Furlani è oro nel lungo: talento e famiglia, i segreti di un campione

Ai Mondiali di Tokyo il trionfo dell'azzurro, il più giovane oro di sempre nel salto in lungo. Figlio d'arte, un fuoriclasse che ha trovato nell'ambiente familiare forza e fiducia per stupire il mondo
September 16, 2025
Furlani è oro nel lungo: talento e famiglia, i segreti di un campione
ANSA | Mattia Furlani, medaglia d'oro nel salto in lungo ai Mondiali di atletica di leggera a Tokyo
Ottometri-trentanove-centimetri. Scritto così acquista forse ancora più peso il fenomenale balzo d’oro di Mattia Furlani, il primo italiano di sempre a laurearsi campione del mondo nel salto in lungo maschile (al femminile ci riuscì due volte Fiona May). E Tokyo si tinge d’azzurro per un ragazzo che a vent’anni diventa anche il più giovane oro di sempre in una delle discipline più iconiche dell’atletica: meglio anche del leggendario “figlio del vento” Carl Lewis che conquistò il successo a Helsinki nel 1983 a 22 anni.
Il fuoriclasse romano, atleta delle Fiamme Oro, ha sempre l’aria svagata di chi non si prende troppo sul serio, ma stavolta è consapevole di averla combinata grossa: «Non so ancora se è reale, finché non sento l’inno non ci credo – ha spiegato a caldo alla Rai – È successo qualcosa di magico, abbiamo gestito la gara in modo perfetto, abbiamo aggiustato tutto salto per salto finché non abbiamo ottenuto questo risultato incredibile».
È solo l’ultima impresa del ragazzino che tutti da piccolo chiamavano “Er gazzella” prima di essere ribattezzato “Spiderman”, l’Uomo Ragno: per il suo particolare modo di esultare e per la somiglianza con Miles Morales, uno degli Spiderman della Marvel. Una bacheca già da grande sebbene sia ancora giovanissimo: medaglia d’oro ai mondiali indoor di quest’anno, bronzo ai Giochi di Parigi, argento agli Europei e ai Mondiali indoor nel 2024. Un talento coltivato in famiglia perché l’azzurro è un figlio d’arte: papà Marcello, ex salto in alto da 2.27 nel 1985, mentre la mamma-coach, Kathy Seck, di origini senegalesi, vanta un passato da velocista.
Mattia ha iniziato presto con lo sport ma ha cambiato disciplina più volte: salto in alto e salto in lungo (addirittura oro nelle due discipline agli Europei under 18 di Gerusalemme 2022), ma ha anche una predilezione per il basket, il suo sport preferito che ha praticato fino a 13 anni. Un talento versatile che dimostra come non bisogna avere sempre tutto chiaro e subito: l’importante è mettersi in gioco trovando con pazienza la propria strada. Un ragazzo come tanti che ama i videogiochi, la Roma, la musica e i meme: un ragazzo normale ma con una passione straordinaria. Sport ad alti livelli, ma anche lo studio, Mattia non ha abbandonato il percorso scolastico. Sebbene agli esami di maturità confidò: «Mi spaventa più la matematica, anche se coi numeri ci vivo».
L’ironia, la capacità di saper ridere di sé stessi, ma a Tokyo dopo l’ultimo volo anche un po’ di commozione: «Per questo risultato devo ringraziare tante persone, mamma in primis, la mia fidanzata, mia sorella ma tutta l’Italia che mi ha sostenuto». Mattia ha trovato nell’ambiente familiare forza, fiducia e zero pressioni: «Bisogna dare tempo ai giovani per creare il processo delle cose» ha detto una volta. È il segreto che lo rende leggero, capace di atterrare nella sabbia a 8 metri e 39 centimetri, suo primato personale, il più giovane oro iridato di sempre per l’Italia nell’atletica. E come assicura lui: «Questo è solo l’inizio».

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