Opinioni

Difesa ferma e «attiva» degli Ordini dei medic. Vaccini, una svolta davvero salutare

Vittorio A. Sironi giovedì 21 luglio 2016
Un provvedimento doveroso, legittimo, atteso. È la ferma presa di posizione della Federazione nazionale degli Ordini contro i medici che sconsigliano i vaccini. Sono previste gravi sanzioni disciplinari – sino alla radiazione – perché la tutela della salute individuale e collettiva è un impegno primario e un imperativo deontologico per tutti coloro che operano nell’ambito della sanità. I medici sono in prima linea su questo fronte ed è grave che proprio il loro atteggiamento possa indurre a un’ambiguità comportamentale che non ha ragione d’essere sul piano scientifico ed etico. Dopo anni di polemiche, contrastate solo dalle dichiarazioni del Ministero della Salute e dell’Istituto superiore di sanità, si muovono dunque anche gli Ordini dei medici, che con un documento approvato all’unanimità dal Consiglio nazionale, sottolinenano come «i vaccini rappresentano una delle più grandi vittorie sulle malattie e sono tra i presidi più efficaci mai resi disponibili per l’uomo», ricordando come «la prevenzione e la scomparsa di malattie infettive, in passato tra i più terribili flagelli dell’umanità, costituiscono un successo senza pari (…) della scienza medica». Non è dunque lecito che un medico possa sconsigliare i vaccini ai propri pazienti. Così agendo viola il codice deontologico, incorrendo nei previsti provvedimenti disciplinari. L’ipotesi di sanzioni per i medici contrari ai vaccini era già emersa lo scorso ottobre, quando si stava lavorando nell’ambito del Ministero della Salute a un documento di indirizzo generale sulle vaccinazioni, per affrontare il grave problema – richiamato in febbraio dall’Oms – del calo della copertura vaccinale in Italia, col conseguente ritorno di infezioni che si ritenevano debellate, come il morbillo e la pertosse, potenzialmente letali e fonte di possibili nuove epidemie. «La scomparsa del confronto quotidiano con le conseguenze mortali o invalidanti di tante malattie, ha detto la presidente della Federazione degli Ordini Roberta Chersevani, ha indotto la cittadinanza a credere che il successo sulle malattie infettive fosse definitivo». Si è così fatta strada nell’opinione pubblica l’errata idea che i vaccini siano superflui e non più utili. Ancora peggio in questi ultimi anni sono dilagate (diffuse soprattutto su internet) informazioni errate e antiscientifiche sulla loro presunta pericolosità che spinge all’ostracismo verso l’uso di tali preziose risorse. Il fatto che contengano sostanze o additivi pericolosi e che possano essere causa di autismo sono oggi affermazioni unanimemente smentite sul piano medico-scientifico.  L’impegno della Federazione non si esaurisce solo nel contrastare chi non sostiene i vaccini, ma è anche propositivo. Il documento sottolinea come sia necessario valorizzare il ruolo del medico nella promozione delle vaccinazioni, intensificare l’adesione del personale sanitario alla vaccinazione, favorire il superamento del disallineamento tra scienza e diritto (come il ripetersi di sentenze che stabiliscono erroneamente l’esistenza di rapporti causali tra vaccini e autismo dimostra). In questa prospettiva, bisogna compattare l’impegno in favore della vaccinazione da parte delle istituzioni e degli operatori sanitari. Sarebbe opportuno reintrodurre l’obbligo del certificato di vaccinazione per iscrivere il bambino a scuola. È un atto legittimo sul piano giuridico – non lede la libertà individuale, ma garantisce la tutela della salute pubblica – e certamente efficace dal punto di vista sanitario. Il quadro normativo esiste già e sarebbe sufficiente una circolare congiunta dei Ministeri interessati, anche se occorrerebbe armonizzare i programmi vaccinali delle regioni: a oggi solo l’Emilia-Romagna ha introdotto il divieto d’ingresso al nido per i bimbi non vaccinati. Ogni sanitario poi, per il ruolo professionale che riveste, dovrebbe essere protagonista – al di là delle sollecitazioni e delle possibili sanzioni ordinistiche – nel promuovere attivamente la cultura delle vaccinazioni. Per superare i pregiudizi errati devono essere proprio i medici che hanno in cura i pazienti a impegnarsi nel mostrare loro il ruolo fondamentale delle vaccinazioni per prevenire le malattie infettive, usando e non abusando del rapporto di fiducia e di autorevolezza di cui godono. I benefici dei vaccini sono evidenti e palesemente superiori a rischi e costi. Occorre un’adeguata e corretta informazione per non sprecare banalmente una delle maggiori risorse che la medicina mette oggi a disposizione per salvaguardare la salute individuale e collettiva.