Colasanti: «La musica può disinnescare i conflitti dentro ogni uomo»
La direttrice artistica del 51° Festival Valle d’Itria (dal 18 luglio): «L’arte non ha il potere di cambiare le cose, ma può far riflettere»

Manca poco alla 51ª edizione del Festival della Valle d’Itria (in programma dal 18 luglio al 3 agosto), la prima a firma di Silvia Colasanti nominata direttrice artistica dalla Fondazione Paolo Grassi a settembre 2024. Musicista e compositrice dalla solida formazione accademica, Silvia Colasanti è la prima donna a ricoprire questo ruolo al festival di Martina Franca. Il suo profilo artistico di primissimo livello la colloca fra i compositori più interessanti di musica contemporanea, strumentale e operistica. Suoi titoli di successo sono Minotauro, Proserpina, L’ultimo viaggio di Sindbad commissionata dal Teatro dell’Opera di Roma, mentre fra le novità di prossima esecuzione ricordiamo l’opera lirica Anna A. su libretto di Paolo Nori, dedicata alla figura di Anna Achmatova e scritta per il Teatro alla Scala. Recentissima è la sua nomina ad accademica effettiva di Santa Cecilia, riconoscimento ottenuto insieme all’architetto Renzo Piano. A pochi giorni dal Festival, che ha come tema “Guerre e pace”, abbiamo parlato con lei degli elementi di continuità e di novità che caratterizzeranno la sua linea artistica.
Qual è stata la prima cosa a cui ha pensato dopo la conferma del suo incarico?
«La responsabilità. Ci tengo a sottolineare, però, che con la Fondazione Paolo Grassi è stato un incontro fra persone animate da una grande passione, che hanno curiosità, voglia di sperimentarsi, di guardare avanti nonché di mantenere vivi il cuore del festival e la sua storia. Il confronto è sempre produttivo, volto a non frenare il desiderio di apertura e, insieme alla responsabilità, questo aiuta tanto. Aprirsi non è da tutti e la Fondazione lo ha fatto con coraggio. Anche il programma di questa edizione nasce da un lavoro comune e condiviso».
Il tema di questa edizione è Guerre e Pace. Quale “arma” possono usare la cultura e la musica per favorire un cambiamento di pensiero e atteggiamento nei confronti della guerra?
«È una domanda interessante e cercherò di essere puntuale nella risposta. L’arte colpisce dentro, interroga. Non ha il potere di cambiare le cose, ma con i mezzi espressivi che le sono propri può far riflettere; non cambia il mondo in senso politico, ma può accendere un faro. Visto nella storia del mondo il tema del conflitto è macroscopico; al contempo è articolato, interiore perché appartiene all’uomo. Prenderne coscienza è importante per capire in che modo agire rispetto a certi impulsi dell’anima. Inoltre, il tema della guerra è sempre stato cantato, pensiamo all’Iliade. Nel programma del festival ho inteso metterlo in luce dal punto di vista storico, sociale, ma anche come idea di conflitto che accompagna l’essere umano. È un tema che non si può eludere, col quale bisogna fare i conti».
Il programma propone Tancredi di Rossini, L’enfant et les sortilèges di Ravel e Owen Wingrave di Britten, tre novità assolute al Valle d’Itria.
«Ho una grande passione per Britten e sono orgogliosa di aver portato a Martina Franca questa prima assoluta italiana a cinquant’anni dalla composizione. Dà prestigio a un festival speciale che ha sempre proposto titoli non abituali o edizioni particolari e curato il repertorio del belcanto. Tenendo fede alla sua vocazione originaria la scelta del Tancredi con i due finali intende approfondire l’aspetto drammaturgico che sottende alla scrittura musicale e alla tortuosa storia compositiva dell’opera. L’omaggio a Ravel coglie l’occasione del centenario di un’opera di rara esecuzione, che proporremo in forma da camera».
E poi c’è l’omaggio ad Alessandro Scarlatti e a Dmitrij Šostakovic.
«Per i concerti tematici, riguardo a Scarlatti - di cui ricorre il tricentenario della morte - ho chiesto a Luca Della Libera un percorso sul tema guerra declinato attraverso l’esecuzione di rarità musicali. Šostakovic è l’esempio di come l’arte sopravviva a qualsiasi regime. È un compositore pienamente dentro al tema del festival. Per celebrare i cinquant’anni della morte sarà eseguita la Sinfonia n° 14 dedicata a Britten, diretta da Fabio Luisi, nostro direttore musicale e persona di grande spessore artistico e umano».
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