sabato 21 novembre 2020
Si chiama Acca software e ha sede a Bagnoli Irpino. I suoi prodotti sono richiesti da tutti e durante la pandemia è riuscita ad aumentare i ricavi. Una storia italiana
La tecnologia fa crescere l'Irpinia e l'Italia intera

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Poco distante, il monastero di San Francesco a Folloni ricorda il luogo in cui il santo di Assisi, diretto verso il Gargano in pellegrinaggio verso la grotta di San Michele Arcangelo, riposò al riparo dai cani randagi che abitavano il bosco e dalla neve che scendeva copiosa.

Zona di miracoli, si vede. Acca software sorge qui, nei pressi del fiume Calore, a metà strada fra Montella, la cittadina in cui questo gioiello della new economy è nato, e Bagnoli Irpino, Comune che ospita, al lago Laceno, l’unica stazione sciistica campana, nel cui territorio è posta la nuova avveniristica sede. Non c’è studio di ingegneria o azienda di costruzioni che non faccia uso dei programmi di quest’azienda nata dal niente fra i monti dell’Alta Irpinia durante la ricostruzione del dopo-terremoto dell’Ottanta. Leader assoluta in Italia nel settore dei software per l’edilizia, dà lavoro, oggi, a più di 200 dipendenti, molti giovanissimi, che altrimenti avrebbero dovuto cercare fortuna altrove, lontano da questi luoghi incantevoli e incontaminati.

Tutto iniziò presso lo studio tecnico di Guido Cianciulli, geometra che aveva ereditato l’attività dal padre, prematuramente scomparso. Ma le avversità qui si sono sempre trasformate in opportunità. Fin dall’inizio. Quando, guardandosi intorno dopo il terremoto, e cogliendo le complicazioni che gravavano sul settore edilizio in piena attività, intuì le potenzialità enormi delle nuove tecnologie. Scattò l’idea di progettare un software per rendere “scalabile”, e velocizzare, il computo metrico con l’uso del digitale. Intuizione che costituì il big bang iniziale. In seguito, l’ultradecennale crisi del settore ha reso ancor più prezioso per gli operatori poter attingere a una miniera di facilitazioni progettate una dopo l’altra, qui, a dare risposte alle diverse esigenze di natura tecnica o contabile. Fioccano intanto i riconoscimenti, per Acca.

L’ultimo, il primo premio del BuildingSmart International Award. «Orgoglio campano», ha commentato il governatore Vincenzo De Luca.

«Ma il 2020 non era iniziato nel migliore dei modi. Il diffondersi dell’epidemia, e la conseguente chiusura di attività, studi professionali e imprese, non lasciava presagire nulla di buono», racconta Antonio Cianciulli, responsabile marketing di Acca. Il suo arrivo, dopo la laurea in ingegneria, al fianco del fratello Guido, segnò il definitivo decollo dell’azienda, che oggi ha una finestra aperta in tutti i continenti: i software sono tradotti in ben cinque lingue.

L’ultimo miracolo in questi mesi da incubo, in cui crescono solo i numeri della pandemia. Eppure, «in maniera inaspettata, quanto realizzato in questi anni in termini di tecnologia, know how e fiducia dei clienti, ci ha permesso di produrre incrementi in doppia cifra sia per fatturato (+20% rispetto al 2019) che per nuove assunzioni (+10%). Oggi in Acca siamo 220 e l’età media è 35 anni».

Ora, lo smart working da pandemia ha portato alla luce le enormi potenzialità delle nuove tecnologie al Sud, in grado di arginare la fuga di cervelli senza bisogno di grandi infrastrutture. Una frontiera su cui ad Acca stavano lavorando con almeno tre decenni di anticipo. Un lavoro “pulito”, che non produce chissà quali rifiuti, né ha bisogno di colate di cemento o di grandi aiuti statali, di cui quest’azienda, peraltro, non ha mai usufruito. Un settore che si pone anche più al riparo da tentativi di infiltrazione che hanno messo in crisi, al Sud, i migliori progetti.

«In un territorio che ogni anno perde migliaia di giovani che partono alla ricerca di occupazione – spiega Guido Cianciulli – è per me motivo di grande gioia vedere tanti miei collaboratori, figli di emigranti partiti dai comuni dell’Alta Irpinia per l’Inghilterra, l’Argentina, il Venezuela, la Germania, la Francia o la Svizzera, avere l’opportunità di tornare e contribuire allo sviluppo del proprio territorio».

Ma anche se il business viaggia ben oltre gli angusti confini di una piccola località di montagna, «il legame con il territorio resta fortissimo. Abbiamo scommesso su di esso, vincendo sempre la tentazione di andarsene. Perché, in fondo, più che il luogo dove è situata l’azienda, la differenza la fa la capacità di comunicare con le realtà più disparate, cruciali e strategiche nella geografia tecnologica. Quel che conta è l’impegno e la capacità di lavorare. Studiando e guardando avanti incessantemente».

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