Opinioni

Pensieri-monito. La Marmolada che oggi geme fa eco al Grand Canyon

Ferdinando Camon mercoledì 20 luglio 2022

Altro crepaccio nel ghiacciaio della Marmolada. Se ne sono accorti subito, mentre l’evento era in fieri, perché si è sentito un boato cupo e secco, e poi sorvolando la zona in elicottero si è visto sul fronte della distesa bianca un solco lungo duecento metri e largo venti. Mi trovo in zona, vengo spesso qui, e ricordo che qui, da giovane, ho passato intere notti all’aperto, ascoltando i rumori delle montagne. Di notte la temperatura varia continuamente, scende fino alle 5 del mattino e poi lentamente risale. I crepitìi e i boati sono i suoni con i quali la Natura accompagna il raffreddamento e il riscaldamento del proprio corpo.

La Natura è viva, e gode dalla propria vitalità. Ne gode con noi, e ne parla con noi. Questo parlare è la prova del suo essere. Le parlant-être, dicevano gli esistenzialisti dell’uomo. Si potrebbe dire del Tutto. Tutto parla, il problema è capirlo. E cosa dice questo boato col quale la Natura ci comunica che il suo ghiacciaio crepa? Cosa sentiamo noi in quel crepo? Io sento che la Natura cambia e cambiando si consuma e consumandosi muore.

Parlai di questo problema con un poeta che era anche un matematico, Leonardo Sinisgalli, e lui rispose che qui c’è la prova dell’entropia, che detta banalmente significa che non tutto quello che muore vien ricostruito, ma una parte va perduta per sempre. L’Universo era perfetto alla creazione, da allora è in progressivo deterioramento. Boati secchi o lunghi accompagnano questo logorio. Si può vederlo sorvolando in elicottero la Marmolada, e suppongo che qualche agenzia turistica offra il viaggio che, costi quel che costi, vale comunque la pena. Per chi, come me, ha frequentato all’università un corso di 'Esistenzialismo Ateo ed Esistenzialismo Teistico', questo sorvolo sarebbe la lezione finale.

Ho sorvolato il Grand Canyon su un microscopico aereetto turistico, che sbandava a tutti i venti, e ricordo che 'Grand Canyon' era il titolo di un film sui rancori e le risse della vita: dove finisce tutto il furore della vita? In quell’abisso orrido e immenso. Cosa resta? Solo ciò che merita di restare. Ciò che è buono e ha un senso. Il Grand Canyon è un colossale ammonimento. Nel suo piccolo, il boato della Marmolada gli fa eco.