Le perquisizioni, l'ex procuratore indagato: c'è un'altra svolta su Garlasco
Il magistrato delle indagini sull'omicidio di Chiara Poggi avrebbe ricevuto denaro per scagionare Sempio. Perquisite le sue abitazioni e quelle dei familiari dell'indagato. Lui nega: mai preso sol

Nella mattinata di venerdì la guardia di finanza e i carabinieri hanno perquisito le casa dell’ex procuratore Mario Venditti (a Pavia, Genova e Campione d'Italia), a capo della procura di Pavia durante le prime indagini su Sempio che portarono all'archiviazione. L'ipotesi di reato formulata dalla procura di Brescia è di corruzione in atti giudiziari per scagionare Andrea Sempio (attuale indagato per l'omicidio di Garlasco, e già indagato nel 2017, poi archiviato nel giro di due mesi). Per la pm di Brescia Claudia Moregola e il procuratore capo Francesco Prete l'ex capo della procura pavese, attualmente presidente del casinò di Campione d'Italia, sarebbe stato corrotto per scagionare Andrea Sempio: "Corresponsione di denaro" da parte della famiglia di Andrea Sempio, che per i pm bresciani sarebbe "correlata alla archiviazione del procedimento" a suo carico. Il diretto interessato, però, nega tutto: «Quello che è successo oggi, la perquisizione mi offende come uomo e come magistrato. Per 45 anni ho servito lo Stato anche in situazioni di pericolo, sono stato gli ultimi 10 anni sotto scorta e non meritavo tutto questo. Vada come vada, al di là del risultato delle indagini verrà fuori la verità che mi scagionerà sicuramente. Non ho mai preso soldi o benefit per una professione che ho esercitato con grande dignità. Nessuno mi restituirà l'onore leso oggi». L'ex-magistrato ha anche parlato della posizione di Sempio: «Penso che sia totalmente estraneo nella vicenda di Chiara Poggi». ha detto.
Perquisite anche le case dei genitori di Sempio. Le abitazioni di tre zii del 37enne indagato nella nuova inchiesta per la morte di Chiara Poggi. E quelle di due ex carabinieri della sezione di polizia giudiziaria di Pavia, oggi in congedo: Silvio Sapone e Giuseppe Spoto, nel 2017, incaricati degli accertamenti e delle trascrizioni a carico di Sempio, indagato per omicidio dal 23 dicembre 2016.
Un appunto trovato nella casa dei genitori di Sempio nella precedente perquisizione effettuata il 14 di maggio scorso riporterebbe le cifre 20-30 seguite dal simbolo dell'euro, dal nome "Venditti", e dalla frase "gip archivia". Nota che risalirebbe al febbraio del 2017, poco prima che il procedimento fosse effettivamente archiviato. L'ipotesi è che l'inchiesta sia stata archiviata dolosamente, dietro pagamento in contanti.
Le indagini su Andrea Sempio condotte nel 2017 dalla procura di Pavia "sono state caratterizzate da una serie di anomalie" . Lo scrivono il pm di Brescia Claudia Moregola e il procuratore Francesco Prete nel decreto che dispone le perquisizioni. "Da alcuni appunti manoscritti" sequestrati il 14 maggio scorso nell'abitazione dei genitori di Andrea Sempio ''emergerebbe che agli inizi del mese di febbraio 2017'' e dunque in concomitanza con le indagini allora affidate a Venditti ''fosse stata proposta o comunque ipotizzata la corresponsione al procuratore aggiunto Mario Venditti di una somma di denaro correlata alla archiviazione del procedimento, come ricavabile dalla scritta "Venditti gip archivia X 20-30 euro", archiviazione richiesta da Venditti in data 15 marzo 2017 e accolta dal gip di Pavia in data 23 marzo 2017. "Tra i passaggi intercettivi non trascritti vi era il riferimento di Sempio Giuseppe (padre di Andrea) di pagare quei signori lì con modalità non tracciabili. In relazione a tale elemento - si legge ancora - appare necessario capire perché fu omessa ogni verifica bancaria allo scopo di cercare di ricostruire chi fossero i beneficiari effettivi di quei pagamenti e la loro causale".
Accertamenti che sono stati poi effettuati nell'attuale indagine della procura di Brescia e delegati alla Gdf e che "hanno fatto emergere una serie di movimentazioni anomale tra il dicembre 2016 e il giugno 2017: le zie paterne di Sempio hanno emesso ad esempio assegni complessivi per euro 43mila a favore del fratello Sempio Giuseppe, nel medesimo tempo Sempio Giuseppe insieme ad Sempio Andrea hanno effettuato prelievi in contanti per euro 35mila, del tutto incongrui rispetto alle loro ordinarie movimentazioni". Elementi che hanno imposto agli investigatori la ricerca di altri riscontri nei dispositivi degli indagati.
In particolare i pm bresciani, competenti per gli eventuali reati commessi dai magistrati del distretto di Corte d'Appello di Milano, evidenziano "l'omissione" da parte della polizia giudiziaria incaricata delle indagini della "trascrizione di alcuni passaggi rilevanti delle intercettazioni ambientali" e "alcuni contatti opachi" tra Sempio e i carabinieri in congedo Silvio Sapone e Giuseppe Spoto, allora rispettivamente addetto e responsabile della sezione di polizia giudiziaria della Procura di Pavia. Sapone avrebbe intrattenuto con la famiglia Sempio "dei contatti non relazionati"; mentre quelli di Spoto avrebbero avuto una "durata incongrua rispetto all'attività da svolgere".
Tra le "anomalie" evidenziate nel decreto di perquisizione, da carabinieri e guardia di finanza, i pm di Brescia citano anche "la breve durata dell'interrogatorio di Andrea Sempio" e la "verosimile conoscenza anticipata" da parte dei suoi familiari dei temi su cui sarebbero stati sentiti dai pm di Pavia. Nel decreto viene evidenziata la "formula tranchant" con cui si conclude l'annotazione d'indagine del 7 marzo 2017: "Completa assenza di elementi a supporto delle ipotesi accusatorie a carico di Andrea Sempio".
Nel decreto di perquisizione si fa riferimento anche all'intercettazione ambientale di una conversazione tra Sempio e suo padre Giuseppe, captata a bordo dell'auto dell'indagato il 9 febbraio 2017, il giorno prima dell'interrogatorio, in cui viene adombrato il sospetto che l'indagato fosse stato preparato all'interrogatorio. "Comunque ha detto che ti chiederà le cose che sono state depositate. Non è che...", dice il padre; "Sì lo so", risponde il figlio. "Massimo - prosegue Giuseppe Sempio - se ti infila dentro qualche domanda che non... dici: guardi io non mi ricordo, son passati dieci anni...".
Padre e figlio vengono intercettati anche il giorno successivo, subito dopo l'interrogatorio. I due si confrontano su quanto dichiarato agli inquirenti, con la famosa espressione "ne ho cannata una", rispetto a una domanda su quando Sempio avesse ritrovato lo scontrino del parcheggio di Vigevano della mattina del 13 agosto 2007, quando venne uccisa Chiara Poggi a Garlasco. Dopodiché l'amico del fratello della vittima, indagato allora come oggi per l'omicidio, confrontandosi con il padre, osservava: "A parte che erano dalla nostra... perché mi han fatto alcune domande che io ho capito perché me le facevano...".
© RIPRODUZIONE RISERVATA




