venerdì 27 marzo 2009
Domenica torna l’ora legale insieme con le polemiche che da sempre l’accompagnano: serve oppure no?
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Un’ora in meno di sonno, un’ora in più di luce... Sabato sera, prima d’andare a letto, dovremo ricordarci di aggiungere un’ora a tutti gli orologi perché domenica notte torna l’ora legale. Vuol dire che il 29 marzo in stazioni, aeroporti, scuole, ospedali, alberghi, uffici di tutta Europa, appena le lancette faranno scoccare le due, dovranno essere spostate avanti e ripartire dalle tre. Per restare così fino al 25 ottobre quando, alla stessa ora, le lancette torneranno al loro posto per tornare a seguire il ritmo del Sole. Così anche quest’anno l’ora legale sta per bussare alla porta di casa rimettendo in moto scettici, pronti a dimostrare che è inutile e dannosa, e fiduciosi, contenti del precoce assaggio d’estate che ci accompagna dal 1966. Poi ci sono gli scienziati americani per i quali non è vero che quei sessanta minuti rubati all’ora solare fanno risparmiare energia, mentre gli ambientalisti sostengono il contrario. I più brontoloni restano però gli allevatori perché secondo loro mucche e pecore, cavalli e galline, non capiscono più quando è ora di mangiare. Così gli scettici vanno dicendo che perdono il sonno, gli scienziati della California che l’energia risparmiata è troppo poca – solo lo 0,2% – e quindi tanto vale lasciare che il Sole faccia il suo mestiere. Ciò nonostante, qualche anno fa, gli americani decisero di far durare di più l’ora legale: quest’anno le lancette sono state spostate indietro l’8 marzo e torneranno a posto la prima domenica di novembre. E in Italia la società che gestisce i flussi di energia conferma che accendendo le luci più tardi (da quelle di casa alle insegne dei negozi, dai lampioni stradali ai monumenti), il risparmio è garantito: l’anno scorso le bollette si sono alleggerite di 99 milioni di euro e di 646,2 milioni di kilowattora (è l’unità di misura dei consumi elettrici). È come se 160 mila famiglie, ben più di quelle che abitano a Cremona e a Trieste messe insieme, avessero deciso di fare a meno della luce per un anno. Se poi tutti cercassimo di non sprecare energia i risultati potrebbero migliorare. Basterebbe accendere il condizionatore solo se fa davvero caldo, ricordarsi di spegnere la tv se nessuno la guarda, facendo scomparire anche il pallino rosso che strizza l’occhio al telecomando, e non lasciare le luci accese in pieno giorno.La prima volta nel '66. Chissà se qualcuno si ricorda di quel 22 maggio 1966 quando, dopo un tira e molla di decenni, entrò in vigore l’ora legale e fu deciso di non sospenderla più. Anche allora era domenica, ma lo scatto in avanti avvenne allo scoccare della mezzanotte. A quei tempi, però, durava solo quattro mesi. Quindici anni più tardi venne anticipata all’ultima domenica di marzo, ma fu solo nel 1996 che venne prolungata fino a ottobre. Pensare che il primo ad avere l’idea di spostare in avanti le lancette d’estate per risparmiare energia, nel lontano 1784, era stato l’inventore del parafulmine, l’americano Benjamin Franklin. Passò però un secolo prima che qualcun altro ci provasse, ma questa volta con successo. Il merito fu dell’inglese William Willer che convinse il governo britannico sulla bontà dell’ora legale. In Italia, all’inizio, fu applicata per necessità: bisognava risparmiare energia a causa delle due Guerre Mondiali.
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