Legambiente denuncia: per il trasporto pubblico finanziamenti inadeguati
Presentato a Roma il dossier Pendolaria: a pesare su efficienza e qualità del settore sono soprattutto finanziamenti inadeguati, crisi climatica, ritardi e disservizi

«La continua rincorsa a grandi opere distoglie l'attenzione dai veri problemi di chi viaggia in treno ogni giorno. Servono investimenti adeguati per treni moderni, servizi efficienti, interconnessioni», è il commento di Legambiente al suo report Pendolaria 2025, presentato oggi a Roma. Il quadro che viene fuori dall'analisi è di un Paese in cui il trasporto pubblico resta un tema secondario: a pesare su efficienza e qualità del settore sono soprattutto finanziamenti inadeguati, crisi climatica, ritardi e disservizi. In particolare, tra le linee ferroviarie peggiori d'Italia ci sono sette novità tra cui l'Avellino-Benevento e la Firenze-Pisa. I divari tra Nord e Sud sono sempre più ampi, con treni regionali di età media doppia al Meridione e linee chiuse da anni senza interventi.

Le new entry
Nella lista dei peggiori, tra le novità più importanti si vedono anche la rete di Ferrovie del Sud Est, il cui completamento delle opere di elettrificazione e potenziamento è in ritardo di anni e il Sistema Ferroviario Metropolitano di Torino che nel 2024 ha visto un preoccupante peggioramento dei livelli di efficienza e puntualità.
Le conferme nella lista delle linee peggiori
I disagi maggiori si registrano sulle linee ex Circumvesuviane, segnate da avarie, soppressioni, tagli, sovraffollamenti. Tra i viaggiatori che hanno dovuto affrontare sfide quotidiane ci sono poi quelli della Roma Nord-Viterbo, che nel 2024 ha visto oltre 5.000 corse soppresse. Problemi simili anche sulla Milano-Mortara-Alessandria, che serve 19.000 persone al giorno ed è caratterizzata da guasti frequenti e ritardi, e sulla Catania-Caltagirone-Gela di cui una tratta, la Caltagirone-Niscemi-Gela, è sospesa da ben 13 anni e mezzo. Per la Roma-Lido si vede un leggero miglioramento, ma sono ancora molti i problemi dei pendolari su questa linea.
La situazione al Sud
Il Sud è il grande dimenticato del trasporto su ferro. L’età media dei treni è di 17,5 anni, quasi il doppio di quella al Nord. La rete ferroviaria del Mezzogiorno è ancora in gran parte non elettrificata e sono diverse le linee dismesse come la Palermo-Trapani via Milo, chiusa dal 2013, o la Caltagirone-Gela, chiusa dal 2011 o quelle delle linee che da Gioia Tauro portano a Palmi e a Cinquefrondi in Calabria, il cui servizio è sospeso da 13 anni.
Il peso della crisi climatica
Gli eventi meteo estremi che in Italia - tra il 2010 e il 2024 - hanno causato interruzioni e ritardi a treni, metro e tram sono stati 203: una dimostrazione del fatto che a pesare sul trasporto pubblico sono anche gli impatti della crisi climatica. In particolare, Roma, Napoli e Milano sono le città più colpite da fenomeni come piogge intense e allagamenti, frane dovute a intense precipitazioni, temperature record e forti raffiche di vento che hanno inciso sulle infrastrutture.
Le risorse economiche
Di fronte a una situazione così difficile, secondo Legambiente i finanziamenti nazionali per il trasporto su ferro e su gomma restano ben al di sotto delle necessità. L’associazione ambientalista ha lanciato dunque un monito al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini: «Le risorse economiche necessarie per una efficace cura del ferro, ossia almeno 3 miliardi di euro aggiuntivi al Fondo Nazionale Trasporti, 500 milioni di euro l’anno per l’acquisto di treni regionali, 5 miliardi di euro per la costruzione e riqualificazione di linee metropolitane, tranvie e ferrovie suburbane, oltre a 200 milioni di euro all'anno per migliorare i servizi Intercity, sono recuperabili eliminando una parte dei sussidi alle fonti fossili e abbandonando progetti inutili come il Ponte sullo Stretto di Messina e quelli dannosi per l'ambiente e l'economia, come nuove superstrade e autostrade in aree già dotate di queste infrastrutture».
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