L'Ue toglierà gli sconti sui dazi a chi non collabora sui rimpatri

I Paesi che non accettano di riaccogliere i propri cittadini espulsi rischiano di perdere l’accesso agevolato al mercato europeo nella revisione del Sistema di Preferenze Generalizzate.
December 2, 2025
L'Ue toglierà gli sconti sui dazi a chi non collabora sui rimpatri
Palazzo Berlaymont, sede della Commissione europea
I Paesi poveri che non cooperano sul fronte dei rimpatri dei propri connazionali potranno vedersi revocate le agevolazioni commerciali Ue. Si tratta di uno dei punti cruciali dell’intesa raggiunta ieri tra il Parlamento Europeo e il Consiglio Ue (che rappresenta gli Stati membri), le due istituzioni legiferanti dell’Unione Europea, per una riforma delle norme sul Sistema generalizzato Ue sulle preferenze sui dazi (Gsp). E cioè le agevolazioni commerciali (dazi zero o fortemente ridotti) per 65 Paesi in via di sviluppo più vulnerabili (per un totale di circa due miliardi di persone). Soprattutto le capitali insistevano per introdurre il criterio della cooperazione sul fronte della riammissione in patria tra quelli già presenti come condizioni per la concessione del Gsp (e cioè rispetto dei diritti umani e dell’ambiente, delle convenzioni internazionali e altro).
Sullo sfondo, la difficoltà degli Stati Ue ad eseguire i decreti di espulsioni: al momento in media nell’Ue solo il 20% dei rimpatri viene effettuato, la causa è soprattutto (ma non solo) il rifiuto di vari Paesi di origine di riprendersi i propri cittadini emigrati irregolarmente in Stati Ue. “Abbiamo chiarito – ha spiegato, per la presidenza di turno Ue, il ministro degli Esteri danese Lars Løkke Rasmussen – che questi vantaggi commerciali devono esser legati al rispetto dei diritti umani, buon governo, protezione ambientale e, per la prima volta, la cooperazione sul rimpatrio dei propri cittadini illegalmente nell’Ue”. Un nuovo tassello, si potrebbe dire, della sempre più avanzata costruzione della “Fortezza Europa” che è sempre più la priorità di Bruxelles e della maggior parte delle capitali.
Una questione che ha visto un lungo braccio di ferro tra Parlamento e Consiglio. Il primo insisteva per tenere separate la questione della migrazione dalle agevolazioni commerciali, alla fine è arrivato il compromesso. Il quale prevede che, si legge in un comunicato del Consiglio, “le preferenze Gsp possono essere revocate se un Paese beneficiario non coopera con l’Ue sulla riammissione dei propri cittadini”. La Commissione Europea “monitorerà il rispetto degli obblighi di riammissione e avrà la possibilità di agire”, dopo aver informato il Consiglio e il Parlamento.
Gli eurodeputati hanno ottenuto almeno di rendere più rigorosi i criteri per la revoca del Gsp. Anzitutto sarà necessaria una procedura di valutazione con l’obbligo di dialogo con il Paese terzo in questione per un periodo di almeno dodici mesi. Inoltre, il Parlamento ha ottenuto un rinvio di due anni per gli Stati più poveri nell’applicazione della condizionalità legata alla riammissione. “Il Parlamento – ha commentato l’eurodeputato socialdemocratico tedesco Bernd Lange, presidente della Commissione Commercio dell’assemblea Ue – riteneva che commercio e migrazione dovessero esser tenuti separati. Il Consiglio si è mosso in modo considerevole per rispondere alle preoccupazioni del Parlamento, creando un sistema equilibrato con chiari paletti e un sistema differenziato almeno per i Paesi meno sviluppati”.
Per la cronaca, l’intesa riguarda aspetti più squisitamente commerciali. Anzitutto, su pressing soprattutto di Italia e Spagna, è stata introdotta una salvaguardia specifica sul riso: secondo la nota del Consiglio, nel caso di “una significativa impennata di importazioni di riso (si parla del 45% ndr) al di sopra dei livello storici per l’Ue”, saranno ripristinati i dazi ordinari previsti nel quadro del Wto, “in modo da impedire gravi turbolenze nel mercato Ue del riso”. Salvaguardie previste anche per il tessile e le importazioni di etanolo. Infine, viene complessivamente abbassata dal 57% al 47% la soglia di importazioni in uno specifico settore da un Paese al di sopra della quale il Gsp viene sospeso.

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