Opinioni

Salta il modello popolar-nazionalista. «Tegola» austriaca

Paolo Lambruschi martedì 21 maggio 2019

La piccola Austria con la crisi politica e di governo esplosa lunedì è tornata centrale per gli esiti del voto continentale e per le alleanze del futuro Parlamento europeo. L’ormai famoso video dello scandalo nel quale si vede l’ex vicecancelliere Heinz Christian Strache, 50 enne leader del partito sovranista e xenofobo Fpö offrire alla presunta nipote di un magnate russo vicino al presidente russo Putin, appalti in cambio di fondi neri elettorali rischia di innescare una valanga che può travolgere l’internazionale sovranista guidata da Matteo Salvini e orchestrata da Steve Bannon (e da chissà chi altri). Girate nell’estate del 2017, sei mesi prima che il partito si affermasse alle elezioni politiche come terza forza e formasse il governo con i popolari del giovane e rampante Sebastian Kurz, le immagini mostrano l’ignaro Strache affermare, con la lingua sciolta da diversi bicchierini, che i finanziamenti gli sarebbero serviti per le elezioni e per acquistare le quote di maggioranza di un quotidiano nazionale e ridurre a più miti consigli gli odiati giornalisti. Il video è stato diffuso da un quotidiano e un mensile tedeschi e il leader nazionalista si è dimesso seduta stante dal partito e dal governo con tante scuse (soprattutto alla moglie).

Chi lo ha girato? È uno dei misteri di Vienna, che con questa nuova maggioranza è tornata a essere, come ai tempi della guerra fredda, una capitale dello spionaggio. Hanno intanto preso la ribalta sugli odiati "giornaloni" viennesi gli imbarazzanti rapporti di Putin con l’estrema destra salita al potere. Gli ultranazionalisti, che arruolano la classe dirigente da confraternite universitarie estremiste e circoli neonazisti – uno di questi ha ricevuto una donazione dall’australiano Brenton Tarran, il terrorista identitario che ha ucciso 50 persone nella moschea di Christchurch in Nuova Zelanda – hanno occupato poltrone chiave quali Esteri, Difesa e Interno. Così, da un anno l’Austria è stata isolata dai servizi segreti occidentali nel timore che venissero condivise con Mosca informazioni delicate. C’è chi grida a un complotto, però il filmato mostra un volto inquietante dei nazional-sovranisti che si presentano come alfieri della moralità e della democrazia contro le corrotte élite globaliste e si rivelano invece pronti a svendersi per un pugno di rubli. Il video fa sorgere legittimi dubbi su quali interessi si muovano dietro i partiti e i movimenti anti-europei.

La carriera politica di Strache è stata distrutta e le conseguenze si sono viste già sabato pomeriggio in piazza Duomo a Milano dove brillava l’assenza sul palco di Strache, geopoliticamente importante. Il leader con trascorsi neonazisti infatti era il tramite tra sovranisti dell’Europa orientale e meridionale, tra il leader leghista e l’ungherese Viktor Orbán, capo di Fidesz, popolare (nel senso del Ppe) ma non troppo.

Lo scandalo ha creato non pochi imbarazzi ai popolari austriaci che hanno subito preso le distanze. Lo scaltro Kurz era infatti il 'garante' dei nazionalisti , si era assunto con il Ppe il compito di dimostrare che al governo si sarebbero moderati. In poche ore ha cambiato idea, concordando con il presidente della Repubblica austriaca nuove elezioni a settembre e destituendo il ministro dell’Interno Kickl – uno che a Natale aveva insultato con toni che in Italia ben conosciamo la Caritas austriaca che gli contestava provvedimenti di stampo xenofobo contro i rifugiati – per garantire indagini indipendenti.

Per ritorsione i ministri del Fpö si sono dimessi in blocco I sondaggi danno ragione a Kurz: il Fpö è crollato al 18% (un anno e mezzo fa aveva il 26%) l’Övp è schizzato al 38%. Dunque, modello austriaco al capolinea e questo sta facendo riflettere moderati e popolari europei, peraltro già poco propensi a virare sulla destra estrema, sulla opportunità di riproporlo su scala continentale. Una novità di non poco conto. E adesso che proposta faranno i sovranisti per convincere gli elettori europei? Il caso Strache è inoltre una tegola per la Lega, già alle prese con le disavventure giudiziarie lombarde e siciliane (quest’ultime hanno portato il premier Conte a dimissionare il sottesegretario leghista Siri per i presunti fondi sporchi sull’eolico) e con l’ennesima smentita a Lampedusa della pretesa del Viminale di chiudere i porti ai disperati del Mediterraneo. Forse il caso Strache con le sue conseguenze in chiave europea spiegano perché tanto agitarsi brandendo anche il Rosario in cerca di consensi, invocando la Madonna per la vittoria e sproloquiando sui i Santi patroni d’Europa. I cui valori un credente non svende per danaro, una gonnella e qualche bicchiere di troppo.