Meloni contro i dazi di Trump: una guerra commerciale non conviene a nessuno

La premier prende posizione anche sull'eventuale missione militare in Ucraina: non invieremo truppe
March 3, 2025
Meloni contro i dazi di Trump: una guerra commerciale non conviene a nessuno
Ansa |
Poco propensa a farsi inchiodare nelle aule parlamentari dove le opposizioni la attendono da tempo, Giorgia Meloni partirà giovedì per il Consiglio europeo straordinario senza passare per le camere, vista l’eccezionalità del vertice Ue. Ma la premier, dopo il difficile incontro di Londra di domenica, si concede alle telecamere Rai di XXI Secolo per dare il quadro della situazione complessa, e per smentire divisioni con i partner europei. «Il momento non è facile per nessuno», spiega. Non si possono prendere decisioni affrettate, conferma la premier, che con questa certezza era volata a Downing Street. E soprattutto non ci si può dividere, dice. In questo momento, «bisogna cercare di mantenere la calma, ragionare nel modo più lucido possibile, guardando sempre all'obiettivo e alla priorità: per me la priorità è sempre difendere l'interesse nazionale italiano e credo che sia nell'interesse nazionale italiano evitare qualsiasi frattura nell'Occidente perché una divisione ci renderebbe solamente tutti più deboli». Perciò rivendica di avere chiesto un incontro «per parlarsi in modo franco di come si vuole affrontare questa questione specifica», non solo la guerra in Ucraina, ma tutte «le grandi sfide che Europa, Usae l’Occidente hanno di fronte». Per meloni, infatti, neppure a Donald Trump, con il quale la presidente del Consiglio dovrebbe vedersi a breve, farebbe gioco una pace fragile. Servono «garanzie di sicurezza per l'Ucraina da fare in modo che non possa tornare la guerra e questo serve a tutti», non solo all’Ucraina, spiega, ma anche «ai Paesi europei, particolarmente a quelli che si sentono minacciati giustamente dalla Russia e serve a Donald Trump, che è un leader forte e che chiaramente non può permettersi di siglare un accordo che qualcuno domani potrebbe violare». Meloni conferma poi che ha forti «perplessità» sulla «proposta di invio di soldati europei avanzata dalla Francia e dalla Gran Bretagna». Sarebbe «una cosa molto complessa nella realizzazione, non sono convinta dell'efficacia, è la ragione per la quale, come si sa, abbiamo detto che non manderemo i soldati italiani in Ucraina». Ma questo non significa che i rapporti con Kiev siano diventati più freddi. «Non ho difeso Zelensky? - replica alle accuse arrivate a Palazzo Chigi - Un po’ dispiace che si preferisca sempre la polemica un po’ fine a se stessa, voglio dire quando scoppiò la guerra in Ucraina e io ero a capo dell'unico partito all'opposizione del governo Draghi, il governo Draghi potè contare sul nostro contributo, sul nostro aiuto», dice ricordando il suo predecessore, elogiato da Macron domenica a Londra. «Ci sono dei momenti nei quali non c’è bisogno di fare polemica per forza, io ho detto quello che penso, questo è il tempo in cui le persone serie lavorano per ricomporre, non lavorano per dividere ulteriormente». Piuttosto, continua, «il lavoro che cerco di fare io è un lavoro di ricomposizione », anche se non tutti sono d’accordo. E anche sui dazi Meloni ha intenzione di parlare direttamente col presidente Usa. «Sui dazi il nostro interesse è completamente opposto a quello che sta dichiarando Donald Trump, poi vedremo che cosa accadrà nei fatti», ma «una guerra commerciale» europea, insiste, non converrebbe «a nessuno, non conviene neanche agli Stati Uniti». Di certo, aggiunge, «all’Italia, che è una nazione esportatrice ovviamente i dazi non convengono, quindi - assicura - farò tutto quello che posso per impedire che questo accada». Detto questo, continua, avviare «una escalation» porterebbe solo danni.

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