeo.

Finisce così, dopo due anni di battaglie e ricorsi, la vicenda di questa Certosa, iniziata quando i Cistercensi ne lasciarono la cura pastorale e dopo un primo affidamento da parte del ministero alla "Dignitatis", che però aveva presentato carte non corrispondenti ai requisiti del bando, aspetto quest’ultimo che è tuttora al vaglio della Procura di Frosinone che ha aperto un fascicolo di indagine.

Era stato poi lo stesso ministero, sempre con Dario Franceschini alla guida, ad impugnare il tutto, facendo leva proprio sulla mancanza di requisiti della "Dignitatis" al momento del bando e revocando la concessione. Contro questo provvedimento c’era stato un primo ricorso al Tar e i giudici del Tribunale amministrativo del Lazio avevano dato ragione ai sovranisti vicini a Bannon. Ora però, come detto, il Consiglio di Stato ha ribaltato il tutto, motivando la decisione con una sentenza di 40 pagine, accolta con sollievo dal ministero e dalle associazioni del territorio che si sono battute, anche con marce di protesta, contro quella che hanno sempre definito una sorta di «occupazione».

Soddisfazione è stata espressa anche dal vescovo di Anagni-Alatri Lorenzo Loppa: «Il Consiglio di Stato ha fatto giustizia e ha finalmente dato la possibilità alla Certosa di essere restituita al popolo di Dio e all’intera collettività. La cosa entusiasmante è che, oltre al ministero, si sono costituite parte civile varie associazioni del territorio. Senza rivendicare alcun diritto di primogenitura – ha aggiunto il presule – la diocesi sarà ora ben lieta di farsi compagna di viaggio di quanti vorranno adoperarsi per la rivalutazione e rifioritura di questo gioiello monastico, portando avanti un processo di recupero con un concorso di attori sul territorio, pensando magari anche a forme più consone, tipo una Fondazione».

«Via Steve Bannon e i sovranisti» ha sottolineato in una nota il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. «Collaboreremo con il ministro Franceschini per restituire ai cittadini questo luogo meraviglioso, che vogliamo diventi uno dei simboli della rinascita italiana».

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