venerdì 19 gennaio 2024
I carabinieri hanno individuato due cugini: avevano colpito il prete, che aveva chiesto di evitare assembramenti in chiesa dopo una Messa di suffragio. La solidarietà del vescovo Alberti
Il vescovo Giuseppe Alberti

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I carabinieri della compagnia di Taurianova hanno individuato i protagonisti dell'aggressione a don Giovanni Rigoli, parroco di Varapodio (Reggio Calabria), avvenuta la sera del 15 gennaio scorso. Si tratta di due cugini, denunciati dai militari per lesioni, violenza privata e turbamento di funzioni religiose.

I carabinieri, a distanza di qualche giorno, sono riusciti a ricostruire quanto accaduto all'interno della chiesa di Santo Stefano di Varapodio, quando il sacerdote, al termine di una Messa di suffragio per una emigrante da poco deceduta in Australia, è stato aggredito da alcuni parenti della defunta, che si sono rifiutati di rispettare alcune disposizioni parrocchiali legate alla liturgia.

Per dare un volto ed un nome ai responsabili del gesto delittuoso, i militari, oltre alla denuncia del parroco, hanno acquisito e analizzato le videoregistrazioni delle telecamere di zona e le testimonianze delle persone presenti al momento del fatto. Così facendo hanno stretto il cerchio attorno a due cugini, uno di Varapodio e l'altro di Taurianova, ritenuti gli autori dell'aggressione. A chiarire i motivi alla base della reazione violenta dei due, uno dei quali segnalato in passato per oltraggio a pubblico ufficiale, è stato lo sacerdote che ha raccontato di essere intervenuto, al termine della funzione, per evitare che si creasse un assembramento di persone. Disposizioni che non sono state recepite dai familiari della defunta. A quel punto il prete ha chiesto nuovamente il rispetto delle norme ma è stato raggiunto da uno dei due cugini che, secondo quanto riferito, lo ha afferrato per i polsi e strattonato intimandogli di lasciare immediatamente la chiesa. L'altro presunto aggressore, approfittando del fatto che il prete fosse immobilizzato, si è messo alle sue spalle e gli ha assestato una testata nell'incavo della nuca. Gli accertamenti dei carabinieri proseguono adesso per chiarire anche ciò che è avvenuto all'esterno della chiesa di Santo Stefano a seguito dell'aggressione.

La solidarietà del vescovo Alberti- Dopo l'aggressione subita da don Giovanni Rigoli, il vescovo della Diocesi di Oppido – Palmi, monsignor Giuseppe Alberti, ha espresso con forza la sua vicinanza e solidarietà nei confronti del giovane sacerdote e dell'intera comunità parrocchiale coinvolta.
“Come comunità diocesana – afferma monsignor Alberti - sentiamo la necessità di manifestare ancora una volta vicinanza a don Giovanni Rigoli, parroco di Varapodio che ha subito un’aggressione al termine di una celebrazione di suffragio, creando sconcerto e preoccupazione per fatti fino ad ora mai successi. Ritengo che sia opportuno dare un segnale chiaro e di comunione nell’invitare tutta la comunità cristiana di Varapodio ad una celebrazione eucaristica, domenica 19 gennaio alle ore 10.30, presso la Chiesa di San Nicola in Varapodio. Sono convinto – conclude il vescovo - che qualsiasi fatto, anche il più doloroso e deprecabile, può diventare un’esperienza pedagogicamente utile per tutti. Come ci ricorda un passo del vangelo dove la pietra scartata è chiamata a diventare pietra angolare per edificare una nuova comunità”.
La Celebrazione Eucaristica sarà presieduta dal vescovo Giuseppe Alberti e sarà seguita da un incontro con gli organismi di partecipazione rappresentativi di tutta la comunità. Don Giovanni Rigoli ha espresso riconoscenza per la vicinanza ricevuta: “Ringrazio per la vicinanza e gli attestati di affetto e di stima ricevuti in questi giorni. Il dolore fisico si cura con il riposo e le indicazioni dei medici. Quello interiore lo sto curando con la preghiera e l'affetto di tanti confratelli, amici e parrocchiani”.


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