martedì 20 ottobre 2015
Lo ha deciso il gip Giovanni Giorgianni. Tutte le piste seguite si sono rivelate senza esito. La quindicenne scomparve nel giugno 1983. Chiuse le indagini anche per Mirella Gregori.
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Il gip Giovanni Giorgianni ha archiviato l'inchiesta della Procura sulla scomparsa della 15enne Emanuela Orlandi, cittadina vaticana, (22 giugno 1983) e della coetanea Mirella Gregori (7 maggio 1983). A sollecitare l'archivizione era stata la stessa Procura secondo cui da "tutte le piste seguite e maturate sulla base di dichiarazioni di collaboratori di giustizia e di numerosi testimoni, di risultanze di inchieste giornalistiche e anche di spunti offerti da scritti anonimi e fonti fiduciarie non sono emersi elementi idonei a richiedere il rinvio a giudizio di alcuno degli indagati". Per la scomparsa di Emanuela Orlandi, in particolare, erano finiti sotto inchiesta alcuni soggetti legati a Enrico De Pedis, uno degli elementi di spicco della Banda della Magliana assassinato il 2 febbraio del 1990: la supertestimone Sabrina Minardi, che ne è stata l'amante per un certo periodo, l'autista Sergio Virtù, i due stretti collaboratori Angelo Cassani, detto 'Ciletto' e Gianfranco Cerboni, detto 'Gigetto', e poi monsignor Vergari, fino al '91 rettore della basilica di Sant'Apollinare, dove si trova la tomba dello stesso De Pedis. A chiudere l'elenco degli indagati è il fotografo romano Marco Accetti Fassoni, che si è attribuito un ruolo nel sequestro di Emanuela tanto da essere accusato di calunnia e autocalunnia. Gli inquirenti, che lo hanno scagionato dall'accusa di omicidio, lo hanno bollato come soggetto "non credibile e ansioso di protagonismo". La vicenda e le indagini Emanuela Orlandi, cittadina vaticana figlia di un commesso della Prefettura della Casa Pontificia, ha 15 anni quando il 22 giugno del 1983 sparisce in circostanze misteriose. E solo il 3 luglio successivo, con un appello ai responsabili, Papa Giovanni Paolo II ufficializza per la prima volta, durante l'Angelus, l'ipotesi del sequestro. Diversi magistrati, negli anni, lavorano al caso senza raccogliere risultati utili. Una prima svolta è del luglio 2005 quando alla redazione del programma 'Chi l'ha visto?' giunge una telefonata di un anonimo che invita a vedere chi è sepolto nella basilica di Sant'Apollinare: Enrico De Pedis, detto Renatino, uno dei boss della Banda della Magliana. Nell'estate del 2008, Sabrina Minardi, che ebbe per un periodo una relazione con De Pedis, racconta agli inquirenti che Emanuela Orlandi era stata uccisa e il suo corpo, rinchiuso in un sacco, gettato in una betoniera a Torvaianica. Secondo la testimone, la 15enne sarebbe stata tenuta prigioniera in un'abitazione vicino a piazza San Giovanni di Dio. Pur perplessi per diverse incongruenze temporali presenti nel suo racconto, i magistrati si attivano per cercare i dovuti riscontri. Risentita nel novembre del 2009 la Minardi ribadisce la circostanza della morte di Emanuela Orlandi, avvenuta qualche mese dopo il suo sequestro, pur ammettendo di non aver mai visto il cadavere. La procura crede a questa versione tanto che il fascicolo di indagine contempla i reati di sequestro di persona a scopo di estorsione e omicidio volontario aggravato dalle sevizie e dalla minore età della vittima. A partire dal 2010 finiscono sotto inchiesta l'autista personale di De Pedis, Sergio Virtù, e due stretti collaboratori di un altro boss della Magliana, amico di 'Renatinò, Angelo Cassani, detto Ciletto, e Gianfranco Cerboni, detto Gigetto. Nell'estate del 2010 si fa sempre più insistente l'ipotesi di un'ispezione della tomba di De Pedis. La procura si convince che la Banda della Magliana sapesse tutto di Emanuela Orlandi e, pur ipotizzando un ruolo rilevante di De Pedis in questa vicenda, ritiene che in Vaticano, tuttora, ci siano soggetti in grado di raccontare la verità. Nel frattempo i pochi riscontri trovati fanno perdere peso alle dichiarazioni rese a suo tempo da Sabrina Minardi, rivelatesi contraddittorie, fumose benchè suggestive. La donna finisce sotto inchiesta. L'apertura della tomba di De Pedis è datata 14 maggio 2012: il corpo del boss viene identificato, ma gli inquirenti puntano l'attenzione su una serie di reperti ossei che vengono ritrovati all'interno della cripta della basilica. Gli accertamenti tecnico- scientifici sull'ossario richiedono molto tempo ma si concludono con esito negativo. Intanto tra gli indagati figura anche monsignor Pietro Vergari, fino al '91 rettore della Basilica: aveva conosciuto De Pedis. Ma il solo legame non è un elemento ritenuto sufficientemente valido, dal punto di vista investigativo. Per gli inquirenti, sul coinvolgimento della Banda della Magliana e di soggetti vicini a 'Renatinò non ci sono elementi di certezza. Le ultime novità istruttorie sono più che altro legate alle dichiarazioni rese da Massimo Fassoni Accetti, fotografo di professione, che fa ritrovare a 'Chi l'ha visto?' un flauto traverso che, a suo dire, sarebbe appartenuto a Emanuela Orlandi. Le indagini sul dna però non portano a nulla. L'uomo, che rivela l'esistenza di trame internazionali ordite alle spalle dell'allora Pontefice, viene sentito di continuo dai magistrati convinti che, tra tante millanterie, possa conoscere dettagli inediti sulla vicenda. Alla fine, invece, Accetti viene bollato dalla Procura come "protagonista non credibile" perchè le sue dichiarazioni "sono il frutto di un lavoro di sceneggiatura scaturito dallo studio attento di atti e informazioni acquisiti negli anni". L'ultima speranza dei familiari di Emanuela Orlandi risale alla fine del dicembre 2014 quando Alì Agca, l'ex Lupo Grigio che aveva sparato a Papa Giovanni Paolo II nel 1981, si presenta a sorpresa a piazza San Pietro per portare dei fiori alla tomba del Pontefice. La famiglia si attiva immediatamente per presentare una istanza alla magistratura affinchè l'ex terrorista turco venga interrogato. La richiesta, però, non viene accolta: anche Agca è ritenuto "soggetto inattendibile" per aver reso più volte dichiarazioni sul caso Orlandi, sia pubbliche che in sede processuale, che si sono rivelate "infondate" e "scarsamente credibili". Prima dell'estate scorsa, la Procura decide di chiedere l'archiviazione del procedimento sulla Orlandi che, pure in assenza di veri collegamenti, riguarda anche la scomparsa della quindicenne Mirella Gregori, sparita il 7 maggio del 1983. Il gip Giovanni Giorgianni recepisce le conclusioni dei pm e chiude definitivamente la vicenda con 63 pagine di motivazione.
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