In carcere due suicidi e un'overdose in pochi giorni. «Intervenite»

Una donna deceduta a Rebibbia, due uomini si sono tolti la vita a Viterbo e a Lecce. L'appello dell'arcivescovo Fisichella: forme di amnistia e liberazione almeno nell'anno del Giubileo
December 12, 2025
Un detenuto nel carcere di Bollate
Un detenuto nel carcere di Bollate
«Il Giubileo dei detenuti inizia nel peggiore dei modi, con notizie di morte e disperazione», ha detto sconsolato il Garante dei detenuti del Lazio, Stefano Anastasia. Perché la scorsa notte è morta nel carcere di Rebibbia una donna cinquantanovenne, probabilmente per overdose. E prima, l’altro ieri - ha continuato Anastasia - «c'è stato un caso di suicidio nel carcere di Viterbo e il decesso di un detenuto a lungo in coma e in terapia intensiva per una violenza tra detenuti all'interno di Rebibbia»: una brutta «successione di morte che segna queste giornate dedicate ai detenuti». Ed è stata preceduta, giovedì, dal suicidio di un uomo recluso nel carcere di Lecce. La donna morta a Rebibbia «aveva importanti problemi di salute, era seguita dai sanitari», ma «come si sa, non è il carcere il luogo per dare le cure necessarie», ha detto ancora il Garante. L’hanno trovata ieri mattina nella sua cella nella sezione femminile del carcere romano e una seconda è stata portata in ospedale, come ha fatto sapere il segretario generale del Sindacato polizia penitenziaria, Aldo Di Giacomo: «Siamo all’ennesimo caso di diffusione di stupefacenti che solo negli ultimi mesi dell’anno registra due morti a San Vittore e tre ricoverati in gravi condizioni a Rebibbia maschile e un decesso, uno a Sassari, uno a Gorizia, uno a Reggio Emilia e uno a Firenze». Infine, il duro appello: «Da parte dell’amministrazione penitenziaria, del Governo e della politica si preferisce fare come le tre scimmiette: non vedo, non sento, non parlo».
In tutta Italia, secondo il monitoraggio costante di “Ristretti Orizzonti” (sito di cultura e informazione dal carcere, i decessi negli istituti di pena italiani nel 2025 e fino ad oggi sono stati 224, dei quali 76 suicidi. Nel 2024, i decessi erano stati 246, dei quali 91 suicidi. Nel Lazio, i detenuti sono attualmente 6.702 su 4.485 posti effettivamente disponibili, per un tasso di affollamento pari al 149%. A Viterbo i detenuti presenti sono 716 con un tasso di affollamento del 177% e a Rebibbia femminile 370 tasso di affollamento del 149%. Per rispetto della donna morta la scorsa notte, sono stati subito rinviati a data da destinarsi i “Giochi della Speranza”, promossi dalla Fondazione Giovanni Paolo II, dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e dalla rete di magistrati Sport e Legalità, al loro posto, si terrà un momento di raccoglimento all’interno di Rebibbia insieme ai partecipanti che erano già stati invitati, come Michela Di Biase, parlamentare Pd. I “Giochi della Speranza” erano sarebbero dovuti essere alla seconda edizione e vengono anche chiamati la “piccola olimpiade in carcere”, un’iniziativa che era stata stata organizzata appunto per il Giubileo dei detenuti (dal 12 al 14 dicembre).
E per l’arcivescovo Rino Fisichella, che dell’Anno Santo cura l’organizzazione come pro-prefetto del Dicastero vaticano per l’Evangelizzazione, «la notizia veramente triste» giunta da Rebibbia «ci porta ancora una volta a verificare qual è lo stato di disagio, sofferenza, mancanza di dignità in cui vivono i detenuti». Da qui l’auspicio di monsignor Fisichella: «Almeno in questo anno giubilare si possano spalancare prospettive che portino a ciò che papa Francesco chiedeva: forme di amnistia e liberazione». Appena tre giorni fa, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella era stato in visita a proprio a Rebibbia femminile, sottolineando come le carceri dovrebbero essere «luoghi di rinascita».

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