Italcricket, la prima storica qualificazione ha un segreto: la diversità

La nazionale italiana ha appena ottenuto uno storico accesso alla Coppa del Mondo: la squadra è fatta di immigrati provenienti da India e Sri Lanka e da oriundi del Commonwealth
August 7, 2025
Italcricket, la prima storica qualificazione ha un segreto: la diversità
- | Jaspreet Singh in azione con i colori della Nazionale
«Faccio fatica a trovare le parole per descrivere quel momento, è stato troppo emozionante, ci stavamo provando da alcuni anni e finalmente ci siamo riusciti». Non riesce a esprimere la sua felicità Jaspreet Singh, 32 anni, autore della giocata decisiva con cui l’Italia del cricket ha ottenuto, nonostante la sconfitta di misura contro i Paesi Bassi, la prima storica qualificazione alla Coppa del Mondo 2026. Un traguardo che per Jaspreet è la tappa di un percorso particolare. «Quando sono arrivato dall’India a undici anni – racconta il cricketer, originario del Punjab e cresciuto in provincia di Bergamo – non sapevo neanche che il cricket esistesse in Italia. Per questo ho cominciato a giocare a calcio. Solo un paio di anni dopo, quando alcuni miei amici mi hanno invitato, ho ripreso a giocare a cricket». “Ero bravo – prosegue l’azzurro che in Italia ha vestito la maglia del Bergamo Cricket Club - tanto che ho avuto anche l’idea di tornare in India per provare a competere a livello professionistico. Solo che mi sono accorto che era troppo tardi. Ma soprattutto è arrivata la possibilità di giocare con la Nazionale italiana».
Nel 2019 il primo torneo con gli azzurri e l’inizio della rincorsa al Mondiale, sfuggito già per un soffio nel 2023 contro l’Irlanda. «L’Italia è il mio Paese – spiega Jaspreet, che ora vive in Inghilterra – ci ho vissuto vent’anni, quelli più importanti, dove uno cresce, vicino a Bergamo torno spesso, anche perché ci sono tutti i miei amici». In questi anni Singh ha vissuto da protagonista la crescita del movimento azzurro. «Quando ho cominciato – ricorda – ci allenavamo sui campi da basket e sui terreni sintetici, adesso anche per il lavoro della Federazione [guidata da Maria Lorena Haz Paz, seconda donna a guidare una Federazione sportiva in Italia ndr] i campi sono di più e di migliore qualità e i praticanti sono cresciuti grazie ai progetti con le scuole». Jaspreet, tre anni fa, ha però deciso di andare in Inghilterra. «Mi manca tutto dell’Italia – dice – ma volevo migliorare il mio cricket anche per dare un contributo maggiore alla Nazionale. Adesso qui mi alleno quasi quotidianamente e gioco a livelli più competitivi».
Una selezione, quella azzurra, che ha potuto raggiungere la qualificazione iridata grazie a un gruppo di giocatori con storie e percorsi molto diversi. Ci sono cricketer come Jaspreet Singh, Muhammad Bilal, Crishan Kalugamage e Ali Zain che sono originari del subcontinente indiano e dello Sri Lanka, sono cresciuti sportivamente in Italia e che hanno militato o che militano nella Serie A1, mentre la maggior parte dei membri della rosa del ct canadese John Davison proviene dai Paesi del Commonwealth ed è stata naturalizzata in virtù delle loro origini italiane. Come il capitano Joe Burns, già membro della Nazionale australiana le cui radici, per parte di madre, affondano in Calabria. Suo nonno venne fatto prigioniero degli inglesi durante la Seconda guerra mondiale e la famiglia si trasferì in Australia. Burns ha giocato e ha vinto indossando la maglia numero 85, un omaggio a suo fratello Dominic, scomparso nel febbraio 2024. Dall’altra parte del mondo vengono anche Ben e Harry Manenti, figli di John, ex giocatore e allenatore di rugby (è stato anche ct della nazionale femminile) e nipoti di due emigrati di Rovato in provincia di Brescia. Entrambi sono giocatori della Big Bash League, il massimo campionato locale e hanno scelto di rappresentare l’Italia. In Australia sono nati anche un’altra coppia di fratelli, Anthony e Justin Mosca, cresciuti a Sydney giocando a cricket a casa della nonna di origine italiana, Grant Stewart, Marcus Campopiano e Thomas Draca. Quest’ultimo, uno dei lanciatori più veloci del mondo, figlio di una donna di Bellosguardo, in provincia di Caserta, la storia l’aveva già scritta diventando il primo azzurro a essere inserito nel draft nella IPL, la prestigiosa lega indiana di cricket.
Oltre agli australiani, nell’ultimo torneo di qualificazione contro Scozia, Paesi Bassi e Jersey, l’Italia ha schierato anche Emilio Gay, battitore nato in Inghilterra e naturalizzato per le origini della famiglia e Gian-Piero Meade, cresciuto in Sudafrica e italiano per via della madre, nata a Milano. Una squadra composita, dove però non manca la coesione. «Ci stiamo conoscendo con il tempo e la nostra intesa sta crescendo– conclude Singh –. Ci aiutano anche alcuni momenti fuori dal campo, ad esempio in bus cantiamo sempre insieme canzoni italiane. Il Mondiale per noi è un sogno e speriamo che sia solo un punto di partenza». Una rassegna iridata in India e Sri Lanka con vista su Los Angeles 2028, dove dopo 128 anni il cricket tornerà nel programma olimpico.

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