sabato 10 agosto 2019
La prima navigazione intorno alla terra fu intrapresa avvio 5 secoli fa dal portoghese al servizio della Spagna. Morì prima di tornare a Siviglia, ma l'impresa cambiò il modo di pensare al pianeta
Una replica della Victoria, una delle navi della missione di Magellano (Ansa)

Una replica della Victoria, una delle navi della missione di Magellano (Ansa)

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Anche se non riuscì a portare a termine la sua grande impresa, che secondo lo storico Daniel J.Boorstin è da considerare superiore a quella di Vasco da Gama, di Colombo e di Vespucci, il grande navigatore portoghese Ferdinando Magellano ha comunque legato il suo nome alla prima circumnavigazione del globo terrestre, una straordinaria avventura che partì da Siviglia cinquecento anni fa il 10 agosto del 1519 per concludersi ancora a Siviglia, dopo quasi tre anni, l’8 settembre del 1522.

Come Cristoforo Colombo, anche Magellano intendeva raggiungere l’Oriente navigando verso Occidente e per realizzare l’impresa occorreva innanzitutto individuare un passaggio a sud del continente che aveva appena scoperto Colombo. Secondo i portoghesi, però, ai quali Magellano aveva presentato il suo progetto, la strada più sicura per raggiungere l’Oriente restava la rotta lungo le coste africane e per questo motivo non si mostrarono interessati. Il progetto, invece, fu accolto dalla Spagna e così Magellano, grazie al re e imperatore Carlo V, partì per la sua grande avventura.

Da Siviglia salparono cinque navi, Trinidad, San Antonio, Concepcion, Victoria e Santiago, le cui stazze andavano dalle 60 alle 130 tonnellate. Magellano, capo della spedizione, era sulla Trinidad, una imbarcazione di 130 tonnellate con a bordo 55 uomini. In tutto parteciparono all’impresa 234 uomini, per la maggior parte spagnoli, e fra questi figuravano anche 20 italiani. Tutte queste notizie furono annotate con cura dal vicentino Antonio Pigafetta nel suo preziosissimo diario di bordo che sarebbe stato pubblicato col titolo Primo viaggio intorno al mondo, «la più vivace testimonianza oculare dei grandi viaggi dell’epoca che ci sia rimasta».

E grazie alle sue scrupolose annotazioni e ai registri della spedizione conservati nell’Archivo General de las Indias di Siviglia oggi disponiamo di notizie che ci consentano di ricostruire il lungo viaggio anche nei minimi particolari. La fama di Pigafetta fu tale che papa Clemente VII lo invitò in Vaticano per conoscerlo. Una avventura del genere richiedeva ovviamente una buona scorta di viveri riassunta in queste cifre: 7240 Kg di pane biscottato, 194 Kg di carne essiccata, 163 Kg di olio, 381 Kg di formaggio, 200 barili di sarde salate e 2856 pesi essiccati.

Ma oltre ai viveri si pensò anche di portare sulle navi oggetti che avrebbero potuto servire per ingraziarsi le popolazioni che avrebbero incontrato sul loro cammino. E così accanto ai generi di prima necessità trovarono posto braccialetti di ottone, specchietti, panni di velluto e 2 mila libbre di mercurio. Ma c’è un particolare curioso che val la pena di ricordare e che riguarda la bussola. Già ai tempi di Colombo chi ne faceva uso correva il rischio di essere accusato di avere rapporti col demonio perché quell’ago che si agitava da solo sapeva di arcane magie. E così molti capitani si vedevano costretti a consultarla in segreto.

Ma lo strumento era troppo necessario per la navigazione e così i capitani si dotavano di aghi di riserva. Magellano ne portò con sé trentacinque. Dopo aver seguito il corso del Guadalquivir, il 20 settembre la spedizione affrontò finalmente il mare aperto ma l’inizio del viaggio non fu facile perché Magellano dovette far fronte a un gruppo di navi inviate dal re Manuele I del Portogallo intenzionato a sventare il tentativo “spagnolo” di trovare la nuova via per l’Oriente che Magellano, dopo aver domato uno dei tanti ammutinamenti, finalmente trovò il 21 ottobre del 1520. Attraversare lo stretto, che oggi porta il suo nome, non fu però impresa facile perché a causa dei fortissimi venti richiese un mese di navigazione. Nel frattempo una nave naufragò e un’altra disertò sicché la spedizione, dopo aver attraversato lo 'stretto', affrontò con solo tre navi il grande oceano che Magellano iniziò a solcare il 28 novembre 1520 e che chiamò Pacifico perché durante la navigazione non incontrò nessuna tempesta ma correnti e venti favorevoli.

Dopo sei mesi di navigazione raggiunsero le Marianne, che Magellano chiamò Isole dei ladroni a causa di un tentativo di furto degli indigeni per impossessarsi di quel poco che era rimasto a bordo, quindi raggiunsero le Filippine dove purtroppo Magellano fu ucciso il 27 aprile 1521 durante una lotta con gli indigeni. A questo punto i superstiti della spedizione nominarono Juan Sebastian Elcano capitano della Victoria e considerato che il loro numero era troppo esiguo per governare tre navi decisero di affondare la Conception. E così a questo punto rimasero solamente la Victoria e la Trinidad che raggiunsero il Borneo e le Molucche, quindi le due navi si separarono.

La Trinidad, dopo molte vicissitudini, fece ritorno in Spagna solamente nel 1525 mentre la Victoria puntò verso ovest e dopo 2 anni, undici mesi e diciassette giorni concluse il suo viaggio il 6 settembre 1522 nello stesso porto di Siviglia dal quale era partita. Sulla nave, che cominciava ad imbarcare acqua e che aveva vele di fortuna, solamente diciotto uomini malmessi e denutriti e fra questi il Pigafetta. Ma il giorno dopo, con addosso una sola camicia e reggendo un cero acceso, tutti si recarono a piedi nudi fino al santuario di Santa Maria de l’Antigua, che distava quasi due chilometri, per onorare il voto che evidentemente avevano formulato durante il viaggio. L’impresa di Magellano ribadì che la terra era una sfera molto più grande di quanto all’epoca si pensava e inoltre dimostrò che seguendo il cammino del sole da oriente a occidente si perdono 24 ore.

Il viaggio di Magellano non lasciò il segno solamente sulla terra («stretto di Magellano ») ma anche in cielo. Le due galassie satelliti della Via Lattea sono conosciute oggi con il nome di «Nubi di Magellano» perché furono descritte per la prima volta da Antonio Pigafetta nel resoconto del viaggio. Le due galassie sono unite fra loro da un flusso di materia conosciuto come «Ponte magellanico » mentre il collegamento con la «Via Lattea» è noto come «Corrente magellanica». Anche Pigafetta ha scritto il suo nome nel cielo. A lui, infatti, è stato intitolato l’asteroide 52558 scoperto nel 1997 nella fascia principale.

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