sabato 10 dicembre 2016
Per i 20 anni dell'Irccs Fatebenefratelli di Brescia la visita del presidente Mattarella lo scorso 6 settembre

Per i 20 anni dell'Irccs Fatebenefratelli di Brescia la visita del presidente Mattarella lo scorso 6 settembre

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Vent’anni di ricerca e di impegno per offrire agli ultimi tra tutti i malati le cure più eccellenti, come faceva San Giovanni di Dio, che inventò l’ospedale moderno proprio partendo dall’assistenza ai malati psichici nella Spagna del ‘500. Con la consapevolezza di aver centrato quest’obiettivo, il Centro San Giovanni Di Dio - Fatebenefratelli di Brescia conclude le celebrazioni del suo ventennale il 16 dicembre alle 15.30 con un grande evento, di riflessione e di festa, all’Auditorium Santa Giulia, in via Piamarta 4 a Brescia.


Il 2016 è stato un anno normale ed eccezionale per l’Irccs: normale perché sono proseguite e si sono sviluppate le attività scientifiche nel campo della psichiatria e della cura delle demenze, eccezionale per i momenti celebrativi di questo ventesimo anniversario, che cade il 19 dicembre quando l’istituto Sacro Cuore di Gesù divenne un Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs). Con la firma del decreto del ministro della Sanità Rosy Bindi nasceva il primo - e tuttora unico - Irccs specializzato nella riabilitazione psichiatrica e nella riabilitazione della malattia di Alzheimer. Quella data è stata festeggiata quest’anno con un ricco programma di iniziative scientifiche e culturali, culminate nella duplice visita del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin (11 luglio) e del presidente della repubblica Sergio Mattarella (6 settembre).

Per coronare quest’anno si è voluto creare un evento che permettesse di riflettere sul ruolo dell’Istituto nella ricerca internazionale e nella vita della comunità bresciana e premiare un ricercatore che, partito dall’Irccs, si è distinto a livello internazionale. Nel corso della cerimonia viene premiato il professor Paolo Brambilla, che oggi è Professore Associato di Psichiatria all’Università di Milano e opera anche presso l’University of Texas di Houston (Usa).


Oggi l’Irccs Fatebenefratelli di Brescia, di proprietà e gestito dalla provincia Lombardo Veneta dell’Ordine Ospedaliero San Giovanni di Dio - Fatebenefratelli, si compone di diverse realtà: le comunità psichiatriche, due centri diurni, un ospedale che dispone di una unità operativa di psichiatria riabilitativa e di una unità operativa per la riabilitazione dei pazienti affetti dal morbo di Alzheimer, ambulatori di geriatria, neurologia e psichiatria e una macroattività ambulatoriale. Fondato nel 1882 come Istituto Sacro Cuore di Gesù, in base a un lascito destinato alla cura dei malati “alienati”, nel 1978, con la riforma psichiatrica, attraversò un profondo cambiamento, caratterizzato da uno sforzo importante nella formazione degli operatori, dal rinnovamento degli edifici e dall’attivazione di progetti sperimentali, tra l’altro entrando in un progetto pilota della regione Lombardia per lo studio dell’Alzheimer.

In quegli anni iniziava anche la proiezione internazionale nella ricerca scientifica, che portò l’istituto ad attivare numerose collaborazioni con altri enti ospedalieri e di ricerca scientifica, italiani e stranieri, e che condusse, vent’anni or sono, al riconoscimento dell’Irccs. Ogni anno il Fatebenefratelli di Brescia cura oltre 6.000 pazienti negli ambulatori, gestisce 10 unità di ricerca (Genetica, Marcatori molecolari, Neurofisiologia, Neuropsicologia, Psichiatria, Psichiatria epidemiologica e valutativa, Psichiatria biologica, Riabilitazione Alzheimer, Neuroimmagine e Epidemiologia Alzheimer) e 5 servizi di ricerca (Clinical trials, Biobanca, Bioetica, Statistica e Biblioteca scientifica).

Lo staff è composto da un centinaio di ricercatori sotto la guida del direttore scientifico professor Stefano Cappa. L’IRCCS è un centro leader nella ricerca in psichiatria e demenze ed è una realtà scientifica ed ospedaliera internazionale che fa dell’integrazione tra clinica e scienza il suo punto di forza. «Come voleva san Giovanni di Dio – spiega il direttore generale fra Marco Fabello – investiamo risorse ed energie per garantire le migliori terapie ai poveri ammalati, perché fare loro del bene è fare del bene a tutta la società».

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