venerdì 30 giugno 2023
L'artista racconta l'intervento nell'abbazia medievale nei pressi di Tortona. «Ho tentato di pensare come i suoi monaci avrebbero pensato oggi»
Raul Gabriel, presbiterio dell'abbazia di Rivalta Scrivia, Tortona (Alessandria)

Raul Gabriel, presbiterio dell'abbazia di Rivalta Scrivia, Tortona (Alessandria) - Raul Gabriel

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Entro nel cantiere e mi trovo di fronte all’altro. Si può quasi toccare il coagulo di suggestioni antiche, albori di mistica cistercense in questo gioiello eteromorfo, l’abbazia di Rivalta Scrivia, provata da traumi feroci e ripetuti incapaci di scalfirne la forza sorprendente e inedita. Il caso è strano. Per oltre un biennio, di concerto con la Diocesi e i Beni culturali di Tortona, la Sovrintendenza, le comunità, guidato dalla liturgia viva e rigorosa di monsignor Vittorio Francesco Viola, ho lavorato al nuovo presbiterio dell’abbazia cistercense, che sabato verrà consacrato da monsignor Guido Marini. Sono stato assorbito nella ritmica compositiva delicata e decisa degli spazi, volumi di luce indefinibili nel corpo diffuso bernardiano la cui unica concessione al rappresentato è una reminescenza fitomorfa sobria e austera.

A un tratto tutto è l’altro, il corpo simbolico che ho ideato mi mette soggezione, come solo una minuscola pieve dimenticata nel rovente interno catalano medievale era riuscita a fare. L’espropriazione si è compiuta e l’abbazia, liberata di paternità accessorie, mi fa sentire un pellegrino inadeguato la cui unica speranza di condividere il miracolo formale dell’eternità accessibile è riposta nel mistero che ha il volto di Rivalta.

Raul Gabriel, presbiterio dell'abbazia di Rivalta Scrivia, Tortona (Alessandria)

Raul Gabriel, presbiterio dell'abbazia di Rivalta Scrivia, Tortona (Alessandria) - Raul Gabriel

Quando si tratta di contemporaneo nello storico ci si affida spesso alla copia, finta per definizione, o a minimalismi di maniera, didascalie di una purezza decorata che tranquillizza chi del sacro ha necessità come di un fregio accessorio. A volte si tenta con opere di indubbio valore artistico ma decontestualizzate al punto di mortificare il sacro in museo.

Per Rivalta ho tentato di pensare come i suoi monaci avrebbero pensato oggi. Da sempre sostengo che l’equilibrio, se è vivo, non può essere equilibrato, contraddizione fertile che ho ritrovato in questa abbazia: è stato entusiasmante, sembravamo fatti uno per l’altra. Dialogo costante tra insieme e dettaglio, composizione musicale di pause e crescendo, sincopi e acciaccature, perimetri molteplici per forma e costruzione, colonne polilobate irregolari e potenti, ottagoni e cerchi che si fronteggiano attraverso l’aula. È nato così l’altare polimorfo che confonde la percezione di intagli fogliari multiassiali dritti e curvi ad abbracciare un cuore centrale in pietra rossa che pulsa agli angoli di forme differenti, l’alfabeto di Rivalta.

Raul Gabriel, presbiterio dell'abbazia di Rivalta Scrivia, Tortona (Alessandria)

Raul Gabriel, presbiterio dell'abbazia di Rivalta Scrivia, Tortona (Alessandria) - Raul Gabriel

Il cotto storico riemerge nel tappeto di pietra dell’altare, al centro del bema bianco calcare, come un fiume carsico, innesto dell’antico in un cuore rinnovato. L’ambone slancia la Parola verso l’assemblea, imprevedibile corpo di inclinazioni progressive in cui l’idea iniziale si è andata definendo, dissonanza aperta e organica che entra nell’aula senza esitazione, oltre la pietra. Tre blocchi che sono uno, l’uno che si apre in quattro voci come canne d’organo, ciascuna diversa per un unico concerto.

Questo e molto altro ho scritto in digitale e in pietra per Rivalta Scrivia, così credevo. Qualcuno ha detto che il presbiterio nuovo sembra essere lì da sempre. Ha ragione. Il mistero si è riappropriato di ciò che per un istante di due anni è passato attraverso me, attraverso noi, a ricordare che tutto ciò che ho realizzato per l’abbazia non è opera mia, ma di Rivalta Scrivia stessa che ha concesso, per un momento, di toccare l’intangibile, farlo presente, per diventare l’altro da incontrare. Andate a toccarla, l’abbazia Rivalta Scrivia, spogliandovi delle ragionevolezze che con il sacro non hanno nulla a che vedere. Io l’ho fatto.

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