lunedì 27 luglio 2009
Impresa di Federica Pellegrini ai mondiali di Roma: vince la medaglia d'oro nella gara dei 400 stile ed è la prima donna nella storia a nuotare sotto i 4 minuti.
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Stavolta lo doveva a se stessa, non ha buttato via tutto come era accaduto a Pechino. Si è fatta il segno della croce per infilarsi nell'acqua e uscire dal tunnel della sua gara-incubo. La paura è vinta: Federica Pellegrini a Roma, davanti a un tifo da stadio, si è presa tutto, e quei 400 stile odiati e amati, temuti e cercati, sono diventati il gioiello della sua carriera che non conosce mezze misure. Oro e record del mondo, con un tempo che sa già di impresa: 3'59"15, rotto il muro dei quattro minuti, le sue bracciate vanno oltre il gradino più alto del podio, sono la storia del nuoto. E l'Italia stavolta fa invidia al mondo.E pensare che anche nel mondiale della città che l'ha adottata la maledizione dei 400 stava per colpire ancora: credeva di avere la febbre Federica, aveva paura di non poter scendere in acqua. Poi si è isolata, si è sparata nell'i-pod "Disturbia", il singolo di Rihanna, e la musica è cambiata. La corsia è stata sua, la piscina sua, lo stadio, in un crescendo di note e applausi con il rush finale che l'ha portata ad essere ancora più veloce di se stessa. Ha migliorato quel 4'00"41 con cui aveva vinto a giugno i Giochi del Mediterraneo di Pescara. Qui le due inglesi, Joanna Jackson e Rebecca Adlington hanno potuto solo potuto seguire la scia, prendendo argento e bronzo. Quando ha toccato la piastra si è messa le mani sul viso, si è battuta il petto, ha morsicato la cuffia: perchè la sfida con il suo spettro era ampiamente superata. "Avevo bisogno di questa rivincita - racconta l'azzurra - dopo quello che ho passato quest'anno per questa gara: e invece ora resterà nella storia, e io sono molto orgogliosa soprattutto di me, a cui dedico questa medaglia. Ai sacrifici fatti: solo io e Castagnetti (il suo tecnico e ct azzurro, impazzito di emozione e di gioia) sappiamo cosa abbiamo fatto. Si sa che a volte è la fatica mentale che frega: ti puoi allenare tutto l'anno, ma se poi non sei al 100% di testa non vinci. Ho avuto dei picchi, poi però il mio carattere mi ha portato a vincere, anche se fino agli ultimi cinque metri non ci credevo". La tensione dopo le batterie della mattina, e la sensazione della febbre: "Non l'ho misurata, avevo paura di non farcela, sono corsa in lacrime da Alberto: lui mi ha detto di stare calma, di buttarmi in acqua perché sarebbe passato tutto". E ancora una volta il suo mentore, l'uomo di tante battaglie e mille abbracci, quel secondo padre a cui l'atleta che ha sempre giocato a fare la grande ricorre per uscire dai momenti bui. Che sono stati tanti, nonostante la giovane età. L'ultimo proprio legato all'ansia, al panico da gara stregata. "Sono stata un'atleta precoce, ho conosciuto anni d'oro e bui - sorride - la mia forza è proprio quella di saper reagire". Lo aveva fatto a Pechino dopo lo scivolone nei 400: sui 200 aveva dato spettacolo, con oro olimpico e record del mondo. "Fede nel cuore, non mollare mai, sei il nostro orgoglio" c'è scritto sulla t-shirt che alcuni fan le hanno regalato. Ed è stato un trionfo, di bandiere, di tifo, di inno cantato da tutti. Fede per prima. Poi il bacio alla mamma e al fratello in tribuna ("È un'aliena" hanno detto in coro). Ha applaudito col cuore Luca Marin, la sua ombra in questi giorni di avvicinamento all'esordio. "Avrà sorpreso gli altri, non certo me - ha detto l'azzurro-fidanzato, che più di una volta ha mostrato doti  premonitrici sui primati della sua bella - chi le sta vicino sa di cosa è capace Fede". Di rinascere tante volte, come la fenice che le si staglia dal collo. "Non volevo buttare via la gara, non volevo perdere" insiste la campionessa. E nasconde con il sorriso le polemiche della vigilia, quelle in cui aveva detto 'Se perdo qualcuno sarà contentò: "Io ero sicura di avere il pubblico dalla mia qui a Roma, mi riferivo a chi sta dietro le quinte...". Graffia la leonessa dell'acqua, e nel giorno del suo successo non fa sconti a nessuno. E si prepara alla nuova sfida: la attendono i 200 sl, da campionessa olimpica. "Arriva la mia gara, il peggio è passato". Già, la paura è svanita, l'incubo è finito. Ora resta il sogno, che per Super Fede è solo realtà.
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