mercoledì 3 giugno 2020
Alla "Casa ferie Salvatore" a San Felice Circeo c'è stata la paura di non riuscire a riaprire,ma grazie proprio ai loro clienti, adesso sono pronti
Circeo, riapre un piccolo paradiso estivo per i disabili (e non solo)
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“Ogni anno, da diciassette, vengo qui con la mia famiglia a passare le vacanze. Non si trova un altro albergo in tutta Europa dove mi trovi mio agio con la sedia a rotelle e dove ho la possibilità fare il bagno nel mare con le mie figlie, che hanno quattro e quattordici mesi”. Lo scrisse vent’anni fa Anita alla “Casa ferie Salvatore”, che è a San Felice Circeo e fu la prima struttura di vacanze per disabili (e non) a nascere in Italia, nel 1978. Prova a riaprire adesso, dopo il lockdown e la preoccupazione di non riuscire più a farlo.

Per descriverla si possono prendere in prestito le parole di Lucia, in un’altra lettera scritta dopo un soggiorno, nel settembre 2011: “Sembra un piccolo paradiso, tra alberi lussureggianti, aiuole cariche di fiori, dialetti ombreggiati, tutto senza barriere architettoniche, creato a dimensione di persona disabile. La mia sorpresa e la mia meraviglia sono state grandi”. Ventimila metri quadri senza gradini e senza ostacoli da superare o aggirare, nemmeno nei bagni privati o nelle cucine. Un bel complesso fatto di verde e quaranta stanze. A un chilometro, un bel pezzo di spiaggia a disposizione, con bar, zona d’ombra, aiutanti, sedie per entrare in acqua e quest’anno anche igienizzanti, termometro a infrarossi, ombrelloni a tre metri e mezzo uno dall’altro. Qui si segue per filo e per segno tutto quanto previsto dai protocolli per l’emergenza.

Questo posto lo inventò quarantadue anni fa e tirò su con i suoi soldi Salvatore Avagliano, che per i suoi meriti alla fine del 2004 venne nominato Cavaliere della Repubblica di Germania, dov’era emigrato alla fine degli anni sessanta e dove aveva avuto per la prima volta a che fare con il mondo della disabilità). molti pensavano queste persone avessero malattie infettive>, raccontò una volta, sconsolato, ricordando le difficoltà degli inizi, sebbene qualche anno dopo avessero poi preso a fioccare le richieste di soggiorno da tutta Europa.

Con la sua morte, sua figlia Sabina aveva raccolto il testimone, ma negli ultimi tre mesi ha temuto di dover mollare tutto: <Non sapevamo quando sarebbe finito il lockdown, né come sarebbero andate le cose. Sono stati proprio i nostri clienti ad aiutarci, in tantissimi hanno disdetto, ma hanno voluto lasciarci l’acconto già versato “per aiutarvi” e che varrà per il prossimo anno>.

Sulla spiaggia si sta bene, il caldo non soffoca. Lucia Quadri ha appena finito il bagno, è romana, ha un fratello disabile dalla nascita e che nemmeno ama il mare: <Quando lo abbiamo portato qui, è rinato. E sono rinati anche mia madre e mio padre>. Sono stati mesi duri, gli ultimi, sempre sul filo del rasoio tra rialzarsi e cadere. Però, ricorda sabina, www.centroferiesalvatore.com)>.

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