Come è successo che a Firenze un cubo abbia preso il posto del Teatro comunale

Non si placa la polemica sulla costruzione avveniristica spuntata nella skyline del centro storico (che pure è patrimonio Unesco), che ospita 156 appartamenti di lusso per affitti turistici
August 26, 2025
Come è successo che a Firenze un cubo abbia preso il posto del Teatro comunale
Ansa | Il “cubo nero” nel centro storico di Firenze
Non si placa la polemica sul cubo bianconero costruito al posto del Teatro Comunale, frutto di un investimento privato di 156 appartamenti di lusso per affitti turistici di breve periodo e altri trenta in vendita. Un edificio che è diventato il simbolo in negativo della trasformazione urbanistica di Firenze, città d’arte e sito Unesco. Alle polemiche cresciute nelle ultime settimane si aggiunge ora l’attenzione della magistratura: la procura di Firenze ha aperto un fascicolo esplorativo sull’edificio, situato in pieno centro storico. Il procuratore Filippo Spiezia ha disposto accertamenti senza indagati, con l’obiettivo di verificare eventuali violazioni edilizie o urbanistiche. La polizia giudiziaria sta raccogliendo informazioni più puntuali rispetto al dibattito pubblico.
Sul piano politico, Eike Schmidt, ex-direttore degli Uffizi e candidato sindaco per il centrodestra, ha annunciato un esposto all’Unesco a Parigi: «Quel brutto blocco nero non è spuntato a caso, ma è l’esito di una trasformazione urbanistica sulla quale l’amministrazione avrebbe dovuto vigilare con maggiore attenzione». Il Comitato Salviamo Firenze ha chiesto alla magistratura di far luce sull’iter dell’intervento.
La sindaca Sara Funaro, chiamata in causa dalle opposizioni, ha replicato sottolineando la correttezza dei percorsi seguiti: «Non penso che si debba ragionare sui giudizi personali e sui pareri estetici quanto sui percorsi fatti. L'amministrazione comunale ha già risposto in maniera puntuale con una nota che ha elencato tutti i passaggi effettuati. L'assessore Biti ha anche replicato a determinate accuse. Non ho altro da aggiungere. Per il futuro penso che per le aree da riqualificare a Firenze bisognerà portare avanti percorsi di partecipazione, come abbiamo fatto per l'area dell'ex caserma dei Lupi di Toscana e come continueremo a fare».
La vicenda divide anche tecnici e soprintendenti. Antonio Bugatti, vicepresidente dell’Ordine degli architetti, ha denunciato l’assenza di un vero processo partecipativo, mentre Andrea Pessina, ex-soprintendente ai beni artistici, archeologici e paesaggistici che all’epoca diede il via libera, ha liquidato le polemiche con una battuta: «Non ricordo, ho firmato migliaia di atti. Bisognerebbe chiedere al funzionario che seguì la pratica». Ben più critica la soprintendente attuale, Antonella Ranaldi, che ha contestato «le estese superfici vetrate e specchiate che poco si addicono a edifici e contesti storici», aggiungendo: «Sono colpita dalla mole dell’intervento e dal suo effetto sulla skyline. Preferisco inserimenti più cauti e in linea con la tradizione».
La storia parte da lontano: nel 2008 fu deciso il cambio di destinazione urbanistica. Dopo aste andate deserte, l’immobile passò alla Cassa Depositi e Prestiti per 23 milioni e, nel 2020, al fondo Future Living (Blue Noble e Hines) per 27 milioni. La demolizione del teatro avvenne nel 2021: al suo posto sono sorti tre palazzi turistico-ricettivi, con il discusso cubo bianconero che oggi domina Corso Italia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA