sabato 2 gennaio 2021
Simone Marchesi, l’italianista, e Roberto Abbiati, l’illustratore, fondono le loro arti per rendere l’Alighieri alla portata di tutti
Il canto XXVII del Purgatorio nell’interpretazione di Roberto Abbiati

Il canto XXVII del Purgatorio nell’interpretazione di Roberto Abbiati - “A proposito di Dante” (Keller)

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D’accordo, la lettura integrale della Divina Commedia può ancora intimorire. Non dovrebbe, perché il racconto di Dante continua a riguardare la nostra umanità e anche perché la lingua del poema, in fondo, non è troppo diversa da quella che adoperiamo oggi. A ogni buon conto, se proprio non si riesce a vincere il pregiudizio dell’inadeguatezza, si può provare a delibare una terzina per volta. Una per ciascun canto, esatto. Sembra poco, ma è più che abbastanza, dato che la poesia permette sempre di contenere l’intero nel dettaglio. Si procede per folgorazioni successive, per immagini mentali che si sovrappongono senza mai contraddire il disegno d’insieme. Il quale, a sua volta, si rispecchia in ogni singola terzina, quasi in ogni singolo verso.

Parte da queste premesse l’originale interpretazione del poema contenuta in A proposito di Dante (Keller, pagine 224, euro 25,00), il volume nel quale cento passi della Commedia vengono commentati dall’italianista Simone Marchesi e dai disegni di Roberto Abbiati. L’obiettivo non è quello di fornire un riassunto del poema, quanto piuttosto di emulare l’esperienza che nel poema stesso si compie. Lo spiega con chiarezza Marchesi, professore a Princeton, nello scambio di email introduttivo con il dantista statunitense Robert Hollander, le cui intuizioni vengono spesso riprese nel libro. Allo scetticismo del suo mentore, poco persuaso dell’efficacia delle «illustrazioni dei libri di poesia», Marchesi ribatte che la collaborazione con Abbiati mira a «esprimere graficamente non tanto quello che la poesia di Dante dice, ma quello che fa». Il progetto fa tesoro, tra l’altro, del precedente lavoro su Moby Dick condotto dallo stesso Abbiati, imprevedibile artista-performer capace di condensare il capolavoro di Melville in uno spettacolo di un quarto d’ora oppure in una serie di tavole pubblicate da Keller nel 2017.

Allora il testo era ridotto al minimo e tutto era affidato, di nuovo, all’eloquenza dei particolari esaltati dai disegni. In A proposito di Dante il risultato è ottenuto attraverso il dialogo strettissimo con le riflessioni di Marchesi, che non esita a proporre analogie – all’apparenza vertiginose, ma sempre dotate di assoluta coerenza critica – tra l’architettura di Malebolge e l’immaginazione di Kafka, tra il destino di Manfredi di Svevia e quello di chi oggi «trova la spiaggia trasformata in barriera e il mare in confine» e addirittura tra i poeti riuniti sulle balze del Purgatorio e il gruppone dei gregari al giro d’Italia. Questo, in realtà, è uno dei tanti casi in cui Marchesi allude e Abbiati scioglie l’allusione, in uno scambio di ruoli sempre rispettoso e pieno di sorprese. Con precisione e leggerezza, è la dimensione teologica della Commedia a emergere con evidenza crescente, come confermano le annotazioni relative al Paradiso, nelle quali ritorna non casualmente il nome (e il volto) di Kafka. Fino al colpo di scena dell’ultimo canto, quando nulla si può più dire ma qualcosa, oltre la pagina bianca, resta ancora da vedere.

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