martedì 13 maggio 2025
Moreno Pesce è l’ideatore del Team3gambe: tre amputati che stanno scrivendo la storia delle gare di corsa in montagna: un modello di riscatto grazie anche al suo sodalizio
Moreno Pesce in azione

Moreno Pesce in azione - DolomitesWeb

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Succede che sei un ragazzino. Il futuro davanti, ti senti forte, sei spensierato, senti il richiamo della montagna, un’attrazione irrefrenabile. Succede però che la vita ti presenta subito il conto: «Un giorno, la mia vita si è fermata. Forse andavo troppo di fretta e ho imparato a guardare, pensare, aspettare. Dopotutto, perdere una gamba, non è poi così grave. Un incidente motociclistico a 21 anni mi ha sbattuto a terra in tutti i sensi e la vita ha cambiato significato. Sono rinato quando ho capito che la sola differenza è che ora sono solo un po’ più lento quando corro o cammino». Parole di Moreno Pesce, “Fish” per tutti, originario di Noale (Ve) e oggi, quasi cinquantenne, di casa con la famiglia ad Auronzo di Cadore, dalle parti di Belluno, perché solo lì poteva finire chi come lui ama la montagna alla follia, il suo primo amore, la sua rinascita. Andare lassù, sempre più su, a toccare il cielo con un dito, per sentire che la vita continua. Un istinto irrefrenabile che sa di riscossa e salvezza, fino all’incontro con altre due persone nella stessa condizione e con lo stesso amore nel cuore per la montagna. Moreno “Fish” Pesce, Giuliano Mancini ed Heros Marai nel 2017 vanno in un “Vertical” sul Monte Baldo, sono tre amputati, partono da tre parti differenti, tre sentieri diversi, per ritrovarsi in vetta. Serve il nome del team per l’iscrizione, tutto viene naturale “Team3 gambe”, la magia è iniziata. In un attimo capiscono che insieme possono fare tanto, tantissimo, per loro ma anche e soprattutto per chi è nella loro stessa condizione e vogliono trasmettere un messaggio chiaro: mai arrendersi alle ostilità della vita perché ce la si può fare. Così insieme iniziano a gareggiare nelle Sky Race, le estreme corse in montagna, in modalità anche “Vertical”, sono più di una camminata, sfiorano l’alpinismo, è movimento e sfida personale, è sudore e soddisfazione, è fatica e orgoglio, è la testa e la mente che ti dicono di andare avanti, che nulla può fermare qualcuno che ha un sogno e che davvero vuole qualcosa. «In tutti questi anni abbiamo voluto trasformare la parola impossibile perché con il coraggio si può raggiungere l’obbiettivo. Abbiamo fatto tante gare insieme, grandi sfide, come la Wengen-Vertical UP in Svizzera sulla Lauberhorn, pista di coppa del mondo di discesa libera che conta una lunghezza di 4,48 chilometri con un dislivello di 1020 metri. Oggi ho rallentato i ritmi, sia in gara perché a quasi 50 anni mi accorgo che ho tempi di recupero più alti e anche nella vita perché devo e voglio dare priorità al-la famiglia che mi ha sempre sostenuto ». Tante le sfide, alcune indimenticabili ed epiche: «Continuiamo a produrre progetti inclusivi, nel 2019 abbiamo fatto “AMA-bilmente Monte Rosa” dove AMA significa “Alagna Monte Rosa Alagna”, gara di 35 km con oltre 7mila metri di dislivello che segue il tracciato della funivia da Alagna, prosegue verso il rifugio Gnifetti, il Colle del Lys per terminare alla Capanna Margherita (4554m) che è il rifugio più alto d’Europa e infine il ritorno tra creste, nevai e ghiacciai. Al via 8 amputati, compresa la guida alpina. Ancora oggi l’importante è esserci e fare qualcosa, dimostrare che anche se amputati nulla è perduto, bisogna avere coraggio, crederci e mettersi in gioco».

Moreno Pesce con i due fondatori del “Team3gambe”, Giuliano Mancini ed Heros Marai

Moreno Pesce con i due fondatori del “Team3gambe”, Giuliano Mancini ed Heros Marai - Jacopo Bernard

Ora Heros e Giuliano si vedono meno, ma l’essenza del Team3gambe continua con altri protagonisti, mentre nel tempo sono arrivati anche progetti con fini solidali e campagne di raccolte fondi. Di recente a Pray in provincia di Biella nel Disability Day si è svolta la serata “Storia di un sogno” per mostrare che la disabilità non è un limite. Protagonisti i cinque atleti di oggi del Team3gambe, amputati sia trasfermorali (sopra il ginocchio) che transtibiali (sotto il ginocchio): Loris Miloni, Moreno Pesce, Cesare Galli, Massimo Coda e la tedesca Jacqueline Fritz che tra racconti e aneddoti hanno portato gli spettatori con l’immaginazione sulle montagne e le vette conquistate. Gente che nonostante l’amputazione dà del ‘tu’ ai 4000 metri ed è arrivata in cima al Monte Bianco, al Cervino, al Gran Paradiso ma anche al Kilimangiaro. Una serata speciale dove con il ricavato degli sponsor è stato possibile acquistare una “Jolette”, speciale carrozzina fuoristrada monoruota, che permette a qualsiasi persona con disabilità di fare escursioni con l’aiuto di almeno due accompagnatori. Moreno, insignito nel 2023 del titolo di “Cavaliere della Repubblica” per la sua attività di inclusione di disabili nello sport ha raggiunto tanti risultati, anche quello del “Regolamento Paralimpico della Federazione italiana Sky Running”, ovvero il regolamento che disciplina le gare di corsa in montagna per i diversamente abili, in particolare atleti amputati, non vedenti o sordomuti. Un passo avanti, una certificazione di inclusione: «Ogni progetto è come una vetta, è la mia più grande soddisfazione personale. Non cerco vittorie, ma una mano tesa che mi aiuti a concretizzare progetti inclusivi che ho in mente». Il 22 febbraio scorso per “Fish” un’altra grande impresa sulla pista Olimpia delle Tofane, uno dei percorsi mitici e difficili di Cortina d’Ampezzo che ogni anno ospita la Coppa del Mondo di sci. Una pista nera con pendenze che superano il 56%, una “risalita” impegnativa e ardua, compiuta all’alba tra le Dolomiti. Il futuro? «A giugno saremo in centro Italia, sui monti Sibillini e Monte Vettore a sfidare la via orientale del Gran Sasso. Ogni progetto che realizziamo è solo un traguardo intermedio, lo considero un nuovo inizio. Ogni giorno vado avanti e scrivo una nuova pagina del libro dei sogni».

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