martedì 12 marzo 2024
Il ventenne pesarese ha battuto il campione a Indian Wells. Finora gli era sempre mancata la grande scintilla, che finalmente è arrivata. Ecco perché
Il tennista italiano Luca Nardi

Il tennista italiano Luca Nardi - Ansa

COMMENTA E CONDIVIDI

Chissà quante volte, guardando quel poster di Djokovic in camera, avrà sognato questo momento. Luca Nardi ha battuto nella notte il numero uno del mondo Novak Djokovic, il suo idolo da sempre, da n. 123 del mondo. 6-4, 3-6, 6-3 il punteggio che ha regalato al giovane tennista italiano una vittoria che sa di definitiva consacrazione, facendolo sbarcare virtualmente tra i primi 100 giocatori al mondo per la prima volta in carriera. È il nono tennista italiano a battere un numero uno del mondo. Sesto italiano di sempre a battere Novak Djokovic. E pensare che solo una settimana fa veniva eliminato dal belga David Goffin nel turno decisivo delle qualificazioni di Indian Wells. Stava per tornare a casa, quando un infortunio al polpaccio di Etcheverry gli ha permesso di entrare nel tabellone principale come “lucky loser”, cioè come ripescato. Il destino gli ha teso la mano e lo ha portato dove neanche lui pensava di poter arrivare. Anche se tra gli addetti ai lavori è sempre stato considerato come uno tra i più talentuosi giovani italiani e non solo. Finora però gli era mancata la grande scintilla, che finalmente è arrivata.

Luca Nardi è nato a Pesaro. Il padre, notaio partenopeo gli ha trasmesso il tifo per il Napoli. Ha iniziato a giocare all'età di 7 anni con il fratello più grande Niccolò, nel circolo Baratoff del capoluogo marchigiano. Il suo esordio tra i professionisti risale al giugno del 2018, quando a soli 14 anni e 10 mesi è riuscito a raggiungere i quarti del torneo Future di Sassuolo. In quel momento conquistò il suo primo punto Atp, diventando il più giovane tennista italiano di sempre ad entrare nella classifica mondiale. Nel maggio 2022 è arrivato il debutto nel circuito Atp, proprio nel torneo di casa, agli Internazionali d'Italia, dove superò le prequalificazioni. Nell'ottobre 2022 ha superato per la prima volta un turno di un Atp 500, agli Astana Open, battendo il russo Alexander Shevchenko.

Tra i suoi punti di forza il dritto, con il quale soprattutto nel terzo set ha scardinato la difesa del serbo. Il servizio è molto solido, e anche la capacità di variare i colpi nel corso della partita. È un tennista d’attacco, a cui piace comandare il gioco, anche con il rovescio bimane. Finora a limitarlo nella sua ascesa è stata la tenuta mentale. Un aspetto che deve sicuramente migliorare. Probabilmente però "l’effetto Sinner”, che proprio su questo fondamentale atteggiamento ha costruito i recenti successi, può fargli da traino per svoltare la carriera. Con Jannik si è allenato spesso nell’ultimo periodo e proprio all’altoatesino ha voluto dedicare un pensiero subito dopo la vittoria: Ammiro Jannik per quello che sta facendo. Ho avuto la possibilità di esercitarmi con lui molte volte. Cerco sempre di imparare da lui, perché è un ragazzo molto simpatico, un gran lavoratore, ed è molto bello quello che sta facendo per l'Italia, per il nostro Paese, per il tennis italiano, perché ora anche il tennis sta diventando sempre più popolare”. Insomma la strada è tracciata. Nel prossimo turno di Indian Wells incontrerà lo statunitense Tommy Paul. “Non sapevo di doverlo incontrare, non ho guardato il tabellone”, ha detto in conferenza stampa sorridendo. Ma dopo aver battuto Djokovic, una piccola distrazione gliela si può pure perdonare.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: