I giovani e la dipendenza (crescente) da alcol e videogame
Nella ricerca sui 16-24enni promossa dalla presidenza del Consiglio, uno su tre viene influenzato da testi di canzoni che incitano all'eccesso (non solo di droghe). Tra le proposte dei tecnici alla Conferenza sulle dipendenze, quella di inserire il gaming disorder nei Lea

Il sistema è ormai maturo per fare “un salto” in avanti nell’affrontare il tema delle dipendenze. E per farlo occorre innanzitutto orientare le energie per arrivare a dei «modelli integrati» di presa in carico e di cura. Perciò di fronte alla frammentazione della governance e alle differenze territoriali, all’assenza di un coordinamento e, spesso, anche alla mancanza di formazione specifica sulle nuove frontiere delle dipendenze come il gaming disorder e alle dipendenze digitali, ciò che si chiede è di fare sistema a tutti i livelli e inserire nei Lea (livelli essenziali di assistenza) le nuove patologie da gioco online. La seconda, ed ultima, giornata della settima Conferenza nazionale sulle dipendenze è dedicata a tirare le fila degli otto tavoli tematici con la presentazione delle proposte che i tecnici del settore. La richiesta comune è di trovare un modello integrato di lavoro, multidisciplinare, specifico per i bisogni che cambiano. Sul fronte dei giovani, ad esempio, la parola chiave è prevenzione, basata sui «cantieri di comunità educanti», sintetizza il lavoro del tavolo Giulio Maira, neurochirurgo e componente del Comitato nazionale di biosicurezza, biotecnologie e scienza della vita, insieme a «rafforzare la collaborazione tra scola e servizi» per raggiungere almeno il livello europeo del 72% di giovani informati sui rischi delle dipendenze (ora siamo al 49%).
Anche perché il quadro che emerge dalla ricerca sui giovani (16-24 anni), promossa dal Dipartimento politiche antidroga della Presidenza del Consiglio in occasione della conferenza, conferma come alcol, droghe e modelli trasgressivi sono gli elementi nella quotidianità dei giovani che «rischiano di sviluppare una normalizzazione dell’eccesso». A influenzare le scelte e i comportamenti dei giovani infatti sono sportivi, creator e musicisti, figure che uniscono successo e visibilità. In particolar modo, uno su tre ammette che i testi che esaltano droghe, alcol o violenza influenzano il proprio modo di vedere la realtà. Nove su 10 inoltre fanno regolare uso di alcol e per 2 su 3 le droghe “leggere” vengono considerate socialmente accettate. Si pensa soprattutto ai ragazzi durante il tavolo che si occupa di gioco online, con la coordinatrice Claudia Mortali, ricercatore del centro nazionale dipendenze dell’Iss, che sintetizza le proposte con «inserire nei Lea il gaming disorder, formare gli operatori, usare protocolli condivisi, facilitare l’accesso ai servizi settandolo per età e trovare meccanismi efficaci per limitare l’iniziazione al gioco online».
Nel caso invece di problemi di salute mentale e di tossicodipendenze, sottolinea Augusto Consoli, presidente della Società italiana di tossicodipendenze, tra le proposte, c’è quella di «avere un solo case manager per entrambi i percorsi e protocolli condivisi su cui operare». Un’idea che si lega alla proposta di una piattaforma unica nazionale digitalizzata che arriva dal tavolo su rilevazione e monitoraggio. «Occorre implementare una governance centrale integrata e un coordinamento strategico e tecnologico presso il nuovo Osservatorio nazionale permanente», la proposta sintetizzata da uno dei coordinatori del tavolo Luciano Squillaci, presidente della Federazione italiana comunità terapeutiche, insieme all’idea di «un laboratorio nazionale» con l’obiettivo di implementare la raccolta dati e creare un glossario condiviso.
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