BenVivere, un cambio di metodo per mappare il territorio con precisione

Alla settima edizione del Festival Nazionale dell’Economia Civile sarà presentato il nuovo report: fra le novità la scelta di passare dalle classifiche di 107 province alle classi di rating di 53
July 10, 2025
BenVivere, un cambio di metodo per mappare il territorio con precisione
ALESDIMARCO |
Il 4 ottobre 2025, in occasione della settima edizione del Festival Nazionale dell’Economia Civile, sarà presentato il nuovo “Rapporto sul BenVivere e la Generatività dei Territori Italiani”, uno strumento utile per leggere con uno sguardo civile e attento i fattori di vulnerabilità e resilienza del paese.
Fra le novità principali di quest’anno vi è la scelta di passare dalle classifiche delle 107 province alle classi di rating di 53 aree vaste (Metropolitane, Diffuse e Autonome). In particolare, le aree vaste rappresentano un livello di pianificazione e gestione territoriale intermedio tra i comuni e la regione. L’obiettivo è quello di superare la narrativa a somma zero, dove c’è sempre qualcuno che vince e qualcuno che perde, a una narrativa a somma positiva, dove tutti i territori possono ambire ad entrare nella classe di rating più elevata (la famosa tripla A). Inoltre, i confini delle Aree Vaste risultano essere più rappresentative delle esigenze dello sviluppo locale economico e integrale, in quanto quasi perfettamente corrispondenti alle aree di afferenza delle Camere di Commercio. Altri elementi di novità riguardano: 1) la riduzione del numero degli indicatori (da 77 a 46) e la loro riorganizzazione in otto dimensioni (non più dieci), per dare maggiore peso ai temi centrali dell’economia civile come, ad esempio, la Biodiversità d’Impresa; 2) la serie storica del BenVivere nazionale basata sui dati del nuovo set di indicatori; 3) le classi di rating della generatività in atto delle persone (non più dei territori), cioè della loro capacità di contribuire alla creazione e alla crescita di qualcosa di nuovo e positivo per il Bene Comune con le loro scelte sociali, economiche, ambientali, familiari e professionali, con una survey rappresentativa di oltre 5.300 interviste; 4) uno studio approfondito sul rapporto fra intelligenze multiple (relazionale, emotiva, esistenziale, contempl-attiva individuale e contempl-attiva sociale), felicità e riduzione di alcune forme di diseguaglianza; 5) l’introduzione nell’analisi degli indicatori di BenVivere fifty-fifty.
In particolare, quest’ultima novità rappresenta il tentativo metodologico di ricomporre la frattura fra accessibilità e complessità degli indicatori della qualità della vita, evitando il paradosso di premiare alcuni territori per una singola variabile, quando in realtà le condizioni di BenVivere sono mediamente critiche in tutte le altre. Difatti, la metodologia fifty-fifty attribuisce il 50% di peso all’indicatore composito del BenVivere (premiando i territori nei quali mediamente si vive bene) e il 50% di peso a un indicatore elementare “iconico” (premiando i territori nei quali tale variabile ha buone performance). In altri termini, si tratta di una metodologia di equilibrio.
Entrando nel merito, nel Rapporto 2025 sono presi in esame 18 indicatori “iconici”, che afferiscono a tutte le otto dimensioni del BenVivere. Gli indicatori di BenVivere fifty-fifty, che nascono da questi 18, sono poi analizzati confrontando i loro livelli medi fra le due tipologie di Area Vasta (Diffuse – es. Toscana Tirrenica - e Metropolitane – es. Napoli -). I risultati restituiscono una fotografia interessante di come, a seconda del punto focale che si prende in esame, si registri una migliore condizione di qualità della vita in una tipologia di Area Vasta piuttosto che in un’altra, anche all’interno della stessa dimensione del BenVivere.
Nell’Ambiente l’Indice del Clima è migliore nelle Aree Vaste Metropolitane, mentre l’utilizzo dell’Energia da Fonti Rinnovabili è migliore nelle Aree Vaste Diffuse. Nella dimensione Reti di Connessione le condizioni del traffico sono migliori nelle Aree Vaste Diffuse, mentre le Piste Ciclabili sono più capillari nelle Aree Vaste Metropolitane. Nella dimensione Comunità, Cultura e Sport si rileva una presenza maggiore di ETS nelle Aree Vaste Diffuse, a fronte di un maggior livello di assistenza alle persone diversamente abili e una maggiore offerta di spettacoli nelle Aree Vaste Metropolitane. Nella dimensione della Biodiversità d’Impresa la cooperazione è maggiormente presente nelle Aree Vaste Metropolitane, mentre le start-up innovative a vocazione sociale e/o verde nelle Aree Vaste Diffuse. Negli indicatori fifty-fifty legati alle dimensioni del Capitale Umano e Occupazione (Laureati e Transizione del Mercato del Lavoro), della Sicurezza (Omicidi), della Demografia e Salute (Speranza di Vita, Natalità e Assistenza agli over65) e dell’Economia, Finanza e Prossimità (Pil pro-capite, Desertificazione Bancaria e Assistenza ai soggetti fragili) le Aree Vaste Metropolitane hanno sistematicamente livelli più elevati (anche se non in misura statisticamente significativa).
Sulla base di queste considerazioni l’introduzione degli indicatori di BenVivere fifty-fifty può contribuire al dibattito politico ed economico su come migliorare la qualità della vita su tematiche specifiche e rilevanti con azioni a geometrie variabili a seconda che si tratti di Aree Vaste Diffuse o di Aree Vaste Metropolitane. Inoltre, questi indicatori possono aiutare i cittadini e le cittadine a leggere in misura più accessibile le variabili che incidono sul loro stare bene e cosa conta di più fra queste, orientando, dove possibile, la scelta dell’area in cui, secondo le proprie preferenze e priorità, possono arrivare ad avere migliori livelli di BenVivere.
Phd, responsabile del Centro studi e valutazioni di NextEconomia

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