Nel laboratorio di Massini teatro è libertà

Debutta con "Liberamente" la "Scuola popolare di scrittura" ideata da Massini, che intanto spera nella revoca del "declassamento" della Pergola
July 8, 2025
Nel laboratorio di Massini teatro è libertà
Claudia Cataldi - Thè Factory prd | La "Scuola popolare di scrittura" di Stefano Massini
«Scrivete sul vostro quaderno la parola “Rabbia” e inventate un verbo che inizi con ognuna delle sei lettere che la compongono»: così Stefano Massini, ricordando la genialità di Dario Fo nel creare neologismi dal suono significante, invita il pubblico in sala a condividere un momento di creatività. Ma non solo: poco dopo suggerisce di scrivere e rispondere a tre «Perché non riesco a…?».
Potrebbe sembrare una seduta psicoanalitica collettiva e invece è la «Scuola popolare di scrittura», ideata dallo stesso Massini e promossa dal Teatro della Toscana di cui di recente è divenuto direttore artistico.
Con un titolo dal plurisignificato, Liberamente, lo scrittore e drammaturgo di fama mondiale, propone non un corso, né una scuola tradizionale, bensì un’esperienza condivisa, un laboratorio in cui la parola scritta diventa strumento di espressione, autocritica e ascolto. Un modo per guardarsi dentro e cercare dentro di sé l’amore per le parole che consentano di tirare fuori qualcosa che finora è rimasto nascosto. Un viaggio nel vissuto di ognuno compiuto nel luogo delle emozioni per eccellenza: il teatro, con lo spettacolo che a più riprese dal palco si trasferisce alla platea.
Liberamente è stato, nella primavera scorsa, il primo atto di Massini direttore artistico. Di fatto una dichiarazione di intenti con cui mettere in pratica la propria idea di teatro pubblico: un luogo vivo, di comunità, uno spazio aperto che accoglie, interpella e stimola pensiero, confronto e libertà di espressione.
«Un’esperienza fortissima», l’ha definita il suo ideatore raccontando i primi quattro appuntamenti, andati sold out in poche ore, che hanno riempito, tra marzo e aprile, le tre sale del Teatro della Toscana: La Pergola, nel centro storico di Firenze; Rifredi, alla periferia della città; Era, a Pontedera. Cosa che si è ripetuta ieri con la prima delle due serate (8 e 16 luglio) al Teatro del Maggio musicale fiorentino che inaugurano una sinergia tra le due fondazioni arricchendo il format di un ulteriore elemento espressivo: la musica dal vivo, che dialoga con le parole e la scrittura, stimolando riflessioni, emozioni e nuovi immaginari. Un’opportunità per vivere la cultura in modo innovativo e partecipativo, che doveva essere amplificata, come annunciava il titolo Liberamente sotto le stelle, dalla bellezza della Cavea del Teatro del Maggio, ma che ieri, causa incertezza del tempo, è stata spostata all’interno, nella Sala Zubin Metha, che a fatica ha contenuto gli oltre mille partecipanti armati della penna e dell’apposito quaderno che ogni volta vengono consegnati all’ingresso.
Tema degli incontri primaverili, la paura. Tema delle due serate estive (con la seconda confermata all’aperto), la rabbia, ovvero, come spiega Massini, una delle emozioni primarie di tutti gli esseri umani, l’unica con un nome da malattia, quella dei cani, eppure non è violenza, né insulto, né aggressività, che ne sono solo degenerazioni. Di per se stessa la rabbia è un sentimento vero, inevitabile e vitale, è energia che ci esplode dentro, e talvolta, se veicolata nel modo giusto, può servire eccome.
In questa riflessione condivisa, Massini ha guidato il pubblico con la sua narrazione dal tratto ironico, graffiante e coinvolgente, supportata dalla suggestione di famose arie d’opera.
Lunghi applausi a scena aperta da parte degli oltre mille che in qualche modo hanno anche rappresentato la risposta di una gran parte di Firenze a quanto sta accadendo intorno al Teatro della Toscana e alla Pergola con l’annunciato declassamento da Teatro nazionale a Teatro della città da parte della commissione ministeriale chiamata a valutare i progetti dei vari teatri d’Italia e assegnare punteggi da cui dipendono la classificazione e i finanziamenti. Nella circostanza si sono anche dimessi tre membri della commissione ed è nato un braccio di ferro tra il ministro della Cultura Alessandro Giuli, la sindaca di Firenze Sara Funaro e lo stesso Massini. Alla base c’è stata sicuramente una carenza di dialogo. Massini è stato nominato direttore artistico dalla sindaca Funaro senza informare il ministro Giuli, che tramite il ministero è il principale finanziatore del Teatro della Toscana. Al tempo stesso è stato esonerato il direttore generale Marco Giorgetti, che forse poteva anche essere lasciato al suo posto, aspettando magari la scadenza naturale del contratto. Del resto con lui il Teatro della Toscana aveva acquisito anche una dimensione internazionale. Ciò non giustifica comunque una bocciatura dal sapore politico con una penalizzazione di addirittura venti punti per un direttore artistico di prestigio, un teatro e una città che sono un importante riferimento per la cultura italiana. Questo anche a fronte, viceversa, di promozioni inaspettate. La presenza però ieri sera in sala al Teatro del Maggio del sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi e della sindaca Funaro che in precedenza aveva incontrato a Roma il ministro Giuli, lasciano sperare in una revisione del caso.

© RIPRODUZIONE RISERVATA