Metsola a San Patrignano: «Qui c'è un modello di welfare per l'Europa»

L’incontro coi ragazzi, guidato da Letizia Moratti, nel luogo che in questi anni ha consentito a 26mila giovani di superare la sfida delle dipendenze, è stato l’occasione per parlare di fragilità
August 26, 2025
Metsola a San Patrignano: «Qui c'è un modello di welfare per l'Europa»
. | Roberta Metsola con Letizia Moratti insieme ai ragazzi di “Sanpa”
Ha guardato negli occhi Margaret, che passa le sue giornate ad annodare le frange delle sciarpe di alta moda. Si è fatta spiegare da Soriana come è arrivata a cucire borse per Zegna. E poi Roberta Metsola ha stretto quasi ottocento mani. Tanti sono i ragazzi “in percorso” della comunità di San Patrignano. Duecento ettari di vigne e laboratori, la comunità di recupero dalle dipendenze più famosa d’Italia. Invenzione di Vincenzo Muccioli, oggi gestita da due cooperative collegate a una fondazione. Da sempre, la famiglia Moratti sostiene quest’opera laica ed è stata proprio l’ex ministro Letizia, oggi europarlamentare, a invitare sui colli riminesi la presidente del Parlamento europeo. Reduce dal Meeting di Rimini dove in mattinata aveva insistito sulla necessità di un cambio di passo delle istituzioni comunitarie, la Metsola si è immersa per un’ora nella sfida di “Sanpa”. Che non è rappresentata solo dalle notissime undici etichette distribuite nel mondo, con una produzione vitivinicola di 400mila bottiglie ma anche da una rete di laboratori artigianali e di contratti di distribuzione che rendono possibile a tanti ragazzi affetti da tossicodipendenze e, sempre di più, alcolismo, di avere una seconda chance.
Di questa seconda occasione ha parlato la presidente del Parlamento europeo, dopo il saluto della cofondatrice: «Sono onorata di accogliere la Presidente Metsola in un luogo che rappresenta un esempio concreto di speranza e rinascita – ha detto Letizia Moratti – e che in questi decenni ha aiutato con successo più di 26mila giovani a superare la sfida con la dipendenza. La sua presenza è un segnale forte dell’attenzione che l’Europa intende riservare a chi lavora ogni giorno per offrire una seconda possibilità». Non solo un momento cerimoniale: durante la visita si è parlato anche delle politiche sociali europee, della prevenzione delle dipendenze, del sostegno alle fragilità giovanili, dei modelli di economia sociale e del contributo del Terzo Settore al rafforzamento del sistema sanitario nazionale. Letizia Moratti ha insistito sulla necessità che l’Ue finanzi con bandi di ricerca specifici attraverso Horizon Europe, «purché essi valutino l’efficacia dei percorsi di recovery, i modelli di prevenzione e l’impatto sociale delle dipendenze nei territori, come si fa anche in questa realtà». Inoltre, ha sollecitato un piano europeo sul Fentanyl, come ha già fatto il governo italiano, al fine di contrastare gli oppioidi sintetici, una minaccia che solo l’Unione può affrontare efficacemente. L’ex ministro ha sottolineato anche che «l’Europa non è soltanto un progetto istituzionale, ma una comunità di valori. E i valori che qui celebriamo insieme agli ospiti di San Patrignano sono quelli della solidarietà, della dignità umana e della responsabilità collettiva».
E la presidente dell’Europarlamento, dal canto suo, ha parlato della visita come di un «segno tangibile» di attenzione delle istituzioni verso chi da quasi cinquanta anni si spende per i più fragili: l’Europa - ha detto - mette la persona al centro delle sue politiche. Per lavorare meglio in questa direzione, ha precisato, «il Parlamento europeo vuole un ruolo più incisivo dell’Ue nella politica sanitaria, allo scopo di condividere le esperienze e garantire che nessuno venga lasciato indietro. Stiamo iniziando a negoziare il pacchetto finanziario e lavoreremo su questo punto». Poi ha ricordato che nel 2024 è stato dato il via libera all’Agenzia europea sulle droghe e si è soffermata con i ragazzi che hanno intrapreso un percorso di coraggio, riscatto e fiducia ritrovata. La comunità ha 800 posti ed accoglie una decina di minori, una sessantina di persone affette da ludopatia; tutti gli altri hanno problemi di alcol e droga e arrivano qui volontariamente oppure per scontare una pena alternativa al carcere. Su queste colline, seguono programmi di recupero e formazione professionale e il 72% di loro non ricade nella dipendenza. Da un ventennio con il programma Wefree alcuni di loro sensibilizzano i giovani nelle scuole: finora hanno già incontrato sessantamila studenti. Un «segno tangibile», come ha riconosciuto la Metsola, del tipo di welfare che l’Europa ha e vuol continuare ad avere.

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