Opinioni

Il direttore risponde. Le nostre valutazioni e i (pre)giudizi altrui

domenica 6 giugno 2010
Caro direttore,premetto che ritengo gli articoli di Avvenire scritti con serenità, non sono gridati né puntano all’effetto tipico di molta stampa. Non condivido sempre i concetti espressi forse perchè non mi ritengo "cattolico" anche se, in gioventù, ho ricevuto tutti i sacramenti e cerco di applicare il concetto espresso nel Vangelo di Matteo «fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te» anche se non in maniera automatica. Vorrei esprimere un parere in merito al commento sui film in uscita nel fine settimana, pubblicato venerdi 4 giugno. Mi riferisco a "La Papessa" (che comunque non andrò a vedere) e al richiamo alle opere di Dan Brown. Ho letto un libro di tale autore e visto due film: li reputo "fantastici", nel senso di opera di fantasia, così come possono esserlo i romanzi di Ian Fleming e le mirabolanti, quanto impossibili e irrealizzabili, azioni del suo agente segreto. Che "La Papessa" possa essere un film artisticamente mediocre posso anche crederlo, ma sorge spontaneo il dubbio che la conclusione («non c’è neanche lo spettacolo, e tanto meno il cinema») sia motivata dalla favola che racconta. Non so se Brown e i suoi imitatori puntino a screditare la religione cattolica; se lei ha letto dichiarazioni in tale senso, sbaglio io; se, invece, non risulta tale volontà, è meglio relegare certi film al ruolo di mere opere d’intrattenimento e di dare a Cesare quel che è di Cesare... evitando commenti che non faranno modificare il convincimento di chi crede che quanto è raccontato in essi possa essere vero. Grazie per l’attenzione e cordiali saluti.

Mario Dalle Carbonare Sarcedo (Vi)

Dan Brown, gentile signor Dalle Carbonare, è un autore che – alternando levità favolistiche e grossolane pesantezze – ama giocare con i misteri veri o presunti, e non fa mistero dei propri convincimenti nettamente anti-cattolici, anzi li sbandiera (ne abbiamo dato conto, da ultimo, il 24 ottobre 2009 in sede di presentazione della sua ultima fatica pensata e scritta a lode della massoneria). Libero lui, e liberi noi di non apprezzare i suoi giudizi e pregiudizi e di analizzare senza remore la qualità delle sue opere. Naturalmente segnaliamo con tempestività anche i tentativi di ottenere un qualche successo editoriale e cinematografico sulla scia delle operazioni riuscite (dopo i primi fallimenti, basti pensare al risibile mix di ingenuità e malizia e alle balzane invenzioni contenute in "Angeli e demoni") allo scrittore statunitense. Quanto alle valutazioni che diamo e proponiamo sui film, e nel caso specifico su "La Papessa", posso dirle che sono serenamente stilati e serenamente pubblicati, ma ovviamente sul piano artistico sono anche del tutto opinabili. Chi si fida di noi, altrettanto ovviamente, ne tiene conto. Ricambio i saluti e grazie a lei per la bella attenzione.