venerdì 27 ottobre 2023
La proposta: "santuari" dentro i confini di Israele, gestiti da Onu e Croce Rossa. Tra i firmatari gli storici Benny Morris e Benjamin Z. Kedar
Un bambino palestinese tra le macerie di Khan Younis, nella parte meridionale della Striscia di Gaza

Un bambino palestinese tra le macerie di Khan Younis, nella parte meridionale della Striscia di Gaza - Reuters/Mohammed Salem

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Un gruppo di intellettuali israeliani di primo piano ha diffuso oggi, 27 ottobre, un appello alla creazione di rifugi sicuri per i civili di Gaza vittime innocenti del conflitto in corso. Ecco il testo in una nostra traduzione:

Rifugi sicuri temporanei per donne e bambini di Gaza ORA!

Una proposta al Comitato nazionale per la Sicurezza

L'atroce attacco terroristico contro i civili israeliani del 7 ottobre da parte di Hamas deve essere contrastato da una guerra totale contro questa organizzazione simile all’ISIS. Non si può permettere ai terroristi di continuare a governare la Striscia di Gaza e a tenere in ostaggio della vita di milioni di israeliani e palestinesi.

Ma mentre conduciamo una guerra giusta, dobbiamo rispettare i principi umani universali e i valori ebraici. La nostra lotta contro un mostro non deve avere come risultato l’infliggere inutili danni a persone indifese. Israele dovrebbe dimostrare, a sé stesso e al mondo, che ci comportiamo in modo molto diverso di Hamas, che si è posto oltre i confini delle regole umane universali, e anche al di là dei confini dell’etica islamica.

Poiché altri Paesi sono riluttanti ad accettare e proteggere i civili palestinesi, proponiamo che Israele inviti la comunità internazionale a istituire rifugi sicuri temporanei per loro in luoghi appropriati sul versante israeliano del confine. Questi rifugi sicuri all’interno di Israele potranno accogliere gli abitanti di Gaza – donne, bambini, anziani e malati espulsi dagli ospedali – sfollati oppure minacciati dai combattimenti.

I rifugi sicuri saranno gestiti dalle Nazioni Unite e dalla Croce Rossa e finanziati dalla comunità internazionale. Al sicuro dalla guerra, le persone lì riparate saranno alloggiate in ricoveri temporanei e riforniti di cibo, acqua e assistenza medica di base. Israele salvaguarderà i rifugi dall’esterno. Dopo la fine dei combattimenti, gli sfollati ritorneranno alle loro case nella Striscia di Gaza.

Già in passato forze internazionali hanno creato rifugi sicuri. Tutto ciò che Israele è chiamato a fare è assegnare aree disabitate a questi rifugi e assicurarsi che siano (a) costruiti e finanziati dalla comunità internazionale; (b) evacuati entro un periodo di tempo prefissato; e (c) difeso esclusivamente dalle forze armate israeliane.

La creazione di rifugi sicuri adempirà all’obbligo morale, per Israele, di proteggere la vita dei civili palestinesi; e aiuterà contemporaneamente le forze di difesa israeliane a proseguire la guerra riducendo il numero dei civili coinvolti nelle zone di combattimento, contribuendo così a salvare la vita dei soldati israeliani.

La creazione di rifugi sicuri inizierà non appena la Croce Rossa avrà avuto accesso agli ostaggi israeliani detenuti da Hamas e avrà accertato le loro condizioni.

Prof. Yossi Ben-Artzi, University of Haifa
Prof. Yuval Noah Harari, The Hebrew University of Jerusalem
Prof. David Harel, Weizmann Institute of Science
Prof. Benjamin Z. Kedar, The Hebrew University of Jerusalem
Prof. Benny Morris, Ben-Gurion University in the Negev
Prof. Anita Shapira, Tel Aviv University
Prof. Ada Yonat, Weizmann Institute of Science


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