sabato 6 settembre 2014
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Dall’industria dei sequestri di persona alla faida di San Luca, fino alla strage di Duisburg nel 2007 e al traffico mondiale di droga. E poi le prime denunce, la difesa affidata allo studio legale del futuro presidente della Repubblica Giovanni Leone, i morti ammazzati, la galera, perfino la grazia di Sandro Pertini. Antonio Pelle, detto ’Ntoni Gambazza, è come le nebbie d’Aspromonte. Nebbie che non nascondono il panorama, ma lo trasformano ingannando lo sguardo. Per capire chi sia davvero ’Ntoni Gambazza occorre entrare dentro quella fitta coltre di segreti, menzogne, ambiguità, tradizioni e regole non scritte. Pelle è il protagonista de “Il Patriarca”, il nuovo libro-inchiesta di Andrea Galli (Rizzoli Bur, pagina 315, euro 13). Ma chi era quest’uomo, sconosciuto ai più ma fin troppo noto agli inquirenti? L’eminenza grigia che ha fondato un nuovo clan che ha cambiato per sempre il destino di una delinquenza autoctona che ha finito per conquistare la prima fila nello scenario del crimine mondiale. Oppure è stato davvero l’onesto figlio di pastori di cui parla la sua famiglia, scelto dallo “Stato” come agnello sacrificale? Capire Pelle vuol dire decodificare non solo la 'ndrangheta, ma una mentalità che si è fatta cultura (o subcultura) che è riuscita a rimanere, purtroppo, se stessa seppur confondendosi nelle foschie padane come tra i canali di Amsterdam o gli altopiani sudamericani. Dai borghi arroccati sull’Aspromonte alla borsa mondiale della cocaina i capibastone calabresi sono riusciti a modernizzarsi come nessun’altra gang. Mantengono rituali ancestrali e fanno affari con i broker delle piazze finanziarie più evolute. Andrea Galli, cronista di nera già ad Avvenire ed ora al Corriere della Sera, studia da anni l’epopea ‘ndranghetista. Ricerche incessanti, spasmodiche, a tratti ossessive, scovando testimoni e spulciando atti giudiziari dimenticati. Fino a seguire ‘Ntoni Gambazza lungo le tracce di una vita sbagliata. Solo fatti, taglienti e spiazzanti come solo la grande cronaca sa essere. Solo storie vere e nessun luogo comune.
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