I familiari dei pazienti si sono messi per 24 ore nei panni di medici e infermieri
di Paolo Viana
L’iniziativa della Fondazione Pelucca di Sesto San Giovanni, a Milano, contro la violenza sul personale sanitario: «Un piccolo passo per accorciare le distanze»

I familiari degli anziani ricoverati nelle Rsa della Fondazione Pelucca di Sesto San Giovanni non si limitano a far visita al proprio parente: lo assistono come farebbe un infermiere o un medico, per un giorno intero. È il progetto pilota lanciato nel Milanese e che potrebbe prendere piede a livello nazionale per avvicinare i care giver e le famiglie alla vita quotidiana dell’assistenza residenziale. Si chiama “Inter-Azione”, il progetto attivato in questi giorni dalla Fondazione Pelucca nel proprio istituto geriatrico alle porte di Milano, su impulso del direttore generale e sanitario della struttura, Giuseppe Minutolo, che parla di «un’azione sperimentale unica e di grande importanza sociale» per far capire ai familiari dei degenti cosa significa realmente lavorare in questo campo. È un modo, non lo nasconde il cardiochirurgo, per annullare la tensione che in alcuni casi, anche se non in questo, si crea intorno alle strutture sanitarie, sempre più spesso oggetto di attacchi, non solo verbali, da parte di familiari provati dalle difficoltà e dal dolore. «Il progetto, per quanto siamo a conoscenza unico nel suo genere - ha aggiunto - è figlio del crescente fenomeno degli attacchi verbali e purtroppo fisici che subiscono le donne e gli uomini che prestano il loro servizio nel Sistema Sociosanitario» e La Pelucca – come spiega il presidente della Fondazione, Giuseppe Nicosia – ha sentito il dovere di «prendere parte al processo di sensibilizzazione già attivo su questa tematica, attraverso un’iniziativa che vuole incidere dalla radice, cioè dai parenti dei pazienti, da quella parte di società civile direttamente coinvolta, creando un percorso che li veda attori protagonisti, facendo vivere loro la normale quotidianità di una giornata di lavoro in una struttura».
Si esclude solo la fase dell’igiene personale. Per il resto, spiega il direttore Minutolo, i parenti imparano a spostare il malato nel letto, nutrirlo, accudirlo, ecc. «In questo modo si crea consapevolezza, alleanza e riconoscimento reciproco». Nella prima edizione, conclusasi in questi giorni, hanno aderito una decina di parenti, ma è stata richiesta una nuova edizione e si pensa di gemmare l’iniziativa in altre realtà. La Fondazione Pelucca gestisce due Rsa (180 posti letto accreditati) nel Milanese e aderisce a Uneba. Ha una convenzione con l’Università di Milano per la formazione di un medico specializzando. «Per i parenti è una esperienza, quella di una giornata a parti invertite, ma questo piccolo passo ha un grande significato, perché accorcia le distanze» commenta Minutolo.
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