C'è un murale nel carcere di Secondigliano per ricordare chi è stato ucciso
L’opera, promossa dalla Fondazione Polis, rappresenta un campo di girasoli e verrà inaugurata sabato. Ecco come è stata realizzata e perché

Un’ampia distesa di girasoli accoglierà da sabato chi varcherà la soglia del carcere di Secondigliano a Napoli, cittadella penitenziaria di circa 384mila metri quadrati (che ospita circa 1.300 detenuti per lo più appartenenti ad organizzazioni criminali). Il murale dedicato a tutte le vittime innocenti della criminalità campane, realizzato dalla Fondazione Pol.i.s. della Regione Campania e dal centro penitenziario, raffigura tanti girasoli, simbolo di tutte le vittime e di chi ne custodisce intimamente il ricordo, nel segno di un fiore che si rivolge sempre al sole. «I girasoli – spiega don Tonino Palmese, presidente della Fondazione Pol.i.s – per rimanere al mondo hanno bisogno del sole e ci ricordano la positività, la rinascita, insegnandoci anche il limite e che ogni nostro percorso “non è invano”». Proprio come recita il progetto, frutto di un concorso internazionale di idee indetto dalla Fondazione diversi anni fa.
L’ampia distesa di girasoli, simbolo di tutte le vittime e di chi ne custodisce intimamente il ricordo, sono accompagnati anche dai versi della poesia “Non invano i venti hanno soffiato”, di Sergej Aleksandrovic Esenin, le cui parole hanno ispirato il progetto. Un esempio perenne di accoglienza tra vittime e colpevoli che guarda alla città di Napoli, da un lato, e che, dall’altro, sarà invece visibile dalle celle della popolazione carceraria.
L’ampia distesa di girasoli, simbolo di tutte le vittime e di chi ne custodisce intimamente il ricordo, sono accompagnati anche dai versi della poesia “Non invano i venti hanno soffiato”, di Sergej Aleksandrovic Esenin, le cui parole hanno ispirato il progetto. Un esempio perenne di accoglienza tra vittime e colpevoli che guarda alla città di Napoli, da un lato, e che, dall’altro, sarà invece visibile dalle celle della popolazione carceraria.
Negli ultimi anni la Fondazione Pol.i.s. ha cercato di lavorare nel solco della giustizia riconciliativa. «Nel nostro impegno – spiega Palmese – spesso vittima e colpevole si rendono conto di stare dalla stessa parte: questa forma di riconciliazione - che è supportata dalla memoria dell'accadimento - è già una forma emancipata di riconciliazione e ci spinge quindi a dire che “non invano c'è stata la tempesta”». È questa infatti la frase che accompagnerà chi la tempesta l’ha attraversata e forse la sta ancora attraversando; una tempesta che ha investito loro stessi, le loro famiglie, e chi quella tempesta l’ha subita. Il murale è stato realizzato dagli artisti del collettivo Orticanoodles con il coordinamento di Inward, Osservatorio Nazionale sulla creatività Urbana per veicolare un messaggio chiaro e forte: anche il più profondo dei dolori può trasformarsi in impegno civile e può incidere nel cambiamento.
Durante la realizzazione gli stessi detenuti sembravano entusiasti dell'opera. «Dalle nostre celle si vede il murale in progress, è molto bello», ha detto Giovanni, detenuto del reparto Mediterraneo. «State facendo proprio una bella cosa», ha detto poi Enzo dello stesso reparto. Sorrisi e sguardi ammirati che da domani coloreranno le giornate di chi è recluso. «Un messaggio forte, quello che parte dal nostro murale in ricordo delle vittime innocenti della criminalità – spiegano gli artisti –. Poche parole dipinte su di un muro che cercano di scavare nell’animo, di dare delle risposte, di indicare una strada. Se la indicassero anche solo ad una persona, già avremmo vinto. Queste parole, il nostro murale, sono semi che noi piantiamo nella speranza che possano germogliare, ma anche che non facciano dimenticare le donne e gli uomini innocenti caduti sotto il fuoco della criminalità». #Noninvano è il titolo del progetto di sensibilizzazione sul tema delle vittime innocenti della criminalità, nato nel 2015, e promosso dalla Fondazione Polis della Regione Campania.
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