Il Parlamento Ue prende posizione: «Riconoscere la Palestina»
Una risoluzione del Parlamento Ue chiede agli Stati membri di fare passi più decisi per fermare Israele. Nel testo non c’è la parola «genocidio». Votano a favore Forza Italia

Riconoscere lo Stato palestinese, sanzioni a ministri estremisti e coloni, sì allo stop di fondi a Israele, dura condanna per il blocco degli aiuti umanitari, il concetto per cui il diritto all’autodifesa non giustifica quanto sta accadendo nella Striscia. È piuttosto dura, per quanto con alcune “smussature”, la risoluzione approvata dal Parlamento Europeo riunito in plenaria a Strasburgo sulla situazione a Gaza, definita «al punto di rottura».
Un testo faticosamente negoziato tra i partiti della maggioranza europeista che sostiene Ursula von der Leyen (Popolari, Socialisti, Liberali e Verdi), che un po’ a sorpresa ha superato una difficile prova. Un voto che ha però visto l’ennesima spaccatura della maggioranza del governo a Roma: sì di Forza Italia, no della Lega e astensione di FdI. Il testo, ha affermato Carlo Fidanza, capodelegazione meloniano nei Conservatori, «non ha raggiunto l’equilibrio che avremmo voluto e che il dramma di Gaza avrebbe richiesto». «Finalmente – esulta invece, per il Pd, Cecilia Strada - il campo progressista ha sbloccato l'ignobile stallo del Parlamento Europeo su Gaza che andava avanti dal 7 ottobre». Nel complesso, il testo (non vincolante) è stato approvato con 305 sì, 151 no e 122 astenuti. Il Ppe si è spaccato (circa un terzo ha votato contro), molto più compatti i Socialisti e democratici (cui appartiene il Pd).
Il testo è frutto di un negoziato con momenti di alta tensione. Alla fine, il Ppe ha ritirato un emendamento che in sostanza respingeva il riconoscimento dello Stato palestinese (se non a condizioni durissime). In cambio i socialisti hanno ritirato un emendamento in cui si parlava di «prova lampante che a Gaza si sta perpetrando un genocidio». Un’espunzione che ha fatto gridare allo scandalo M5s (che infatti ha votato contro) parlando di «risoluzione debolissima» e «un tradimento della memoria di oltre 60.000 civili uccisi». Va detto che il Ppe è riuscito a far passare altri quattro emendamenti, tutti a smussare alcune formulazioni nei riguardi di Israele.
Rimane comunque un testo abbastanza duro, la cui prima novità, lo accennavamo, è il riferimento esplicito allo Stato palestinese. Il Parlamento, si legge, «invita gli Stati membri a valutare la possibilità di riconoscere lo Stato di Palestina nell’intento di realizzare la soluzione fondata sulla coesistenza di due Stati». Il testo appoggia in pieno l’annuncio della presidente della Commissione Von der Leyen, mercoledì nel discorso sullo Stato dell’Unione, di sospendere i pagamenti bilaterali tra Bruxelles e Israele e «appoggia la sospensione parziale dell’accordo di associazione Ue-Israele». Non basta: il Parlamento si esprime a favore di sanzioni contro ministri estremisti del governo israeliano (come già annunciato da Von der Leyen senza però fare nomi): il testo cita il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich e il collega alla Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir (entrambi dell’estrema destra israeliana). Ulteriori sanzioni anche per i coloni violenti, e una dura condanna alla politica israeliana di espansione delle colonie in Cisgiordania.
In primo piano naturalmente il dramma umanitario. Il Parlamento Europeo «esprime seria preoccupazione per la catastrofica situazione umanitaria nella Striscia» e «condanna fermamente il blocco degli aiuti umanitari a Gaza da parte del governo israeliano che ha provocato una carestia nel nord di Gaza», chiedendo «la fornitura senza ostacoli e su vasta scala di aiuti umanitari». E inoltre «condanna le ripetute violazioni del diritto internazionale umanitario a Gaza, compresi i trasferimenti forzati di massa». Certo, c’è pure la rinnovata condanna «con la massima forza» dei «barbari crimini perpetrati da Hamas contro Israele». Si afferma però che «il diritto di Israele di difendersi non può giustificare un’azione militare indiscriminata a Gaza e nella regione», e si «esprime preoccupazione per le continue operazioni militari nella Striscia di Gaza che hanno causato sofferenze insopportabili per la popolazione civile, in particolare i bambini». La richiesta è di un cessate il fuoco immediato.
«Indignazione> anche per «l’uccisione di 248 giornalisti e 508 operatori umanitari, nonché per i ripetuti attacchi contro ospedali e convogli umanitari». Il Parlamento, inoltre, «esprime solidarietà ai cristiani di Gaza e della Cisgiordania e sottolinea che essi svolgono un ruolo umanitario e sociale essenziale».
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