mercoledì 4 giugno 2014
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Morire a 44 anni per difendere la propria idea di politica onesta e a servizio dei cittadini. Dal 1980 a oggi il ricordo di Piersanti Mattarella, presidente della Regione Sicilia ucciso dalla mafia, rivive nei tanti politici vecchi e nuovi che affollano la Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, per la presentazione della nuova biografia sull'esponente della Dc.Giovanni Grasso, giornalista di Avvenire, per realizzare il suo Piersanti Mattarella - Da solo contro la mafia ( Edizioni San Paolo, pagine 197, euro 14) ha avuto accesso all’archivio di famiglia appena riordinato e può così offrire un quadro più completo di Mattarella politico e cristiano. In questo modo si rappresenta tutta la parabola politica di Mattarella come consequenziale al suo impegno civile e politico che parte dall’Azione Cattolica e che ad essa sarà sempre ispirato. Grasso dimostra inoltre alcune stranezze nella ricostruzione ufficiale dell’omicidio, suggerendo un coinvolgimento non solo della mafia, ma anche del terrorismo nero. Si tratta delle tesi sostenute oggi dalla famiglia Mattarella. "È lecito supporre che per tale omicidio si sia verificata una deliberata convergenza di interessi, rientranti tra le finalità terroristico-intimidatrici dell'organizzazione, e interessi connessi alla gestione della 'cosa pubblica'". Ad affermarlo è il presidente del Senato Pietro Grasso (all'epoca giovane magistrato di turno incaricato delle indagini) che, presentando il libro, ripercorre la vita e le indagini condotte sulla morte dell'ex presidente della Regione Sicilia.   "Tale ipotesi, se esatta - insiste Grasso - presuppone un intricato intreccio di segreti collegamenti tra i detentori delle rispettive leve del potere politico e mafioso. Sin dalle prime indagini fu chiaro che il movente dell' omicidio andava cercato nell'attività politica di Mattarella, specie nei due anni della sua presidenza". "Tuttavia - prosegue - restano, nonostante i 34 anni trascorsi e tre gradi di giudizio, non poche zone d'ombra, come nel campo degli intrecci mafia-neofascismo armato che avevano portato nel 1989 Giovanni Falcone a spiccare un mandato di cattura nei confronti dei terroristi neri Giusva Fioravanti e Gilberto Cavallini, indicati quali esecutori materiali del delitto e in seguito prosciolti dalle accuse". "Tra i numerosi tentativi di depistaggi - osserva il presidente del Senato - va citato uno strano colloquio tra il questore Immordino e Ciancimino, il quale intese informare segretamente che il delitto Mattarella era stato opera di un terrorista di sinistra venuto dal Nord". "Sono pagine avvincenti - afferma Andrea Riccardi - della breve vicenda di un uomo ucciso a soli 44 anni dalla mafia. La sua è stata una vita emozionante e drammatica. La sua lotta politica si nutre di una sintesi, da lui realizzata, tra cultura, servizio competente alla comunità civile e impegno di partito. Figure come Mattarella sono di per sé, capitoli di una storia dell'umanesimo italiano che nutre la politica. Per questo la sua vita è di grande interesse sia come ricostruzione della nostra storia recente, sia come messaggio al nostro tempo".La morte prematura dell'ex presidente della Regione Sicilia può diventare davvero una lezione per chi vuole impegnarsi in politica. "Oggi - conclude l'autore - possiamo solo immaginare quanto e come sarebbe cambiata la storia della Sicilia, della Democrazia Cristiana e forse dell'Italia se Mattarella avesse potuto mettere a disposizione per altri anni ancora la sua competenza, il suo rigore e la sua passione".Mentre per il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, "di questa figura da non dimenticare rimangono quattro idee chiave: l'esigente e alta ispirazione cristiana, la buona amministrazione, una attenzione spasmodica al disinteresse personale e la carica, addirittura eroica, nel compiere il proprio dovere verso la comunità".
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