Agorà

SPORT. Calcio: Roma si prepara alla Champions degli altri

Angelo Marchi mercoledì 27 maggio 2009
La forza e la velocità devastanti di Cristiano Ronaldo, il gladiatore. O la creatività sopraffina della pulce argentina Leo Messi, la fantasia al potere nel calcio? C’è anche l’uno contro uno dei due assi più celebrati e remunerati nella notte magica dell’Olimpico. Questa sera Roma trattiene il fiato per godersi la finale Champions più attesa. Manchester United-Barcellona è una ghiottoneria sublime per gli innamorati del pallone, la ciliegina sulla torta Uefa, fortemente auspicata da Platini e dagli sponsor. Un appuntamento epocale perchè convoca le due squadre più forti e più belle, le più vincenti, e anche le più convincenti del momento.A fare ala al galà succulento, tanti potenti della terra in tribuna: la Spagna schiera Re Juan Carlos e Zapatero, l’Inghilterra si affida a una... giovane promessa, il Principe William, mentre a fare gli onori di casa sarà Silvio Berlusconi, che di Champions vinte ha una sontuosa collezione, e certo penserà con struggente malinconia alla serata trionfale di Superpippo Inzaghi ad Atene 2007.In una città festosamente e (per ora) pacificamente invasa da 70 mila tifosi ospiti, con ingenti forze dell’ordine mobilitate per scongiurare incidenti, ci sarà anche la sfida tra il vecchio timoniere Alex Ferguson, carico di trofei e che ha rimandato all’infinito il suo addio alla panchina, e il giovane stratega Pep Guardiola, che al primo impatto ha riportato il Barca in vetta. E proprio l’ex regista blaugrana gioca un po’ in casa, avendo avuto una breve esperienza in giallorosso al crepuscolo della carriera.Guardiola ha creato una gioiosa macchina da gol che ha fatto sfracelli in Liga assestando uno storico ko al Real Madrid. Non solo Messi fa sognare il Nou Camp: il redivivo Henry e il rigenerato Etòo hanno segnato reti a grappoli in una squadra regolata dalla qualità e quantità di Xavi e Iniesta, autore del gol allo scadere che ha condannato il Chelsea in semifinale. Problemi per Guardiola, tra squalifiche e infortuni, saranno invece in difesa.In una finale Champions così equilibrata i pronostici stonano ma certo il Manchester sembra avere qualcosa in più: la compattezza, la capacità di gestire, di aprirsi e chiudersi. A far coppia con Ronaldo sarà Rooney, lo sgobbone ideale per qualsiasi allenatore (con Berbatov e Tevez in panchina), a centrocampo Carrick e Anderson faranno quadrato e il veterano di mille battaglie Giggs vorrà togliersi un’ultima soddisfazione. Dietro danno solide garanzie Vidic, Rio Ferdinand (recuperato) e l’eterno portiere Van der Sar.Manchester e Barcellona, già plurivincitori in stagione, aspirano al trofeo più prestigioso, già vinto rispettivamente tre e due volte. Per Ronaldo e Messi è una sfida anche per il Pallone d’oro. L’Uefa vuole una finale da incorniciare con Platini impegnato nella sua battaglia contro il razzismo e per un calcio più a misura d’uomo. Il presidente dell’Uefa, ricevendo ieri il premio dell’Università di Tor Vergata «L’etica nello Sport», ha ribadito l’impegno della Federcalcio europea contro ogni tipo di discriminazione. «Parlando davanti al Parlamento Ue - ha ricordato Platini - ho detto che razzismo, sessimo e omofobia sono intollerabili. L’etica nello sport è anche lotta alla violenza, al doping e alla disonestà. Per questo, per la Champions League abbiamo scelto lo slogan “Respect”, che vuol dire rispetto in tutti i suoi aspetti, per gli altri e per se stessi».Sessantasettemila persone sugli spalti, e tutto il pianeta collegato in diretta attraverso la televisione. Gli occhi del mondo sono sulla capitale d’Italia perchè è la partita che tutti vorrebbero vedere. «Siamo pronti, abbiamo fatto tutto ciò che era possibile - dice Platini - e non siamo preoccupati sotto l’aspetto della sicurezza. È tutto sotto controllo, lo stadio è bello e non ci rimane che pregare. Perchè questa è la Città Eterna, sempre così bella. Ora dico solo: Roma non fare la stupida stasera...».La Spagna è campione d’Europa, l’Inghilterra domina da anni le competizioni per club. E le stelle d’Italia stanno a guardare, dopo un’ennesima stagione deludente con eliminazioni prima dei quarti di finale. Proprio nell’anno in cui la finale si gioca in casa, un rammarico in più che peserà non poco sulla notte sfavillante del pallone altrui.