Il Demanio spinge lo sviluppo: investiti 3,9 miliardi nel 2024
di Ginevra Gori
Caserme, carceri, manifatture trasformate in studentati, uffici pubblici, aree culturali e ricreative. In tre anni gli investimenti sul patrimonio dello Stato sono aumentati del 144%

Trasformare il paesaggio urbano in base alle nuove esigenze sociali, economiche e ambientali, rigenerando il patrimonio degli immobili pubblici. È l’obiettivo dei Piani Città studiati dall’
Agenzia del Demanio, l’ente economico gestore di 44mila edifici dello Stato per un valore stimato intorno ai 63 miliardi di euro
. Un programma che punta non solo a ristrutturare e riutilizzare quel patrimonio, ma a ridefinire il suo ruolo per migliorare la qualità della vita dei cittadini. Secondo la terza edizione del rapporto annuale dell’Agenzia, presentato alla Camera dei deputati, sono ventiquattro i Piani Città già avviati in tutto il Paese, per un totale di 252 immobili da riqualificare e 4 milioni di metri quadri di superficie utile da reimpiegare da nord a sud. Altri sessantacinque progetti dovrebbero essere sottoscritti entro il 2028. L'anno a cui guarda anche il Piano Strategico Industriale sul quale si fonda il report, che prevede un’iniziativa di ampio respiro sul riuso degli edifici pubblici in termini di sostenibilità, digitalizzazione, innovazione e collaborazione con gli Enti Locali.
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La visione alla base è quella di superare la logica frammentaria cha ha caratterizzato la gestione degli immobili pubblici per decenni, abbracciando invece un approccio di sistema dove ogni intervento contribuisce a un disegno più ampio dal punto di vista economico e sociale» chiarisce la direttrice dell’Agenzia del Demanio, Alessandra Dal Verme.
Ma come si mette a punto davvero un Piano Città? Si parte dall’analisi del contesto locale, delle sue caratteristiche specifiche e delle esigenze abitative e demografiche, per poi intervenire lungo tre assi: rigenerazione urbana, transizione ambientale ed energetica e valorizzazione sociale e culturale. Per fare un esempio, ad Ancona, undici immobili da riqualificare soddisferanno cinque diversi obiettivi fra housing per studenti, ricettività turistica, aggregazione sociale, smistamento logistico e sedi per la pubblica amministrazione. A Cagliari, oggetto della stessa “metamorfosi” saranno altri sedici immobili, tra i quali anche il carcere Buoncammino. Caserme, vecchi palazzi delle Finanze, vecchie carceri, depositi militari, palazzi storici ed ex manifatture da Monza a Benevento, da L’Aquila a Belluno, da Potenza a Civitavecchia. Nella lista degli edifici da rigenerare- e non semplicemente ristrutturare- c'è di tutto.
La presentazione del rapporto annuale per il Demanio è stata anche un’occasione di bilanci. L'ultimo triennio ha visto crescere gli investimenti nel patrimonio dello Stato del 144%, per un totale di circa quattro miliardi di euro (3,9 per la precisione) nel 2024
. Gli interventi avviati con successo sono aumentati del 11,4%, mentre risulta essersi ridotta di 120 milioni di euro (-11,2%) la spesa per i costi di funzionamento degli edifici e per gli affitti passivi, cioè quelli stipulati dalle PA con altri enti pubblici proprietari degli immobili. Sul fronte dei criteri ESG per la sostenibilità invece, spiccano altri risultati: il 69% dei consumi energetici ridotti negli spazi oggetto di intervento e l’85% di riqualificazioni che hanno dato nuova vita ad aree urbane dismesse, senza consumo di suolo e con misure di adattamento ai cambiamenti climatici. «Il riuso dell’immobile pubblico, le competenze, l’innovazione tecnologica e la partecipazione dei territori e degli investitori privati guidano l’azione dell’Agenzia» continua Dal Verme. Per attrarre investitori privati coinvolgendo il mercato è stato creato anche un portale (“Crea Valore, investi con noi”), che promette di facilitare l’attivazione di iniziative congiunte, e anche diciotto bandi di uso temporaneo per l’utilizzo immediato degli immobili in disuso, da aprire ad attività culturali, servizi per le comunità e spazi per giovani e famiglie.
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