lunedì 2 dicembre 2013
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​«La città con la torre pendente». Quante volte è capitato di imbattersi in questa definizione fra le pieghe di un cruciverba. Quando le caselle da riempire sono quattro, la soluzione è dietro l’angolo: Pisa. Ma le varianti sul numero di lettere che formano la risposta sono parecchie. Ed ecco che, se nello schema abbiamo a disposizione cinque spazi, la parola da scoprire sarà Londra; se sono sette, siamo di fronte a un bivio: o Bologna o la cinese Suzohou; se si arriva a nove, è probabile che la città abbia radici russe e sia Nev’jansk. Perché il fascino dell’asimmetria che si innalza verso il cielo va ben oltre piazza dei Miracoli. Anzi, le città e i villaggi che hanno una guglia inclinata sono almeno ventidue e abbracciano l’intero planisfero. Chi può contare su una torre storta la presenta come un vanto. Forse nella speranza di replicare il prodigio di Pisa dove ogni anno arrivano all’ombra dei cinquantasei metri del suo celebre monumento un milione di turisti. Attratti da quella china da puntellare con le mani nelle mille foto scattate sul prato. Prima che cavi, blocchi di piombo e perforazioni la raddrizzassero un po’, il campanile della Cattedrale era inclinato di 4,5 gradi: oggi siamo a 3,99. E qualche giorno fa la notizia da brivido: la torre si sta raddrizzando. Falso allarme, assicurano i tecnici. La struttura tornerà a piegarsi col tempo, ma molto più lentamente che in passato. Comunque non parla toscano il record della pendenza.  Secondo il Guinness dei primati, il primo posto spetta al campanile tedesco della chiesa evangelica di Suurhusen, cittadina nella Frisia orientale, che forma col suolo un angolo di 5,19 gradi. Alto ventisette metri e in mattoni, è stato costruito nel 1450 ma ha iniziato a piegarsi nel 19° secolo quando il terreno paludoso ha ceduto. E, dopo essere stato chiuso nel 1975 per ragioni di sicurezza, ha riaperto le sue porte un decennio più tardi. Ben più alta la torre di Bad Frankenhausen, cittadina termale nella Turingia, che sfiora i sessanta metri e ha un angolo di 4,8 gradi.Certo, è il nostro Paese che vanta il maggior numero di pinnacoli flessi. Quasi esista una naturale pendenza architettonica “made in Italy”. A Bologna le due torri simbolo della città – Asinelli e Garisenda – sono piegate di 2,2 metri la prima (che supera i 97 metri) e di 3,2 metri la seconda (che raggiunge i 48). Cinque inclinazioni per Venezia e dintorni: il campanile della chiesa di San Giorgio dei Greci, quello di Santo Stefano e di San Pietro di Castello, il campanile della chiesa di San Martino a Burano, divenuto l’emblema dell’isola dei colori e dei merletti, e ancora quello del duomo di Santo Stefano a Caorle. A Roma si può ammirare la Torre delle Milizie sul Quirinale, chiamata non a caso «la torre pendente della Capitale». Anche la Gran Bretagna ha le sue curve elevate. Narra una leggenda che la chiesa di Santa Maria e Tutti i Santi a Chesterfield abbia la sua “spirale storta” (così è stata ribattezzata) perché la guglia si sarebbe abbassata per vedere una bellissima sposa prima del matrimonio. Più credibile l’ipotesi che nell’edificio sia stato usato legno di scarsa qualità e che le cinquanta tonnellate di tegole in piombo sistemate sulla vetta abbiano causato uno stress statico. A Bristol la Temple Church ha un campanile di 35 metri inclinato di un metro e mezzo. È alta 28 metri ed è piegata di un grado la Greyfriars Tower a King’s Lynn, ultimo sigillo del convento francescano fatto demolire nel 1538 di Enrico VIII. Nel 2006 è stata stabilizzata per il timore che potesse crollare sul vicino Teatro Reale. Le rovine di un’altra torre curva si trovano in Galles, all’interno di uno dei complessi architettonici medievali più suggestivi della regione, il castello di Caerphilly. Ultima pendenza a entrare nella lista anglosassone è quella del Big Ben a Londra. A poco più di 150 anni dalla sua edificazione, la Torre dell’orologio di Westminster non è più perfettamente dritta. E lo si nota anche a occhio nudo. Per ora pende di 0,26 gradi e, sostengono gli scienziati britannici, ci vorranno 4.000 anni prima che eguagli la «sorella maggiore» pisana.Nella vicina Irlanda la torre rotonda di Kilmacduagh è la più alta della nazione (34 metri). Può essere ammirata a pochi chilometri da Gort, fra i resti di un monastero, ed è sfasata di un metro e mezzo. L’Olanda ne annovera due: la torre gotica di Leeuwarden che ha cominciato a piegarsi durante la costruzione e che per questa ragione, una volta raggiunti i 40 metri, non è mai stata finita; e il campanile della Oude Kerk (Chiesa vecchia) a Delft che con la sua guglia in mattoni e le quattro torri angolari svetta per 75 metri ed è spostata di due dalla verticale. Ospita ancora una campana di nove tonnellate che, però, suona di rado per scongiurare vibrazioni dannose. In Russia è il “villaggio delle icone”, Nev’jansk, alle porte dei monti Urali, a ospitare una torre settecentesca di 57 metri che pende di oltre due. L’ha progettata Akinfij Demidov, ingegnere dello zar Pietro il Grande ma anche falsario di monete di cui si vedono tracce all’interno del bastione. Negli Stati Uniti dobbiamo andare a Niles, in Illinois, sede del primo McDonald, per imbattersi in una fotocopia del campanile di piazza dei Miracoli che risale al 1934 e spicca per 28 metri. Da mesi è al centro di una polemica cittadina: ci vogliono ogni anno migliaia di dollari per la sua manutenzione ma il municipio non è più disposto a pagarli. E poteva mancare la Cina? No, sicuramente. Ecco allora la Hu qiu ta, la “pagoda” sulla collina della Tigre nella città di Suzhou. Imponente vedetta ottagonale di 47 metri con una pendenza di tre gradi, ha più di mille anni e nessuna scala: perciò chiunque voglia visitarla deve salire ricorrendo a gradinate esterne. Non sarà famosa quanto quella di Pisa, ma di sicuro ha un impatto visivo che affascina. E non soltanto chi predilige tutto ciò che si piega ma non cade.
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