
La ministra Eugenia Roccella
Una legge per rendere adottabili gli embrioni crioconservati, sul modello di quella prevista per i bambini. La ministra della Famiglia, Natalità e Pari opportunità Eugenia Roccella ha confermato l’intenzione del governo di colmare un vuoto legislativo che da quindici anni relega nel limbo diverse decine di migliaia di embrioni prodotti con le tecniche di procreazione assistita e conservati a basse temperature nell’azoto liquido perché in sovrannumero. Abbandonati, di fatto. Occuparsi di queste vite agli albori era uno dei desideri di papa Francesco, come ha raccontato in un’intervista al Corriere della Sera Sergio Alfieri, primario di chirurgia addominale del Policlinico Gemelli e coordinatore dei medici del Pontefice. A gennaio i due hanno avuto una conversazione schietta sul tema. «Il Papa è stato netto. “Sono vita, non possiamo consentire che siano utilizzati per la sperimentazione oppure che vadano persi. Sarebbe omicidio”» ha detto Alfieri aggiungendo che si stava valutando «anche con il ministero della Salute, tra le varie opzioni, il modo per concederli in adozione ma non c’è stato il tempo perché il Papa potesse rendere esecutiva la sua decisione». Il primario ha assicurato che il suo impegno adesso sarà realizzare quel desiderio, se ci saranno le condizioni. «Lo farò con il ministro Schillaci, come voleva il Papa, e spero, con il Vaticano» ha concluso. Chiamato in causa il ministro della Salute ha confermato di aver avviato il progetto con Alfieri e che l’intenzione è di procedere in tempi brevi «nell’interesse comune su un tema che stava a cuore anche a Papa Francesco». Ancora da definire secondo Schillaci se si farà ricorso alla modalità della donazione o della adozione, al fine di superare i problemi esistenti a livello giuridico, per rendere impiantabili gli embrioni congelati abbandonati. «Provvederemo sicuramente in tempi rapidi con un disegno di legge - ha affermato - ma è importante anche avere un registro di questi embrioni crioconservati, per dare veramente una opportunità di vita a questi ultimi e di diventare genitore a chi lo vuole ma non ci riesce».
In realtà sarebbero già i tre i ministeri al lavoro sulla delicata questione. Oltre a quelli della Salute e della Famiglia anche quello della Giustizia, guidato da Carlo Nordio, per le questioni legali. Dall’associazione Luca Coscioni precisano che l’adozione è una strada non percorribile. «Nelle normative italiane e europee gli embrioni sono equiparati ai tessuti e, se idonee, si donano, ma non possono avere personalità giuridica, requisito imprescindibile per rendere possibile l’adozione» ha detto Filomena Gallo, avvocata e segretaria nazionale.
Roccella però sembra pensarla diversamente. «Cercheremo di fare una legge in cui assimiliamo l’adozione dell’embrione all’adozione di un bambino. Seguendo, più o meno, la stessa procedura, con tutte le cautele del caso» ha confermato ieri. «Ci siamo posti il problema, perché è una situazione assurda e un po’ inquietante: questi embrioni crioconservati, che non hanno nessun criterio di morte, se conservati correttamente possono sopravvivere per sempre». Questo limbo in cui si trovano va sanato, ha aggiunto la ministra, precisando che sono tantissimi anche se di numeri ufficiali non ce ne sono. «Non abbiamo neanche cifre precise, perché la crioconservazione attiene ai singoli centri ed è complicato avere una nozione precisa su quanti siano». Il tema è complesso e la cautela d’obbligo. «Non trattiamo cellule e tessuti, come qualcuno ha detto, trattiamo embrioni, ovuli già fecondati, cioè possibili bambini» ha aggiunto Roccella. Ci sono tanti problemi sul tavolo: il primo è costituire con certezza lo stato di abbandono dell’embrione. Il secondo è quello di dare alle tante coppie che desiderano adottare un figlio una speranza. «Ci siamo posti il tema, visto che il problema delle adozioni si è molto intensificato, perché i bambini adottabili sono sempre meno».
A rivelare alcuni dettagli tecnici è invece il presidente della Società italiana di ginecologia (Sigo) Vito Trojano che ha parlato di «limite di età della donna a 46 anni per l’impianto dell’embrione ai fini dell’adozione», procedure previste nell’ambito dei Livelli essenziali di assistenza, vale a dire gratuiti, test genetici specifici per la compatibilità genetica con la donna ricevente e test preimpianto per valutare lo stato di salute dell’embrione congelato.
Nei giorni scorsi era stata la direttrice del dipartimento della prevenzione del ministero della Salute, Mariarosaria Campitiello a parlare della possibile legge definendola «un grande atto di solidarietà che lo Stato fa per le coppie». In base agli ultimi dati disponibili forniti da Campitiello gli embrioni in stato di abbandono (per i quali c’è una rinuncia scritta da parte della coppia o quest’ultima risulta irrintracciabile da più di un anno) sono più di 10mila. Non esiste invece un censimento su quanti siamo gli embrioni crioconservati, alcune stime del ministero della Salute in base ai cicli di crioconservazione effettuati dal 2009 (quando è venuto meno il divieto previsto dalla legge 40 del 20024) parlano di 60mila. In Spagna e negli Usa la legislazione vigente permette di donarli ad altre coppie mentre in Italia questa opzione non è al momento prevista. Nel nostro Paese vige inoltre il divieto di utilizzo degli embrioni per fini di studio sperimentazione e ricerca.
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