mercoledì 19 maggio 2021
Apre a Roma la mostra di foto sull'ex penitenziario borbonico prospiciente l'isola di Ventotene. Marco Delogu, Raffaela Mariniello e Mohamed Keita documentano il sito alla vigilia del suo recupero

Per quasi due secoli il carcere di Santo Stefano ha ospitato, assieme a galeotti, i patrioti italiani del Risorgimento e poi della Resistenza. Negli anni '50 è stato un laboratorio per la funzione riabilitativa della pena. Dalla sua chiusura nel 1965 questo isolotto - prospiciente l'isola di Ventotene adibita durante il fascismo a luogo di confino e culla del pensiero europeista - ha vissuto più di mezzo secolo di grave degrado. Dall'anno scorso un progetto governativo è arrivato a salvare questo gioiello architettonico carico di storia, un carcere panopticon a forma di teatro: nel 2025 - totalmente restaurato - diventerà il "campus d'Europa", un centro di iniziative di alta formazione in chiave europea e mediterranea, aperto ai giovani, sui temi dei diritti umani e dello sviluppo sostenibile.

Alla vigilia di una stagione di rinascita, il penitenziario di Santo Stefano è il soggetto della mostra fotografica aperta a Roma, alle Terme di Diocleziano, da oggi e fino al 13 giugno, in via Enrico De Nicola 78. A inaugurarla il ministro della Cultura Dario Franceschini e il presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti. La mostra "La memoria del Dolore, un progetto di rinascita" è curata dal fotografo Marco Delogu, che ospita, assieme alle sue opere, anche le fotografie di Raffaela Mariniello e Mohamed Keita. L'esposizione intende documentare, attraverso l'interpretazione artistica dei tre autori, la drammaticità di un luogo di dolore ed espiazione, a lungo abbandonato al degrado.

La narrazione per immagini - panoramiche e in un denso bianco e nero quelle di Delogu, più solari quelle a colori di Mariniello e Keita - è affiancata da 8 brevi testimonianze scritte dai detenuti, comuni e politici, che qui hanno vissuto. Un video del registra Salvatore Braca illustra la storia e il futuro del progetto di recupero del penitenziario borbonico, guidato dalla commissaria straordinaria Silvia Costa, ex europarlamentare. A confermare il valore storico del sito è anche la Commissaria europea per la Cultura Mariya Gabriel, che ha dichiarato di sostenere la decisione del ministero della Cultura italiano di candidare l'isola di Ventotene e il suo "satellite" Santo Stefano al marchio del Patrimonio europeo. La Commissione europea designerà i siti selezionati all'inizio del 2022.

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